[Redditolavoro] NOI NON CI STIAMO - 3 DICEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE DEL SINDACALISMO CONFLITTUALE

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Thu Dec 1 13:32:22 CET 2011


NOI NON CI STIAMO
 

3 DICEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE DEL SINDACALISMO CONFLITTUALE

NO ai diktat dell'Unione Europea. NO al Governo Monti

 

Roma, Teatro Ambra Jovinelli, via Guglielmo Pepe 43, ore 09.00 – 14.00 

 L'Unione Sindacale di Base, insieme a Cib-Unicobas, SlaiCobas, USI e
Snater, chiama i lavoratori, i delegati sindacali, gli studenti e tutti
coloro che stanno subendo le conseguenze della crisi, delle misure
dell'Unione Europea, del governo Berlusconi e di quello Monti, a discutere e
confrontarsi in un'Assemblea nazionale che si terrà il 3 dicembre a Roma,
presso il teatro Ambra Jovinelli, in via Guglielmo Pepe 43, dalle ore 9.00
alle 14.00.

 
“Se è comprensibile il senso di liberazione che gran parte degli italiani
sta dimostrando rispetto alla fine della compagine berlusconiana, il
consenso quasi unanime delle forze politiche e della stampa al nuovo Governo
non trova assolutamente d'accordo le forze sindacali conflittuali”, spiega,
per l’Esecutivo nazionale USB, Fabrizio Tomaselli.
 

“Monti non è un ‘salvatore della patria’ – evidenzia Tomaselli -  e non
riusciamo a vedere il suo ruolo distinto dalle banche, dalla finanza e dai
poteri forti internazionali. Noi non ci stiamo a far pagare la crisi ed il
debito a chi da anni vede ridursi lo stipendio, la pensione, il lavoro ed i
diritti, mentre poche centinaia di soggetti a livello internazionale vedono
aumentare spropositatamente i loro profitti. Non ci stiamo a delegare alla
BCE e ad un governo mai eletto dal popolo il futuro di milioni di donne e
uomini di questo paese; non ci stiamo a delegare a Cgil, Cisl e Uil, insieme
a Passera e altri ex banchieri, il diritto, il salario e l'occupazione sui
posti di lavoro”.

 
Conclude il dirigente USB: “Il 3 dicembre ci riuniremo dunque in Assemblea,
per costruire l'opposizione sindacale e sociale al governo delle banche e
dell'Unione Europea, contro ogni patto con padroni e governo, per la
democrazia e il pluralismo sui posti di lavoro, per costruire sin dai giorni
successivi il percorso che, a partire dai territori e dai posti di lavoro
porterà ad un grande sciopero generale”.

 



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