[Redditolavoro] Fw: morti sul lavoro ..più 25%
bastamortesullavoro@domeus.it
cobasta at libero.it
Wed Apr 20 07:28:05 CEST 2011
MORTI SUL LAVORO IN CRESCITA: +25% ! ! !
I dati dell' osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering: le
vittime dei primi tre mesi di quest' anno sono 23 in più rispetto al primo
trimestre del 2010.
Venezia, 19 Aprile
Sono 114 le vittime nei luoghi di lavoro registrate nei primi tre mesi dell'
anno in Italia contro le 91 del primo trimestre 2010. Lombardia, Emilia
Romagna e Piemonte (per la prima volta) sullo scomodo podio, seguite da
Sicilia, Campania e Veneto. In rapporto al numero di occupati, invece, ad
indossare la maglia nera è sempre la Valle D' Aosta. Milano la provincia
maggiormente colpita, seguita da Torino, Catania, Bologna e Napoli. Nel
settore agricolo il 35,1 per cento delle morti bianche, seguito da quello
delle costruzioni (21,9 per cento delle vittime). La fascia d' età
maggiormente a rischio è quella che va dai 40 ai 49 anni con 29 vittime
(25,7 per cento del totale). E l' epigrafe del lavoro non conosce spazi
vuoti neppure nel fine settimana perché tra venerdì, sabato e domenica viene
accertato circa il 30 per cento delle tragedie.
Si è appena concluso il primo trimestre del 2011 e le vittime del lavoro
compongono già una devastante epigrafe. Sono, infatti, 114 i decessi
registrati nel Paese dall' Osservatorio Sicurezza sul lavoro di Vega
Engineering che da oltre due decenni lavora nel settore della formazione e
della sicurezza. E la tragedia si rinnova quotidianamente.
"L' ultimo più sconvolgente incidente mortale è avvenuto in Sardegna alla
raffineria Saras lunedì - racconta il presidente dell' Osservatorio l'
ingegnere Mauro Rossato - un operaio venticinquenne durante le operazioni di
manutenzione è rimasto intossicato da idrogeno solforato; e l' episodio ha,
purtroppo, gli stessi tragici contorni del dramma che si è consumato a Capua
alla fine della scorsa estate e dove morirono altri tre lavoratori per le
esalazioni tossiche durante la bonifica di una cisterna".
"La conclusione, dunque, è piuttosto amara prosegue Rossato - perché è ovvio
che la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro non è entrata
sufficientemente a far parte della quotidianità imprenditoriale nostrana".
Tant' è che le vittime dei primi tre mesi di quest' anno sono 23 in più
rispetto al primo trimestre del 2010. E nel mese di marzo sono state 31 le
morti bianche registrate in Italia.
La Lombardia, continua ad occupare il primo posto nella graduatoria
nazionale per numero di vittime (16), seguita da Emilia Romagna (15), dal
Piemonte (14), dalla Sicilia (11), dalla Campania (9) e dal Veneto (7).
L' unica regione che in questo periodo non è stata toccata dal dramma è il
Molise. Una vittima in Sardegna, e 2 in Valle D' Aosta e Friuli Venezia
Giulia.
Ma la situazione e le classifiche cambiano quando gli esperti dell'
Osservatorio Vega Engineering analizzano le morti bianche rispetto alla
popolazione occupata. E così sono le regioni più piccole a salire in cima
alla classifica. Cominciando proprio dalla Valle D' Aosta che fa rilevare un
indice di incidenza sugli occupati pari a 35,5 contro una media nazionale di
7,3. Seconda la Basilicata con un indice di 21, terzo il Trentino Alto Adige
(8,6), quarta l' Umbria (8,2) e quinto è l' Abruzzo (8,1). Decisamente al di
sotto della media i valori rilevati in Lombardia (3,7), in Veneto (3,3) e in
Puglia (3,2).
