[Redditolavoro] valutazioni e proposte sullo sciopero del 15 aprile e come andare avanti
Fulvio
fuldigior at gmail.com
Mon Apr 11 20:23:44 CEST 2011
S.I. COBAS NOTIZIE
Sindacato Intercategoriale Cobas
http://sicobas.org/ coordinamento at sicobas.org
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano tel/fax 02/49661440
*11/4/2011*
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*Verso lo sciopero generale del 15 aprile 2011*
*SCIOPERO GENERALE*
*come, quando, con chi, perché. Una prima riflessione*
Di sciopero generale in questi ultimi tempi si è parlato parecchio e ne sono
stati indetti diversi. Rimanendo solo al 2011: *il 28 gennaio* dalla Fiom
(orfana della CGIL) per i soli metalmeccanici, ma esteso a tutte le
categorie dalla Confederazione Cobas; *l’1 marzo* lo sciopero generale dei
lavoratori immigrati; *l’11 marzo* lo “sciopero generale” di USB, Slai
Cobas, Unicobas, Snater; *il 15 aprile* lo “sciopero generale” di CUB,
Comitato Immigrati, SI Cobas; *il 6 maggio* lo “sciopero generale” della
CGIL di ben ... 4 ore.
Un primo dato, al di là dei trionfalismi dei comunicati di stampa degli
organizzatori e all’usuale moltiplicazione per “n” volte del numero degli
scioperanti e dei partecipanti alle manifestazioni, ciascuno di questi
scioperi *non è stato, né è in grado*, di fermare: l’offensiva di Marchionne
alla Fiat, il dilagare di accordi contrattuali separati sempre più a perdere
(ultimo il Commercio) e la politica razzista, antiproletaria e guerrafondaia
del governo.
In nessuna di queste occasioni l’Italia è stata effettivamente paralizzata,
né governo e padroni hanno dovuto fare realmente i conti con la
mobilitazione in piazza. *Ma, soprattutto, la mobilitazione espressa nelle
varie scadenze di sciopero, limitata ma non disprezzabile, non è proseguita
nei posti di lavoro, né si è trasmessa e ampliata nelle scadenze successive.
*
Continuiamo così facendo finta di niente? Ci basta “piantare la bandierina”
di aver fatto il “proprio” sciopero raccontandoci che è stato più grande di
quello indetto dagli altri? Riteniamo che l’offensiva governativa e
padronale, che la devastante crisi economica/finanziaria in corso,
accompagnata dall'ennesima guerra imperialista, ora di aggressione alla
Libia, possano essere contrastate così?
*Noi pensiamo di no!*
Noi partiamo dal presupposto che un’opposizione alla “lotta di classe” di
governo e padroni, alla guerra, non possano ottenere risultati positivi
proclamando “scioperi generali” che generali non sono, indicendoli
separatamente con tempi e modalità differenti dettati da logiche di
organizzazione e di primeggiamento della propria sigla, senza innervarsi nei
posti di lavoro quale resistenza permanente e collegata nazionalmente.
Pensiamo pure che nessuna categoria da sola, oggi, abbia la forza di
controvertire gli esiti contrattuali, ottenendo risultati positivi per i
lavoratori (salario – diritti) e di opporsi alla dinamica degli accordi
separati che generano pesantissime ripercussioni negative sulla vita e sulle
condizioni di lavoro dei proletari.
Non pensiamo neppure che si possa realisticamente supporre che la CGIL
scenda “veramente” in campo, con un “vero” sciopero generale; dal momento
che, solo a chi non vuol vedere non è chiaro che lo sciopero di 4 ore
previsto per il 6 maggio (e perché non a Ferragosto?) non è un primo passo
per portare ad una mobilitazione successiva più ampia, ma lo sfogatoio per
far esaurire e sfiatare le spinte interne alla CGIL e alla FIOM per una
mobilitazione.
Così come è chiaramente da respingere il tentativo, neppure troppo
mascherato, di usare l'eventuale mobilitazione per ripristinare la passata
concertazione (che ha prodotto le attuali condizioni) come fa la CGIL, di
cui è evidente la volontà di trovare il modo per risedersi ai tavoli
concertativi assieme a CISL e UIL.
Oggi, in una situazione che non vede estese mobilitazioni spontanee bloccate
dai sindacato confederali, che impongano un reale sciopero generale, il
percorso verso un “vero” sciopero generale, degno di questo nome, non può
che partire dai posti di lavoro, dal basso.
Non è una questione di “forme di organizzazione” dello sciopero, ma
l’odierno balbettio della lotta di classe da parte dei lavoratori, ci impone
innanzitutto di collegare tra di loro tutti i momenti e le lotte di
resistenza nei posti di lavoro, coinvolgendoli in una rete di veri e propri
“comitati di sciopero”, che si pongano nell’ottica di coniugare la
resistenza specifica nelle aziende e/o nelle categorie, alla mobilitazione
più generale contro governo e padroni, contro le loro politiche anticrisi,
razziste e guerrafondaie.
Una rete, necessariamente anticoncertativa, che si sappia aprire al sociale,
agli organismi di lotta sul territorio, ai comitati per la difesa della
salute e del territorio, alle espressioni di lotta in difesa di esigenze
parziali e specifiche di settori di lavoratori (es. la casa), ai lavoratori
immigrati (facendo propria la loro battaglia per i diritti a partire dal
permesso di soggiorno).
Chiediamo, quindi, ai comitati di lotta, ai lavoratori e ai delegati più
combattivi, di impegnarsi per cominciare a costruire una mobilitazione
comune e collettiva, che prescinda dall’iscrizione a questo o quel
sindacato, che si prefigga di costituire una rete nazionale per la difesa
delle proprie condizioni di vita e di lavoro (con rivendicazioni e
piattaforme comuni nei posti di lavoro) e per lo sciopero generale.
