[Redditolavoro] lavoratrici/ori coop sociali all' assemblea nazionale a Napoli
cobas_slai_palermo at libero.it
cobas_slai_palermo at libero.it
Wed May 19 20:02:54 CEST 2010
Da Palermo una delegazione di lavoratrici/ori precari delle cooperative
sociali
organizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe, in lotta in questi
mesi per difendere il posto di lavoro
Lavoratrici/ori Cooperative sociali
organizzati nello Slai Cobas per il sindacato di classe Palermo -
cobas_slai_palermo at libero.it
>>----Messaggio originale----
>>Da: cobasta at libero.it
>>Data: 17/05/2010 9.06
>>A: <redditolavoro at lists.ecn.org>
>>Ogg: [Redditolavoro] Fw: Appello assemblea unitaria promossa dai
disoccupati
>di Napoli e taranto
>>
>>
>>In allegato il file/appello di convocazione dell'assemblea
>>
>>
>>Appello assemblea unitaria
>>Napoli il 21 maggio 2010 ore 16.00 presso l'università di v.
>>Mezzocannone 16 aula T3
>>
>>PER L'ALLARGAMENTO DELLA LOTTA AUTORGANIZZATA E L'UNIFICAZIONE DI TUTTI
>>I SOGGETTI COLPITI DALLA CRISI.
>>
>>DISOCCUPATI ORGANIZZATI BANCHI NUOVI DI NAPOLI
>>DISOCCUPATI ORGANIZZATI-SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI TARANTO
>>
>>Per adesioni:
>>banchinuovi at hotmail.it / cobasta at fastwebnet.it
>>
>>prime adesioni:
>>M.D.A. Acerra (B. Buozzi) – M.D.A. Acerra (ex macello) – Corsisti
>>I.SO.LA. Scampia – Zona Orientale – Idea Nord – Rete Anticapitalista
>>Campana – Rete Campana Salute e Ambiente
>>
>>Appello assemblea unitaria
>>Napoli il 21 maggio 2010 ore 16.00 presso l’università di v. Mezzocannone
>16
>>aula T3
>>
>>PER L'ALLARGAMENTO DELLA LOTTA AUTORGANIZZATA E L’UNIFICAZIONE DI TUTTI I
>>SOGGETTI COLPITI DALLA CRISI.
>>
>>La crisi economica mondiale è ancora lontana da una prossima fine:
>>Governi, padroni e banche ne scaricano i costi sui lavoratori, sui
>>disoccupati, sui precari, sulle masse popolari.
>>Mentre migliaia di miliardi vengono stanziati per salvare le banche e
>>puntellare le grandi multinazionali, per i proletari si è aperto un sempre
>>più nero periodo di lacrime e sangue. Licenziamenti, abbassamento dei
>>salari, aumento della precarietà e disoccupazione, difficoltà a farsi o
>>mantenersi una famiglia, mettere su una casa, taglio alle spese sociali,
>>dalla scuola alla sanità, sono diventati una dura realtà per milioni di
>>proletari, strangolati anche da tasse, mutui multe e bollette.
>>L’OCSE e l’ONU ci fanno sapere che nel corso di quest’anno avremo 40
>milioni
>>di nuovi disoccupati nel mondo e centinaia di milioni saranno quelli
>ridotti
>>alla fame.
>>In questo quadro, la situazione italiana è, checché ne dicano i
>>Berlusca-Bossi-Tremonti ecc.ed i loro giornali-tv, tra le peggiori. La
>cassa
>>integrazione ha toccato i suoi massimi dall’inizio della crisi. Secondo l’
>INPS
>>la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 123,49% rispetto allo
>scorso
>>anno: ad oggi siamo già a 179.617.307 ore. Per la cassa integrazione
>>straordinaria va anche peggio: a febbraio è aumentata del 28,07% rispetto
a
>>gennaio. A soli tre mesi dall’inizio dell’anno, complessivamente sono un
>>milione e duecento mila i lavoratori in cassa integrazione e per la metà
di
>>questi non c’è futuro. Sono destinati a fare la stessa fine dei 380.000
>>licenziati nel solo 2009 e ad incrementare i numeri della disoccupazione
>che
>>continua a crescere senza sosta. Secondo l’ISTAT siamo ormai all’8,6%, che
>>guardando ai giovani arriva al 26,8%. Dati sottostimati (la stessa
>>Bankitalia calcola il 10% di disoccupazione che per il Sud si triplica) se
>>si considera che sono 3 milioni gli scoraggiati a trovare il lavoro e
>>milioni le donne che non ci provano neppure.
