[Redditolavoro] la lotta dei lavoratori schiavizzati della tecnova

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Lecce, gli "schiavi" del fotovoltaico
avranno gli stipendi: finisce la protesta





 LECCE - Arriva finalmente la schiarita, forse definitiva, per i lavoratori 
della Tecnova. Riceveranno infatti le mensilità arretrate i lavoratori 
immigrati che hanno lavorato in condizioni disumane per l'azienda spagnola 
del settore fotovoltaico in numerosi cantieri del Salento.
La buona notizia li ha indotti a terminare la protesta in viale XXV Luglio, 
nei pressi della prefettura, bloccando il traffico per 24 ore con la loro 
pacifica manifestazione di dissenso.

Alla promessa che entro tre giorni lavorativi saranno liquidati gli 
stipendi, il presidio è stato sciolto.
La protesta. Avevano dormito in strada, su dei cartoni poggiati sull'asfalto 
di via XXV Luglio, davanti alla Prefettura, gli immigrati. Il passaggio 
delle auto è rimastro bloccato e la zona è stata presidiata da vigili 
urbani, carabinieri e polizia. Per il traffico un disagio notevole, con 
lunghe code formatesi già nelle prime ore di stamani su viale De Pietro e 
viale Cavallotti.

Ieri si è tenuto in Prefettura il vertice con i sindacati per discutere 
della vertenza. La Tecnova, secondo le denunce di numerosi immigrati - 
sarebbe letteralmente fuggita senza pagare gli stipendi. Oltretutto, le 
denunce nascono anche dai massacranti turni di lavoroa cui i dipendenti 
extracomunitari erano sottoposti. Al tavolo di concertazione si sono 
presentati i rappresentanti del fondo di investimenti Global Solar Fund, 
manifestando la volontà di saldare i crediti con i lavoratori. Una mossa a 
sorpresa, di un fondo anch'esso spagnolo ma con sede legale a Roma, che ha 
partecipazioni importanti nella Apulia Renovable EnergY (ex Italgest) e 
nella Svi 1 Srl, le società che hanno ottenuto le autorizzazioni per la 
realizzazione dei parchi fotovoltaici in mezzo Salento, rivendendole poi a 
pezzi ad altre società (tra le quali Uthe oil e Proener), che a loro volta 
hanno dato in appalto alcuni cantieri a Tecnova.