[Redditolavoro] editoriale del blog http://proletaricomunisti.blogspot.com

procomta ro.red at libero.it
Tue Nov 16 09:14:34 CET 2010


Dopo la grande manifestazione che ha portato un milione di persone in piazza 
il 16 ottobre, con oltre il 70% costituito da operai di fabbrica è 
necessario tornarci a riflettere
 Padroni, governo e tutti i partiti parlamentari, i loro organi di stampa, l'hanno 
in parte già cancellata; dopo aver fatto del loro meglio per oscurarla, 
ridimensionarla, perfino portando avanti qualche tentativo di 
criminalizzarla.
  Chiunque conosca il peso attuale dei massa media nella costruzione della 
formazione/informazione della coscienza di massa non si può stupire di 
questo, nè può sottovalutare il peso che questo esercita sulle stesse grandi 
masse che vi hanno partecipato direttamente ...
  Ma chi ha un ruolo attuale di direzione, organizzazione di queste grandi 
masse di operai, lavoratori, inprimis la Fiom, non sembra avere gli 
strumenti politici, culturali, progettuali, adatti ad affrontare lo scontro 
a questi livelli. E questo non solo per incapacità, ma per orientamenti 
politici e ideologici che pensano che le manifestazioni nazionali pacifiche 
e di massa siano di per sè lo strumento attraverso cui si possono combattere 
padroni e governo, sbarrare loro la strada, mutare i rapporti di forza, 
costruire un'alternativa.
  Noi non la pensiamo così. Noi pensiamo che la stessa manifestazione di 
massa del 16 avrebbe dovuto puntare a far sentire quella che in Francia 
viene chiamata "la colere du peuple", verso i Palazzi del governo, verso la 
sede della Confindustria nazionale, verso le sedi nazionali dei sindacati 
del padrone, o almeno avrebbe dovuto concludersi con un'aperta contestazione 
di massa del discorso di Epifani, se non altro con l'obiettivo minimo di 
imporgli la fissazione dello sciopero generale e non permettergli l'arrogante 
finta di raccogliere l'indicazione venuta anche dal segretario generale 
della Fiom. - cosa che noi di proletari comunisti con i giovani di Red block 
abbiamo fatto - Noi pensiamo che dopo la manifestazione di avere ancor più 
ragione in quello che abbiamo sostenuto, in sintonia con le centinaia di 
migliaia di operai, a Roma fino alla fine.
D'altra parte la Francia è là a dimostrarlo, la lotta o si fa o non si fa. I 
governi moderno fascisti, combinati in Italia col fascismo padronale aperto 
del piano Marchionne non si battono nè si mandano a casa senza una lotta 
prolungata, un braccio di ferro che preveda numerosi scioperi e non si fermi 
di fronte al feticcio delle "regole da rispettare".
  Nei giorni successivi, invece, abbiamo assistito al fatto che gli operai 
dalla parte della ragione sarebbero passati dalla parte del torto. Anche 
Nichi Vendola ha condannato perfino i cartelli che attaccavano i 
sindacalisti del padrone. Questi hanno fatto della negazione della 
democrazia, della violenza legalizzata del padrone i capisaldi del loro fare 
sindacato per conto de padrone.
Invece noi riteniamo che debba essere ripresa seriamente e rilanciata la 
lotta per isolare e mettere a tacere i sindacalisti del padrone nelle 
fabbriche e nei posti di lavoro, le proteste sotto le loro sedi - che non 
sono affatto le sedi storiche del movimento operaio ma gli uffici delle sue 
burocrazie corrotte e vendute- l'apertura in ogni fabbrica un vero e proprio 
braccio di ferro contro i padroni per il rispetto dei diritti, delle 
condizioni di vita e di lavoro, del loro salario e del loro posto di lavoro;
occorre  un braccio di ferro prolungato contro il piano Marchionne negli 
stabilimenti Fiat, contro la disdetta del contratto di lavoro con la 
Federmeccanica, contro il 'Collegato lavoro' e la politica di sostegno ai 
padroni nei licenziamenti, cassintegrazione, precarietà con il governo 
Berlusconi/Sacconi.
  Ma dal palco di Roma non sono venute queste indicazioni. Tocca quindi alle 
centinaia di migliaia di operai ragionare con la propria testa, pensare e 
sviluppare forme autorganizzate di mobilitazione che utilizzino anche le 
attuali strutture sindacali, in primis quelle della Fiom, per fare quello 
che si deve fare, per contribuire complessivamente allo sviluppo di un 
autentico sciopero generale.
  Alcuni punti di chiarezza sono essenziali.
Bisogna approfondire la rottura con i sindacalisti del padrone, non è 
affatto vero che la riuscita della manifestazione li possa ricondurre alla 
ragione e all'unità, anzi li rende più determinati e aggressivi nell'utilizzare 
il potere concesso loro dal padrone, per andare ancora più avanti, in forme 
perfino provocatorie, nell'attacco ai diritti, alle libertà sindacali e nel 
fiancheggiare il padrone nella generalizzazione di quello che possiamo 
chiamare in forme riassuntive: piano Marchionne in tutte le fabbriche.
Bisogna sviluppare l'autonomia dalla Cgil, sia nazionale che locale. Da 
Landini all'ultimo delegato non possono far finta di non capire, la linea 
ieri Epifani, oggi Camusso è un'altra linea rispetto a quella espressa anche 
dallo stesso Landini dal palco di p.zza S. Giovanni.
L'obiettivo della nuova segreteria Cgil è ricostruire l'unità con i padroni 
e coi i loro sindacati, l'obiettivo della attuale direzione Cgil è di 
fiancheggiare l'opposizione parlamentare che lavora nella fase di crisi che 
attraversa Berlusconi per un nuovo, miglior governo dei padroni.
  Bisogna perseguire la linea, come è stato per Roma, di raccogliere intorno 
alla lotta operaia un più ampio fronte, con i precari, i disoccupati, con i 
movimenti che si battono sul territorio, con gli studenti, con le voci di 
opposizione critica nel mondo della cultura, dell'informazione, che 
denunciano il moderno fascismo che avanza in questo campo come in tutti i 
campi. L'asse più importante e decisivo di questo fronte è l'unità 
operai/studenti
  Ma gli operai, e in particolare le loro avanguardie, non possono nè devono 
confondere le masse con i loro rappresentanti riconosciuti, i loro ceti 
politici - disobbedienti della Sapienza,federazione della sinistra ecc. - 
che si occupano delle grandi manifestazioni operaie quando vedono che 
possono servire al loro riciclo, al loro ritorno nella scena politica e nel 
parlamento.

