[Redditolavoro] "Siamo gli schiavi di Esselunga": a Pioltello la protesta dei lavoratori delle cooperative

sicobascremona cremona at sicobas.org
Mon Dec 12 14:55:30 CET 2011


da il Fatto Quotidiano

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/11/siamo-schiavi-esselunga-pioltello
-protesta-lavoratori-delle-cooperative/176828/

“Siamo gli schiavi di Esselunga”: a Pioltello la protesta dei lavoratori
delle cooperative 

Molta fatica, nessun diritto, e chi si ribella rischia il licenziamento.
Nella cittadina dell'hinterland milanese sfilano i dipendenti del consorzio
Safra, che gestisce il magazzino centrale della catena di supermercati
creata da Bernardo Caprotti

 
<http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-content/themes/ilfatto/thumb/295x0/wp-con
tent/uploads/2011/12/Esselunga-manifestazione-pioltello_interna.jpg> 

Lingue di Paesi lontani. Unite in un solo messaggio: basta sfruttamento. Gli
operai delle cooperative del consorzio Safra che lavorano ai magazzini
Esselunga di Pioltello lo gridano più volte, mentre percorrono le strade
della cittadina a est di Milano. In un corteo partito dalla stazione. Poche
centinaia di metri più in là dei capannoni dove ogni giorno si spaccano la
schiena a caricare tir diretti verso i supermercati di tutto il Nord Italia.
Per qualche ora, ieri pomeriggio, lasciano il presidio che da due mesi sta
fisso davanti ai cancelli. Per chiedere condizioni di lavoro più umane e il
reintegro di 15 operai licenziati. Che negli ultimi giorni sono diventati
20. Più altri tre a rischio, visto l’avvio delle procedure disciplinari.

Una cinquantina i lavoratori del consorzio Safra, in testa al corteo. Tutti
stranieri. C’è Arslan che viene dal Pakistan. Sayem invece arriva dal
Bangladesh. Luis è peruviano. Woryonwon della Liberia. Ci sono anche gli
operai dell’Alma Group e di altre cooperative che lavorano per l’azienda di
Bernardo Caprotti. Con loro altre mille persone. I lavoratori della Jabil,
industria elettronica che a Cassina de’ Pecchi sta per chiudere, con oltre
300 dipendenti che verranno lasciati a casa. E gli operai di cooperative che
hanno appalti in altre aziende della zona. Finte cooperative, le chiamano.
Perché dovresti essere socio, ma finisci per essere schiavo. Con loro gli
attivisti della sinistra radicale milanese e gli esponenti del centro
sociale Vittoria che, insieme al sindacato Si Cobas, sostengono la lotta sin
dall’inizio.

Le forze dell’ordine controllano il corteo. Perché non si ripetano gli
incidenti di due settimane fa, quando davanti all
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/28/rissa-picchetto-lavoratori-delle
-cooperative-cancelli-esselunga/173772/> ’ingresso dei magazzini se le sono
suonate. Operai in presidio che picchettavano. Contro operai che volevano
entrare a lavorare. Questa volta gli agenti non devono intervenire. Il
corteo sfila pacifico. “Unità” è una delle parole più urlate.

IL VIDEO DELLA PROTESTA (PRIMA PARTE)
http://www.youtube.com/watch?v=5V2qM4DFezU
<http://www.youtube.com/watch?v=5V2qM4DFezU&feature=player_embedded>
&feature=player_embedded#!

Sui balconi delle case vicino alla stazione le parabole intercettano i
segnali tv di altre parti del mondo. Qualcuno si affaccia alla finestra per
fare una foto. Anche lui immigrato. Il corteo passa per Pioltello vecchia.
Poi arriva al Satellite. Casermoni dei primi anni Sessanta che allora
accoglievano chi veniva dal Meridione per un posto in fabbrica. E che oggi
sono affollati di stranieri. Palazzi fatiscenti, dove gli immigrati sono il
60-70% degli inquilini. Tre volte la media di Pioltello, il secondo Comune
in Italia per percentuale di residenti provenienti da altri Paesi. Fuori dal
suo negozio il fruttivendolo all’angolo osserva la manifestazione. Anche lui
arriva da lontano. Pachistano, come Ahmed, 25 anni, uno dei licenziati che
in testa al corteo prende in mano il megafono: per un istante sostituisce
l’italiano stentato con la sua lingua, così incita i colleghi.

Dal bordo della strada un gruppo di italiani non più giovani guarda
striscioni e bandiere. Dicono che a Pioltello la convivenza con gli
stranieri non crea particolari problemi. Nessun fastidio nemmeno per la
protesta. Ci rivedono le lotte di tanti anni fa, quando erano loro a
sentirsi sfruttati.

Due ragazzi fanno avanti e indietro, veloci con in mano secchio e
scopettone. Appiccicano manifesti contro il caporalato e a favore del
boicottaggio di Esselunga. L’azienda finora si è tenuta fuori dalla vicenda.
Ha continuato a ripetere: sono affari che riguardano Safra e i suoi operai,
non noi. Ma chi manifesta non la pensa così. “Questa gente fa un servizio a
Esselunga. L’azienda deve intervenire per garantire condizioni lavorative
migliori ed evitare i licenziamenti”, dice Diana De Marchi, membro Pd del
Consiglio provinciale di Milano. Che dieci giorni fa ha approvato
all’unanimità una mozione che chiede al presidente Guido Podestà e
all’assessore a Industria e Lavoro Paolo Giovanni Del Nero di attivarsi per
predisporre un tavolo di confronto a cui si siedano, oltre ai rappresentanti
di Safra e dei lavoratori, anche i dirigenti del gruppo di Caprotti.

IL VIDEO DELLA PROTESTA (SECONDA PARTE)
http://www.youtube.com/watch?v=VrfzQnXfdSY
<http://www.youtube.com/watch?v=VrfzQnXfdSY&feature=player_embedded>
&feature=player_embedded#!

L’accordo, però, è ancora lontano. Anzi, il timore è che nei prossimi giorni
il numero dei licenziati salga a 23. Una ritorsione contro le proteste,
dicono gli operai. Vanno tutti reintegrati, altrimenti non si leva il
presidio. Il corteo finisce lì, alla tenda di fronte ai cancelli. Ormai è
buio. Un tè bollente per riscaldarsi. Prima che l’assemblea decida le
prossime mosse.

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