[Redditolavoro] Fw: Razzismo anche sui morti sul lavoro?
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Fri Dec 23 07:53:49 CET 2011
Razzismo anche sui morti sul lavoro?
Cari amici, ormai si è tracciata bene la situazione complessiva delle morti
sui luoghi di lavoro del 2011 in Italia. Su questo fronte, in tutto il
paese, partendo dal Trentino Alto Adige, fino alla punta estrema della
Sicilia, c’è la stessa tragica situazione. Siamo già a oltre il 10%
sull'intero 2010. Si può dire con amarezza che sulle morti sul lavoro
l’Italia è un paese unito. Amministrazioni di centro-sinistra o di
centro-destra, regionali e provinciali, al centro-nord come al sud hanno la
stessa mancanza d’attenzione verso categorie che non hanno una forte
organizzazione sindacale che esercita controlli sui luoghi di lavoro. Si
muore per oltre il 60% in agricoltura e in edilizia (sub-appalto) e spesso
in nero in eguali percentuali sia al centro-nord sia al sud, e per un altro
30% nelle altre categorie. L’industria, con oltre un milione di lavoratori
con lo Statuto dei Lavoratori e Articolo 18, ha pochissimi morti sul
lavoro. La Camusso e Landini, come del resto anche Bonanni e Angeletti
hanno ben evidente che l’Articolo 18 ha un valore straordinario anche sotto
questo aspetto: sulla tutela dell’integrità fisica e psicologica dei
lavoratori, che senza il "18" i lavoratori diventerebbero solo una
variabile del mercato, come la merce. Cosa che interessa poco a tantissimi
parlamentari di sinistra che vogliono “modificarlo” e che sono stati eletti
coi tanti voti di chi vogliono poi "fregare". Ichino ha detto ieri sera che
la maggioranza dei senatori ha firmato la sua proposta di legge. Ma voglio
parlare del rapporto nord- sud che si manifesta anche in questo campo. Il
sud ha in edilizia e agricoltura e anche complessivamente, meno morti sul
lavoro che nel resto del paese, anche se poi delle 20 regioni italiane ben
15 hanno già eguagliato o superato i morti sul lavoro dell’intero 2010,
comprese molte del sud. Al sud solo la Puglia e la Campania hanno meno
morti sui luoghi di lavoro dell’anno scorso, mentre al nord, il Veneto e il
Trentino Alto Adige, che però hanno come termine di paragone un 2010
disastroso. Anche la Lombardia ha qualche vittima in meno, però c’è da dire
che essendo molti morti sui luoghi di lavoro concentrati sopratutto in
agricoltura, ed avendo questa regione la stessa estensione coltivata delle
altre regioni, gli agricoltori sono percentualmente la metà rispetto al
numero d’abitanti. Occorre ricordarsi che la Lombardia ha il doppio degli
abitanti di qualsiasi altra regione italiana. Ho voluto fare queste
premesse per sfatare alcuni luoghi comuni: che il sud è arretrato in ogni
campo rispetto al resto del paese, compreso anche quello delle morti sui
luoghi di lavoro. Oggi, io e mia moglie, siamo andati a vedere una mostra
con una coppia d’amici bolognesi di vecchia data e di sinistra. Con loro
c’è un rapporto d’amicizia che risale addirittura all’infanzia. Ho parlato
della situazione italiana delle morti sul lavoro e di quello che veniva
fuori dal monitoraggio dell’Osservatorio Indipendente di Bologna, di cui
sono orgogliosamente l’ideatore, spiegando loro che al sud in definitiva,
si muore sul lavoro come al nord e addirittura di meno, e che essendo
queste vittime concentrate nella stragrande maggioranza in agricoltura e in
edilizia (sub appalto) e nei servizi, il livello d’industrializzazione e
l’indice occupazionale di una regione o di una provincia non ha nessun
valore statistico in questo campo. Non l’avessi mai detto: al sud i morti
sul lavoro non vengono dichiarati, finiscono nei piloni di cemento, che
quelli che muoiono in nero vengono fatti sparire o abbandonati per le
strade, e altre amenità di questo genere. Hai voglia a dire che se leggi la
cronaca ti accorgi che anche in Veneto, come in Lombardia, ci sono già
diversi morti sul lavoro in nero, o che vengono regolarizzati mezz’ora dopo
che sono morti. Che la provincia di Brescia a guida leghista degli "attenti
al territorio" è da diversi anni prima in questo triste classifica. Hai
voglia a spiegare che i blog e le testate on-line è impossibile occultare
notizie così “forti” sotto il punto di vista mediatico anche nel profondo
sud. E siamo qui a Bologna, in una regione civilissima, che è progressista
da sempre, e che però ha il maggior numero di morti sui luoghi di lavoro in
rapporto agli abitanti. La propaganda razzista è riuscita a penetrare anche
in strati sociali da sempre di sinistra, ed è difficile far capire che
almeno su questo fronte il sud non ha niente da invidiare al centro-nord. E
che anche il nord si dovrebbe vergognare di questa situazione, senza
scaricare le responsabilità, anche in questi casi indirettamente sul sud,
che tra l'altro paga anche qui al nord un grande tributo di sangue essendo
per la maggioranza edili meridionali. Il sud dev’essere per forza peggiore
in ogni campo, così si "elevano" le virtù del nord. Vent’anni di razzismo e
di attacchi all’Unità del Paese tollerati anche dalle Istituzioni dello
Stato hanno procurato macerie che saranno difficili da rimuovere.
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