Ed è proprio rispetto a questi parametri - che "relativizzano" la morte
rispetto agli occupati - che il Sud indossa la maglia nera quando si parla
di morti bianche con un indice pari a 6,1, seguito dal 5,4 del Nordovest del
Paese, dal 5,3 delle Isole e dal 4,3 del Centro. L' area maggiormente
"virtuosa" in tal senso risulta essere il Nordest (3,9).
Milano è la provincia maggiormente colpita dall' emergenza con 8 morti,
seguita da Torino (6), Catania, Napoli e Bologna (4), da Messina, Savona,
Teramo, Bolzano, Cuneo e Roma (3). Sul fronte dell' incidenza è invece
sempre Aosta a detenere lo sconfortante primato (35,5). Seguita da Matera
(30,7) e da Terni (25,2); quarta è Biella (25,1) e quinta è Teramo (24,8).
Ancora l' agricoltura in primo piano con il 35,1 per cento delle morti
bianche registrate da Vega Engineering nel primo trimestre dell' anno,
seguita dal settore delle costruzioni (21,9 per cento delle vittime - era il
18,1 a febbraio). Sconfortante è poi il confronto tra le morti bianche in
agricoltura registrate dagli esperti di Vega Engineering nel primo trimestre
del 2010 (28) con quelle di quest' anno (40, vale a dire dodici vite
spezzate in più).
Mentre a distanza si trovano le percentuali delle vittime del lavoro
rilevate nel commercio all' ingrosso e al dettaglio e nelle attività
artigianali (12,3 per cento - erano poco più del 9 per cento nel primo
bimestre), nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (5,3 per cento), nei
servizi (4,4 per cento), nello smaltimento rifiuti così come nella
produzione distribuzione manutenzione di energia elettrica, acqua e gas (3,5
per cento). E ancora, il 2,6 per cento dei decessi è stato registrato nello
smaltimento dei rifiuti.
La caduta dall' alto, poi, è la prima causa di morte (28,1 per cento del
totale delle morti bianche), seguita dallo schiacciamento dovuto alla caduta
di oggetti pesanti (25,4 per cento). Ricordiamo che la caduta dall' alto tra
gennaio e marzo 2010 aveva provocato la morte di 28 lavoratori e quest' anno
le vittime sono 32.
Si continua a morire piuttosto frequentemente per il ribaltamento di un
veicolo o di un mezzo in movimento (15,8 per cento dei casi), per
investimento di mezzo semovente (8,8 per cento) e per contatto con organi
lavoratori in movimento (7 per cento). La morte seguita ad un' esplosione
riguarda il 3,5 per cento delle croci bianche e l' incendio come il contatto
con mezzi in movimento il 2,6 per cento delle vittime.
Tra le 114 persone che hanno perso la vita al lavoro nei primi tre mesi
dell'
anno, le donne sono 4 mentre gli stranieri sono 11 ovvero il 9,6 per cento
del totale. Rumene ed albanesi le comunità straniere maggiormente coinvolte
dal dramma.
La fascia d' età più a rischio è quella che va dai 40 ai 49 anni con 29
vittime (25,7 per cento del totale), seguita da quella compresa tra i 30 e i
39 (23 vittime) e tra i 50 e i 59 anni e tra i 60 e i 69 (18 morti).
Significativo anche il dato che riguarda gli ultrasettantenni (15 decessi).
Nell' elaborazione dei giorni della settimana in cui si perde la vita è il
martedì a ' diventare il giorno più nero con il 21,9 per cento degli eventi
mortali, seguito dal mercoledì (19,3 per cento). Purtroppo l' epigrafe del
lavoro non conosce pausa neppure nel fine settimana perché tra venerdì,
sabato e domenica viene accertato il quasi il 30 per cento delle tragedie.
a cyra
di marco spezia
rete nazionale sicurezza sui posti di lavoro
More information about the Redditolavoro
mailing list