[Redditolavoro] Fw: SUSANNA CAMUSSO, LA DIRIGENTE GIUSTA DELLA CGIL....PER I PADRONI
procomta
ro.red at libero.it
Fri Nov 5 19:59:51 CET 2010
SUSANNA CAMUSSO, LA DIRIGENTE GIUSTA DELLA CGIL, PER I PADRONI
Il 3 novembre Susanna Camusso è stata nominata nuova segretaria della Cgil.
Non si era mai visto nella Cgil, e né si vede perfino nella cisl e nella uil
i cui dirigenti sono espliciti servitori dei padroni quasi a prescindere,
che l'investitura del nuovo segretario avvenisse così sfacciatamente
all'insegna della sponsorizzazione plebiscitaria dei padroni.
La sponsorizzazione è cominciata in maniera esplicita in piena esplosione
del caso Fiat e del piano Marchionne a Pomigliano. E' lì che si è cominciato
a dire e scrivere che i padroni puntavano sulla Camusso per ridurre alla
ragione la Fiom e riportare al tavolo la Cgil. Se ne ripercorreva l'iter e
il percorso storico per dimostrare che era "l'uomo giusto al posto giusto".
Ci poteva essere chiaramente molto strumentalismo, anche i padroni sanno
usare la tattica, ma certamente la Camusso è entrata subito nel ruolo e ha
offerto la sponda giusta. E' qui che l'entusiasmo dei padroni è cresciuto, e
questa che era fino a qualche mese fa una oscura signora è divenuta
gettonatissima su tutti i giornali, anche quelli di costume e di colore, con
entrata in campo perfino dei cosiddetti "femminili".
Questo sarebbe più eloquente di ogni discorso, ma è bene entrare più nel
contesto degli argomenti.
Il giorno dei salutari fumogeni a Bonanni, con il cadavere ancora caldo del
contratto nazionale ucciso dalla Federmeccanica, Sole 24ore dedica pressoché
un'intera pagina alla Camusso. L'obiettivo, volontario o involontario, è di
cucire addosso al personaggio il vestito giusto. "Dalla Bovisa alla guida
Cgil: una vita fuori dall'ideologia", questo il ritratto di "una donna
leader".
Si sa che i padroni quando parlano di ideologia non è all'idea che guardano
ma alla sostanza. Ideologia è ritenere che la società sia divisa in classi,
che ci sia la lotta di classe, e in campo sindacale questo significa che gli
interessi dei padroni e degli operai sono contrapposti, decisi di volta in
volta dai rapporti di forza. Ma ideologia significa anche avere una
prospettiva, che quella dei padroni è l'eternalizzazione del sistema del
capitale, quella degli operai è il superamento di questo sistema.
Quindi, è evidente che descrivere il cammino della Camusso come un cammino
in questa direzione, è considerare che possa essere la persona giusta ad
eliminare dalle fila del sindacato, del movimento dei lavoratori ogni, per
così dire, residuo di questa ideologia.
Un burocrate importante, Onorio Rosati, segr. della Camera del Lavoro di
Milano dichiara: "Lei è la scelta giusta per migliorare le relazioni
industriali nel nostro paese... Con la Camusso sarà possibile un confronto
con tutte le parti per avere più contrattazione, formulare un nuovo patto
sociale che contempli sia la produttività, sia la difesa dei posti di
lavoro".
Nella definizione che ne fa Rosati come si vede manca sia la parola
"diritto" sia la parola "conflitto", per cui ne viene di conseguenza che
c'è un solo modo di intendere questo nuovo patto sociale che "contempli sia
la produttività sia la difesa dei posti di lavoro", il piano Marchionne per
Pomigliano.
Ma è altrettanto interessante la descrizione della Camusso che fa un
luminare sociologo dirigente della Cisl, Bruno Manghi che la conosce sin
dall'inizio, all'Università della Statale nel '75:
"Dopo aver fatto amicizia mi confidò con semplicità che ultimati gli studi
in Lettere e Filosofia avrebbe desiderato passare a tempo pieno al
sindacato". Ora, certo il '75 non è il '68 un po' di acqua era passata
sotto i ponti, l'Università della Statale non era più quella di una volta,
ma trovare chi nel movimento studentesco avesse come massima spirazione di
carriera quella di entrare nel sindacato - senza passare né dalla fabbrica e
forse neanche dal lavoro - significava essere una burocrate in carriera ante
litteram, una vera pioniera del genere.
