[Redditolavoro] Toni Negri_La politica E I SUOI DERIVATI IL POTERE ALIENATO DELLA FOLLA
clochard
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Sat Nov 6 00:59:51 CET 2010
La politica E I SUOI DERIVATI IL POTERE ALIENATO DELLA FOLLA
Fonte : Toni Negri - Il Manifesto
Venerdì 05 Novembre 2010
La raccolta di saggi «Il comunismo del capitale» di Christian Marazzi ripercorre le
trasformazione del capitalismo contemporaneo dove la finanza èdiventata strumento di
governo dello sviluppo economico. La dismissione del welfare state e la precarietàdei rapporti
di lavoro risultano, così due momenti della appropriazione privata del «comune». Il libro
dell'economista di origine svizzera non si limita, però a una rassegna dei cambiamenti
avvenuti, ma si pone l'obiettivo di fornire strumenti per la trasformazione.
Sono stati scritti in un decennio, questi saggi di Christian Marazzi raccolti nel volume Il
comunismo del capitale (Ombre corte, pp. 160, euro 23). Hanno il buon sapore che si sentiva
nel bel volume che ha reso questo economista di origine svizzere abbastanza noto in Europa e
negli Usa: Il posto dei calzini (pubblicato dalla casa editrice Casagrande nella Svizzera italiana
e ripreso poi da Bollati Boringhieri). Lì per la prima volta, il postindustriale era coniugato con la
sovversione femminista ed il postmoderno trovava non una voce debole o molle per dichiararsi
(come ci avevano abituato i suoi fondatori) ma mostrava i muscoli della rivoluzione sociale.
Leggo qui con voi le prime due parti di questo libro: la prima, «Biocapitalismo e
finanziarizzazione» e la seconda, «Il lavoro nel linguaggio». Parto da una questione posta da
Marazzi che sembra, a prima vista, bizzarra e mi chiedo con lui: perchéi manager sono spesso
dislessici? Perché- risponde Christian -se la difficoltàdi focalizzare e decodificare i fonemi
sviluppa nei dislessici, in generale, la capacitàdi vedere o percepire molto rapidamente il
quadro d'assieme, il contesto nel quale si trovano ad operare i manager trasforma la condizione
di dislettica nella facoltàdi alterare e creare percezioni, organizza un'estrema consapevolezza
dell'ambiente nel quale sono immersi. Pensiero ed intuito si applicano insieme su scene
multi-dimensionali e qui esprimono potenza e creatività
Quando Marazzi ci racconta queste avventure che capita ai manager di vivere, non lo fa proprio
per riconoscere loro qualche dono sublime, per definirli come geni romantici - lo fa piuttosto per
scavare, attraverso quella specifica competenza imprenditoriale, le caratteristiche della
produzione postindustriale e la dinamica linguistica della nuova economia. Economia digitale e
sociale, economia immateriale e cooperativa. La tesi èprecisa: la nuova economia non conosce
piùquella delega tecnologica che costituiva il perno della divisione del lavoro nell'economia
industriale (attraverso le macchine gli operai erano massicciamente delegati alla produzione);
neppure conosce una struttura lineare, liscia e continua. Al contrario: in un ambiente arredato
da tecnologie multimediali, dove èmobilitata l'attivitàvitale di tutti gli organi del corpo umano, ivi
predomina una divisione cognitiva del lavoro e tecnologie discrete tendono a sostituire le
vecchie tecnologie accumulative dell'industria fordista.
La potenza del dislessico
Il dislessico non puòche trovarsi bene in questo ambiente. Non solo manager ma anche
semplice operatore linguistico. La discontinuitàdislessica diviene inventiva. Il processo
industriale non procede piùattraverso innovazione (quantitativa, dialettica, schumpeteriana) ma
attraverso convenzioni sociali nutrite da connessioni di conoscenze e di affetti, da invenzioni
vere e proprie, che interiorizzano l'intero insieme delle condizioni sociali al processo produttivo.
«Ciòdipende piùdall'immaginazione che dalla logica, piùdalla poesia e dall'umore che dalla
matematica». (Non saràdislessico anche Marazzi? Ed anche noi non vorremmo esserlo? Èchiaro che sì). Tuttavia quel capitalismo che imprigiona il linguaggio e fa di questo la sua
materia prima, trova in questo anche il suo limite. «Nel capitalismo dislessico la potenza
creativa dell'agire umano si affranca dalle condizioni poste dalla logica lineare dell'economia di
mercato. La crisi rivela questo suo interno divenire, l'alternarsi "delirante" tra creativitàmulti-sensoriale e ordine economico disciplinare». Ècosìche avanziamo nella conoscenza del
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Fonte : Toni Negri - Il Manifesto
Venerdì 05 Novembre 2010 09:13 -
capitalismo contemporaneo. Capitalismo di crisi -è evidente: perché esso regola una materia
vivente, perché pretende di eccitare all'invenzione produttiva dispositivi di soggettività che deve,
al tempo stesso, controllare. Conseguentemente «l'impresa irresponsabile èla forma del
comando capitalistico su una cooperazione sociale che, per manifestarsi come attivitàtesa
all'innovazione e allo sviluppo economico, tanto dev'essere libera, ma altrettanto dev'essere
piegata nel rapporto sociale di produzione».
Ma il capitale non èsolo mascalzone (e neppure lo sono semplicemente gli imprenditori). Èchiaro che nel postindustriale e nei regimi economici dove la valorizzazione èestorta alla forza
lavoro intellettuale, sociale e cooperante, la legge del valore non funziona piùnella stessa
maniera di prima -poichéla misura della produttivitàsociale (cioèla funzione di controllo dello
sviluppo ed eventualmente della crisi) deve esser comunque determinata. La finanziarizzazione
dei processi economici risponde a questo scopo. Non deve dunque esser vista come una
perversione speculativa e neppure come una semplice prolungazione delle forme classiche del
capitale finanziario (alla Hilferding) -questa finanziarizzazione non sta fuori ma dentro la
produzione sociale.
La fusione tra salario e reddito
In conseguenza di questa interiorità il capitale finanziario rappresenta la fusione dell'insieme
delle funzioni della moneta: la tradizionale distinzione tra salario diretto e salario socializzato,
fra salario e reddito èin via di estinzione. Smettiamola di piagnucolare sulla distanza
dell'economia finanziaria da quella reale! Se la comunicazione, il linguaggio e la cooperazione
intersoggettiva stanno al centro dei processi di valorizzazione del capitale, questa interioritàèdivenuta la forza del capitale. Ma èdivenuta anche la sorgente di ogni sua crisi - èlì nella
contradizione fra linguaggio come bene comune e la sua appropriazione privata. «La new
economy rivela la crisi di commensurabilitàche èstata la chiave del suo stesso successo. (...) I
mercati finanziari hanno assunto un ruolo che in passato aspettava allo Stato keynesiano,
quello della creazione della domanda effettiva indispensabile per assicurare la continuitàdella
crescita. Lo spostamento del risparmio dal debito pubblico ai mercati borsistici (...) ha dato
origine alla prima quotazione del general intellect».
Quando il dominio capitalistico investe la vita e quando la finanziarizzazione si rivela come un
vero e proprio campo di esercizio del biopotere, quando il capitale si appropria non piùsolamente dei mezzi di produzione ma di una forza lavoro disgregata e delle sue forme di vita,
che cosa avviene allora? Quale sarà in queste condizioni, il nuovo comune dei lavoratori? Una
riappropriazione comune di tutto ciòche èprivato? Una democrazia come forma di vita -sociale
ed economica, linguistica e politica?
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