[Redditolavoro] Fwd: un impegno scritto a non suicidarsi

cybergodz cybergodz at ecn.org
Thu May 27 10:57:59 CEST 2010


GIRO PER CONOSCENZA
QUESTA SECONDO ME MERITA IN MODO PARTICOLARE
ECCO IL BELLO STILE DI VITA CHE VOGLIONO FARCI FARE.
MA, SE PERMETTETE, DETTO ALLA FRANCESE: ME LO PUPPANO

-------- Messaggio originale --------
Oggetto: [Figli di Godz] un impegno scritto a non suicidarsi
Data: Thu, 27 May 2010 01:51:54 -0700 (PDT)


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L'ultima frontiera del lavoro in Cina: un impegno scritto a non suicidarsi
HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH

Un impegno scritto a non suicidarsi: è la richiesta che Foxconn - 
l'azienda taiwanese che lavora in subappalto per giganti 
dell'informatica come Apple, Nokia e Dell - ha fatto ai suoi dipendenti 
dopo l'ondata di operai che si sono tolti la vita. Ancora non sono 
chiare le ragioni dei suicidi nella fabbrica a Shenzhen, in Cina 
meridionale (l'ultimo un diciannovenne che si è gettato da un balcone 
dopo appena 42 giorni di contratto), ma adesso in molti si interrogano 
sulle condizioni di vita all'interno degli stabilimenti, là dove vengono 
assemblati i gadget più ricercati sui mercati dell'Occidente (computer, 
console, cellulari di ultima generazione): orari di lavoro stremanti, 
brevi pause per il pranzo, riposo nei dormitori.

La strage silenziosa di cui i media si sono occupati in questi giorni ha
come epicentro Shenzhen, città artificiale nata alle porte di Hong Kong.
Città come queste nel mondo ce ne sono altre, tenute nascoste perchè la 
loro ragione di esistenza è solo quella della produzione e del profitto, 
dove le più basilari regole sono ignorate. La notizia che la Hon Hai 
Precision Industry, meglio conosciuta con il nome commerciale di 
Foxconn, abbia chiesto l'impegno scritto a non suicidarsi ai suoi 
lavoratori ha qualcosa di surreale, come se bastasse un po' di 
inchiostro su un pezzo di carta a "fermare" la disperazione che può 
portare un essere umano a togliersi la vita.
Dall'inizio dell'anno solo alla Foxconn sono stati 12 gli impiegati 
cinesi che si sono gettati nel vuoto; due sono rimasti gravemente 
feriti. Adesso l'iniziativa che qualcuno definisce bizzarra, ma sarebbe 
meglio dire cinica dell'azienda che ha chiesto ai dipendenti di firmare 
una lettera in cui promettono di non suicidarsi e anche ad acconsentire 
di esser mandati in istituzioni psichiatriche se cominciano ad apparire 
in "uno stato mentale o fisico abnorme": una scelta, si legge 
testualmente nella lettera, "per il mio bene e quello degli altri".

Mercoledì Terry Gou, il presidente e fondatore di Hon Hai Precision (che
impiega oltre 300mila persone a Shenzhen e 800mila in totale in tutto il
mondo) è arrivato da Taiwan a bordo del suo jet privato e ha chiesto 
scusa per i suicidi: ha illustrato le attrattive del complesso 
industriale di Longhua (una piscina olimpica, banche, strade alberate, 
posti per mangiare, i nuovi dormitori) ma ha difeso le pratiche di 
gestione del gruppo, negando che le morti siano legate alle condizioni 
di vita e di lavoro dei suoi dipendenti; ha anzi lasciato intendere che 
alcuni suicidi possano esser stati legati a problemi personali o di 
relazione. Ma intanto sono state tese reti attorno agli edifici per 
scoraggiare salti nel vuoto. Nel luglio scorso, il primo suicidio alla 
Foxconn aveva suscitato un grande scalpore in Cina: un dipendente, 
ritenuto responsabile dall'azienda della sparizione di un esemplare di 
un iPhone, confessò in un biglietto lasciato a un amico poco prima di 
morire di esser stato sottoposto a un'indagine "umiliante".

L'Apple, che prepara il lancio mondiale del suo iPad, si è detta 
"addolorata per i suicidi" e ha fatto sapere che ha avviato un'indagine 
sugli sforzi di Foxconn per evitarne di nuovi suicidi. Ma si e' 
rifiutato di chiarire se anche gli iPad, come l'iPhone, siano assemblati 
negli stabilimenti di Foxconn. Secondo Luis Woo, un responsabile del 
gruppo, il problema nasce in gran parte dal fatto che un "gran numero" 
di dipendenti siano tra i 18 e i 24 anni, l'età più colpita dai suicidi, 
e vive lontano dalla famiglia. Ma per i gruppi a difesa dei lavoratori, 
la catena di suicidi riflette le difficili condizioni di vita di milioni 
di operai in Cina, costretti a lunghe ore di lavoro, spesso interrotto 
solo da una breve pausa per il pranzo e un sonnellino, che vivono in 
dormitori e sono sottoposti a enormi pressioni. E a Hong Kong, i 
sindacati martedì hanno invitato a boicottare le nuove generazioni di 
iPhone, assemblati dalla Foxconn.

Si.Co.
in data:26/05/2010


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