Manghi le dice a quel punto che non è il caso che venga in quel momento
nella Cisl che era in fibrillazione - la Fim lombarda era quel sindacato
operaio dell'industria, un po' anomalo nel panorama generale della Cisl, che
poi darà vita a quella autonomizzazione/scissione che sarà la Fim lombarda,
poi Flmu di Tiboni. Manghi comprende che è altrove che la signorina va
indirizzata. E dove se non nella componente socialista, allora craxiana
della Cgil Lombardia?
Prosegue il racconto di Manghi: "alla fine dopo alcuni abboccamenti con
diverse realtà fu introdotta in pianta stabile nella Fiom nella componente
socialista". Scrive sempre il giornale Sole 24ore: "L'affiliazione
socialista ed il pragmatismo lombardo le risparmiano qualunque fascinazione
ancora presente in parte della Fiom di matrice comunista verso un'idea di
sindacato come palestra per allenare i lavoratori alla lotta di classe".
Un altro dirigente della Cgil spiega: "Ha una capacità tattica di creare
rapporti trasversali. Ha un forte legame con i cattolici di Cisl e Acli. Non
è mai stata comunista, né ha mai pensato alla convergenza dell'azione tra
attività sindacale e politica". Naturalmente, decodificando le parole: si
chiama "tattica" la capacità di un sindacalismo senza scrupoli, e "nessuna
convergenza tra attività sindacale e politica" la risibile formulazione di
chi fin dall'inizio è entrata nel sindacato per mano dei politicanti
craxiani.
Ma il ruolo avuto dalla Camusso durante il periodo della sua presenza nel
gruppo dirigente Fiom nella vertenza Fiat e nel settore auto, è stato il
momento nero della sua carriera, non solo la Fiom ma gli operai la cacciano
per aperta connivenza con la Fiat. Sembra essere la fine della sua carriera.
Ma qui riesce a trovare un nuovo nume tutelare, Cofferati, che la fa
diventare segretaria generale della Cgil della Lombardia.
E lì che comincia la nuova irresistibile ascesa della signora, a cui giova
anche un'incursione con lo stesso sistema nel movimento delle donne. La fase
di "Usciamo dal silenzio" viene dalla Camusso utilizzata con abilità per
ritoccare il look della sua carriera, facendosi passare anche per
"femminista".
"Oggi - dice il Sole 24ore - tra relazioni nuove e vecchie la Camusso può
contare su un ventaglio che va da Pierluigi Bersani, Rosy Bindi, Enrico
Letta a Giulio Tremonti, Gianni Letta e Maurizio Sacconi...".
Il suo riferimento costante è l'economia nazionale, la classe dirigente, il
nuovo modello di produttività e competitività, la proposta di un modello
sindacale partecipato alla "tedesca". Rispetto al piano Marchionne, la
proposta è quella di "mettere in campo una nuova sfida su che cosa vuol dire
oggi produttività, utilizzo dell'impianto, rapporto con l'occupazione,
l'innovazione, la formazione". Affianca, poi, la Confindustria nella lotta
all'evasione.
Alla domanda finale: "Lei sarà la prima donna alla guida della Cgil, esiste
uno specifico punto di vista femminile sull'economia e sul lavoro?". La
Camusso risponde: "Tutte le donne hanno due caratteristiche comuni.
L'abitudine ad occuparsi di economia di base, a tenere insieme i conti,
spesa e risparmio (si tratta dell' "economia domestica" - ndr), e questa è
una della grandi forze del nostro paese. La seconda è la capacità di trovare
comunque le soluzioni".
Qui si sposano bene i due lati, del riformismo e della fase cosiddetta
"femminista" della Camusso, in cui delle donne è preso proprio il lato che
ne fa per la borghesia un pilastro del sistema, il sistema del capitale,
dell'eternità della sua gestione, del ruolo subordinato dei lavoratori e
dell'eterna oppressione, doppia per le donne, condivisa e partecipata.
Per questo ora bisogna tornare all'assunto iniziale. La Camusso è la persona
giusta, la donna giusta per il ruolo che il capitale assegna alla Cgil nella
fase del fascismo padronale..."
Questo articolo è parte dello Speciale Fiat "Fiat le armi della critica
contro il fascismo padronale", scritto principale del n.5 de La Nuova
Bandiera
Per richiedere tutta la rivista: ro.red at libero.it
Pubblicato da fannyhill a 18:25 0 commenti:
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