>>A pagare un prezzo molto alto sono i precari, quella marea di giovani con
>>contratti a tempo determinato, di collaborazione (co.co.co.), a progetto,
a
>>chiamata, e tutte la altre forme atipiche introdotte prima dal pacchetto
>>Treu -voluto dal governo di sinistra- e poi dalla legge 30 Biagi del
>governo
>>Berlusconi. Una manodopera usa e getta, con un salario che è un sogno
>quando
>>arriva agli 800- 900 euro, e che una volta buttata fuori non gode nemmeno
>>degli ammortizzatori sociali. Sono decine di migliaia ora quei precari
>>licenziati e la strage maggiore è opera dello stato con veri e propri
>>licenziamenti di massa nella scuola (insegnanti, personale ATA, ditte di
>>pulizia) e nel resto del pubblico impiego statale e degli enti locali.
>>Per chi un lavoro stabile ancora ce l'ha, aumenta il ricatto dei
>>padroni -alimentato anche dalla minaccia di chiusura e/o di trasferimento
>>delle produzioni all'estero- per imporre tagli al salario e l'aumento
dello
>>sfruttamento mentre nel settore pubblico le varie riforme di Brunetta e
>soci
>>stanno peggiorando condizioni di lavoro con ulteriori riduzioni salariali.
>>Padroni e governo, inoltre, usano la crisi come una clava contro i diritti
>>dei lavoratori. Con la recente approvazione del decreto legge 1167-
>collegato
>>lavoro- si smantellano tutte le barriere allo strapotere dei datori di
>>lavoro. L'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, in difesa del quale
>>erano scesi in piazza 3 milioni di lavoratori, viene ridotto a carta
>>straccia grazie alla imposizione dell'arbitrato come risoluzione delle
>>controversie di lavoro. In buona sostanza, questo cosiddetto “collegato al
>>lavoro” trasforma in legge la deroga ai contratti nazionali attraverso la
>>legittimazione dei contratti individuali contenenti clausole peggiorative
e
>>l'impossibilità per i lavoratori di rivolgersi al giudice per tutelare i
>>loro diritti ed impugnare i licenziamenti. Prevede inoltre un
>alleggerimento
>>delle sanzioni per il lavoro nero e le infrazioni sull'orario di lavoro,
>>estende i soggetti autorizzati all'intermediazione di manodopera (il nuovo
>>caporalato) e permette l'apprendistato a 15 anni come assolvimento
>>dell'obbligo scolastico. Ne parliamo al presente in quanto non crediamo di
>>lunga durata la battuta d’arresto posta dal temporaneo veto del Presidente
>>Napolitano.
>>Infatti, secondo il Ministro Sacconi questo è solo il 10 per cento di
>quanto
>>hanno intenzione di fare per riformare il mercato del lavoro. “Il nostro
>>obiettivo -ha detto- è il contratto a tempo determinato per tutti”. In
>altre
>>parole, la precarietà deve diventare la norma e i diritti pari a zero. Il
>>loro obiettivo è lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori.
>>Tutto questo avviene nel silenzio, di chi dovrebbe essere controparte di
>>padroni e governo, anzi, da parte del sindacato confederale e dei partiti
>>della cosiddetta 'sinistra' questo silenzio diventa assenso. Lo
>>smantellamento delle conquiste operato da tutti i governi dei padroni,
>anche
>>quelli considerati amici, e la politica dei sacrifici, della
>>compatibilità-concertazione con gli interessi delle aziende e della
>>cosiddetta 'economia nazionale', portate avanti in tutti questi anni dai
>>sindacati confederali, hanno determinato un arretramento non solo nelle
>>condizioni salariali e di lavoro ma soprattutto sul piano dell'unità e
>della
>>tenuta di tutta la classe operaia e le masse proletarie
>>Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Le lotte dei disoccupati, dei
>>precari e le lotte operaie in difesa del posto di lavoro non riescono a
>>superare la frantumazione e la divisione per diventare lotta unitaria e
>>generale.