Per riuscirci è necessario rompere gli indugi e gli attendismi, ma
soprattutto cominciare a cercare di imporre ai “sindacati di base” che:
1. non ci siano più proclamazioni di sciopero “generale” differenziate, ma
una unica e collettiva di “sindacati di base”, organismi di lotta, ecc. che
dia il senso della volontà di unità e mobilitazioni collettivi a prescindere
dalle reciproche differenze.
2. che le scadenze di “sciopero generale” siano precedute e seguite da
iniziative comuni nei posti di lavoro (contro contratti e accordi a perdere,
in opposizione alla ristrutturazione, ecc.).
Per questo, per aprire questo discorso, perchè non ci sta bene l’andazzo che
da anni si segue con scioperi autoreferenziali o aspettando che la Cgil
faccia qualcosa, invitiamo a:
*1. Partecipare allo sciopero del 15 aprile 2011, utilizzandolo quale
momento per cominciare a praticare questa impostazione.*
*2. Indire il prossimo 1° maggio manifestazioni e/o iniziative comuni,
indipendenti, contro la politica di governo e padroni, contro la guerra*
*3. Spingere perchè tutto il “sindacalismo di base” proclami
collettivamente, assieme alle realtà dei posti di lavoro e sociali, 8 ore di
sciopero generale il 6 maggio, in modo da consentire una reale mobilitazione
e scompaginare i giochi di chi vuole far defluire l’esigenza e la necessità
di lotta.*
*Sindacato Intercategoriale Cobas*
http://sicobas.org/ coordinamento at sicobas.org
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano tel/fax 02/49661440
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testo del volantino per lo sciopero del 15/4 disponibile in pdf sul sito:
*Contro la crisi economica e la guerra: sciopero generale!*
Alla devastante crisi economica/finanziaria in corso si accompagna
un'ennesima guerra imperialista, ora di aggressione alla Libia. Due fatti
strettamente legati e conseguenti, due facce della stessa medaglia.
La medaglia è il sistema capitalistico che domina con le sue espressioni
politiche statuali e governative.
I lavoratori di tutto il mondo industrializzato stanno pagando a caro prezzo
il costo di una crisi tremenda che ha travolto gli equilibri economici
planetari.
Centinaia di migliaia di posti di lavoro bruciati, milioni di disoccupati
privi di mezzi di sussistenza, cassintegrati che con le loro famiglie vivono
una condizione al limite della povertà, questi in sintesi gli e effetti
reali, dal punto di vista economico, sui lavoratori italiani e non.
In parallelo, il sistematico smantellamento del sistema di diritti che
faticosamente è stato costruito con decenni di lotte dalla classe operaia,
sta producendo una generalizzata condizione di precarietà, sfruttamento,
ricatto.
Condizione analoga, e nella sostanza ancor più grave, vivono le masse dei
paesi “poveri”, alla mercè di
governanti foraggiati dalle potenze imperialiste.
Questa, in soldoni, l'origine dei flussi dei migranti che lasciano i loro
paesi in cerca di un futuro possibile.
*Questa, anche, insieme agli e effetti della crisi* sui mercati
internazionali delle materie prime, l'origine delle rivolte
popolari che stanno scuotendo il nord Africa e il mondo arabo.
La guerra scatenata dalle potenze occidentali tenta di ristabilire una
condizione di equilibrio per poter garantirsi lo sfruttamento delle risorse
naturali e il controllo dei processi politici in corso.
L'umanità, in questo come in tutti gli altri casi precedenti, non c'entra
nulla con la guerra!
Bruciano miliardi in armamenti e guerre in nome dei loro interessi;
ammantano le loro azioni criminali di un'umanità inesistente; scatenano
contro profughi e immigrati il più bieco sentimento razzista.
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*Dobbiamo rispondere, dobbiamo reagire ai padroni e ai signori della guerra,
dire basta è oggi la sola risposta possibile!*
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*Costruiamo momenti di lotta, nei luoghi di lavoro, sul territorio che
abbiano come obbiettivo la difesa reale degli interessi comuni di tutti i
lavoratori e i proletari, iialiani,immigrati e rifugiati.*
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*Dobbiamo farlo rivendicando il principio dell'internazionalismo: non c'è
differenza tra l'operaio occidentale sfruttato, precario e licenziato; tra
l'immigrato a cui vengono negati diritti economici e politici (con
conseguenze devastanti che vediamo anche per i lavoratori delle
cooperative), il giovane proletario e le masse diseredate del Maghreb. in
rivolta contro la fame e i regimi dittatoriali, li accomuna la stessa
condizione di classe.*
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*Sciopero quindi, generale, economico, politico, internazionalista, di
classe.*
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Contro: *la negazione e la perdita dei diritti; i ricatti padronali; i
sindacati venduti; la precarizzazione generale; la disoccupazione causata da
governi e padroni; il razzismo; il respingimento dei rifugiati in fuga dalla
guerra; la sanatoria truffa; la guerra imperialista!*
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Per: *la difesa dei diritti duramente conquistati; il lavoro; la giustizia
sociale; l'integrazione; i diritti di cittadinanza.*
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*15 Aprile *
*SCIOPERO GENERALE NAZIONALE*
* *a Milano corteo con concentramento in largo Cairoli ore 9:30
*Sindacato Intercategoriale Cobas*
http://sicobas.org/ coordinamento at sicobas.org
Via Marco Aurelio 31, 20127 Milano tel/fax 02/49661440
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