[Redditolavoro] quattro morti...

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Tue Nov 23 19:01:22 CET 2010


dal blog di 'operaicontro'


Quatto operai sono morti  sul lavoro, rispettivamente a Palermo e a Bologna 
e nel
bresciano. Mentre a Monza altri due operai sono rimasti gravemente ustionati 
per la
rottura di una conduttura idraulica che trasportava acqua a 90 gradi. Uno 
dei due ha
riportato ustioni sull'80 per cento del corpo, l'altro sul 50 per cento.

Palermo, morto un operaio di 58 anni, Francesco Franzella, è morto nel 
deposito dei
bus dell'Amat, l'azienda di trasporto locale di Palermo. Franzella stava 
lavorando
alla manutenzione degli ammortizzatori di un autobus quando una molla si è 
sganciata
d'improvviso e lo ha colpito al collo, uccidendolo all'istante.

Bologna, operaio precipita dal tetto. Un operaio di 30 anni è morto sul 
lavoro  in un
centro sportivo di San Lazzaro di Savena, comune alle porte di Bologna. La 
vittima
stava lavorando all'interno della bocciofila Arci di via Bellaria ed era 
impegnato
nei lavori per la ristrutturazione del tetto per la rimozione di alcune 
lastre in
eternit.

Due morti nel Bresciano.

A Berzo Inferiore un operaio di 51 anni è morto in una ditta 
d'autotrasporti.
A Borgo San Giacomo un meccanico di 51 anni è invece morto schiacciato dal 
ponte
elevatore che si è improvvisamente abbassato, pare per un problema di
malfunzionamento dell' impianto di fissaggio.

Due ustionati gravi in Brianza. Due operai, rispettivamente di 31 e 35 anni, 
sono
rimasti ustionati gravemente per la rottura (o lo scoppio, è ancora da 
accertare) di
una conduttura idraulica che veicolava acqua a 90 gradi, a Giussano (Monza).




settimana nazionale di mobilitazione 4-10 dicembre
dall'Appello della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
Le morti sul lavoro stanno crescendo, nonostante padroni, governo e i loro
mass media dicano il contrario.
Dopo una settimana di agonia è morto uno dei 7 operai del rogo di Paderno
Dugnano, bruciato come gli operai della Thyssenkrupp.
Questa morte si aggiunge alla strage infinita di lavoratori che, ad oggi, ha
fatto più di 500 morti dall'inizio dell'anno, da Capua e Napoli divenuta
nuova capitali delle morti sul lavoro, al nord est, dalla Lombardia alla
Sicilia, dal Trentino alla Puglia, soffocati nelle cisterne, caduti e
schiacciati nelle fabbriche e nei cantieri, folgorati, travolti sulle rotaie
...
Il 27% delle vittime sono operai edili, meridionali e immigrati
soprattutto,impiegati nei subappalti nei cantieri del nord, e poi ci sono le
morti che non rientrano nelle statistiche che avvengono sulle strade mentre
i
lavoratori vanno o tornano dai turni massacranti di lavoro.
L'intensificazione dello sfruttamento della "moderna" catena di
montaggio,con in testa la Fiat, fa aumentare il rischio per la vita e la
salute degli operai e aumentano le malattie professionali in tutte le
fabbriche anche quelle non toccate dalla morte.Gli operai immigrati, i
precari, non sono liberi di scegliere se accettare o meno il ricatto del
padrone: le sue regole sono le catene per i moderni schiavi del profitto per
cui anche la sicurezza sul lavoro non dev'essere un diritto.Ma troppe sono
anche le morti anche per il non lavoro, il lavoro negato per i
licenziamenti, com'è successo a Taranto e a Bologna, oppure per il futuro
negato a tanti giovani con contratti precari, come a Palermo.
Il governo  mette in campo tutta la sua politica e il suo odio di classe
contro i lavoratori con il collegato lavoro, apripista per la cancellazione
dello Statuto dei lavoratori, con il taglio ulteriore ai controlli ispettivi
di apparati di vigilanza, controllo e prevenzione che devono "collaborare"
con le aziende,  con lo smantellamento pezzo-pezzo del Testo Unico sulla
sicurezza, con la depenalizzazione e la riduzione delle sanzioni agli
imprenditori colpevoli di infortuni o morti per e sul lavoro, con la
cancellazione del registro degli infortuni.
Con la Finanziaria è stato soppresso un istituto come l' ISPESL, unico ente
di ricerca nel settore della prevenzione della sicurezza del lavoro e ci ha
voluto umiliare col vergognoso spot sulla sicurezza che scarica la
responsabilità unicamente sui lavoratori.
La Rete nazionale per la sicurezza sul lavoro è stata finora la più attiva
realtà in grado di condurre questa guerra di classe come battaglia unitaria
e nazionale con le lotte manifestazioni nazionali a torino, taranto, è in
ogni luogo in cui è stato possibile arrivare  unendo operai,delegati
rls,familiari tecnici,medici,associazioni e ogni energia disponibile.
Serve lo sciopero generale nazionale e una manifestazione una nuova
manifestazione nazionale di lotta e di combattimento nel senso letterale
della parola, a partire da una  settimana di mobilitazione nazionale  che
abbiamo lanciato dal 4 al 10dicembre da realizzarsi a livello territoriale e
nei luoghi di lavoro
Manifestazioni e iniziative sono già programmate in tutta Italia tra cui  a
Taranto
invitiamo ad aderire e partecipare
Rete nazionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro
bastamortesullavoro at gmail.com


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