  L'attivismo sindacale e politico della classe operaia espressosi con la 
manifestazione di Roma crea condizioni migliori per l'avanzamento del 
sindacalismo di classe e del partito di classe.
Sul piano del sindacalismo di classe bisogna fare avanzare nelle file della 
classe operaia l'autorganizzazione e l'autonomia dagli attuali gruppi 
dirigenti. Questo è un aspetto di contenuto più importante della forma 
organizzativa. Ancor più di fronte al fatto che il sindacalismo di base ha 
mostrato anche il 16 ottobre di non essere nè poter essere un interlocutore 
effettivo e generale della classe operaia, restando gli attuali metodi, 
linee e gruppi dirigenti.

Anche la questione del partito della classe operaia si muove in condizioni 
migliori. E' la fase in cui gli operai ascoltano e guardano con attenzione a 
quello che effettivamente si dice e si fa in qualità di comunisti. Il 
fascismo padronale, il moderno fascismo statal/governativo, l'analisi della 
crisi, la lotta contro ogni governo dei padroni, la rottura/discontinuità 
con le forme politiche della sinistra parlamentare ed ex parlamentare sono 
un quadro generale che possono e devono farsi strada nella comprensione e 
nella coscienza operaia, e permettere l'incontro necessario tra avanguardie 
comuniste impegnate nella costruzione del partito e avanguardie di lotta 
della classe operaia, creando condizioni per un salto di qualità nella 
costruzione del partito comunista di tipo nuovo necessario oggi.

Proletari comunisti
novembre 2010 


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