>>E mentre Cisl-Uil si oppongono con sempre più determinazione a queste
>lotte,
>>la CGIL si guarda bene dal chiamare ad un vero scontro con padroni e
>>governo, limitandosi a mobilitazioni in ordine sparso, per settore, per
>>azienda. Preoccupata che la situazione possa sfuggire di mano, come più
>>volte ricorda lo stesso Epifani a chi vorrebbe liberarsi persino
>>dell'opposizione parolaia della CGIL, si limita a chiedere qualche
>>ammortizzatore sociale in più o qualche illusorio e poco credibile piano
>>aziendale alternativo, magari all'insegna del “verde” e della difesa dell’
>italianità
>>della produzioni, senza disturbare troppo il manovratore.
>>I tetti e le gru, fino, in qualche caso, al pacifico “sequestro” di
qualche
>>dirigente, sembrano essere l'unica chance lasciata ai lavoratori, precari
e
>>non, per attirare l'attenzione di una mano salvifica istituzionale. Ai
>>disoccupati e agli immigrati, da sempre utilizzati come arma di ricatto e
>di
>>pressione nei confronti dei lavoratori ancora stabili, si chiede di
>>arrangiarsi ed aspettare tempi migliori.
>>E’ ora di dire basta! Noi la crisi non la vogliamo pagare!
>>Noi vogliamo lavoro, la fine della precarietà, il blocco dei
licenziamenti,
>>salari decenti, salute e sicurezza, servizi sociali a partire da scuola e
>>sanità gratuita, vivere in un ambiente non devastato da produzioni e
>rifiuti
>>tossici, dalla lobby inceneritorista e del cemento, dagli accaparratori di
>>risorse (v. privatizzazione dell’acqua).
>>Come disoccupati organizzati Banchi Nuovi di Napoli e disoccupati
>>organizzati-Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto stiamo
>lottando
>>per questo e vogliamo contribuire allo sviluppo di un percorso unitario.
>>La disoccupazione, il lavoro nero, la precarietà sono le conseguenze di un
>>sistema, quello capitalista, basato sul profitto. Non si esce dalla
>>disoccupazione e dalla precarietà, se non si lavora per mettere fine allo
>>sfruttamento ed a una vita di fatica combattendo e rovesciando questo
>>sistema. Lavoratori, precari, disoccupati hanno in comune gli stessi
>nemici,
>>gli stessi interessi di fondo, e l’unica prospettiva : quella di lottare
>>insieme.
>>Come realtà autorganizzate siamo impegnati sui nostri territori nella
lotta
>>per ottenere uno sbocco lavorativo o comunque un reddito. Le nostre
>>mobilitazioni, hanno ottenuto risultati positivi sia sul piano del
>>riconoscimento politico-sociale che su quello specifico delle vertenze,
per
>>quanto ancora siamo lontani dagli obiettivi che ci poniamo. Il nostro
>>risultato maggiore è aver costruito strutture organizzate e una
>soggettività
>>non addomesticabile e con una attitudine unitaria rispetto alle altre
>lotte,
>>legando le nostre vertenze per lo sbocco lavorativo, alle mobilitazioni
per
>>l'ambiente e la salute (v. la battaglia per ottenere la raccolta
>>differenziata porta a porta e la bonifica del territorio), contro il caro
>>vita ed il taglio alle spese sociali, contro le spese militari e le
guerre,
>>contro il razzismo ed a fianco dei migranti. Anche per questo su di noi -
>>come sugli altri movimenti dei disoccupati organizzati - si abbatte, una
>>repressione sempre più forte. Preoccupano le controparti la
determinazione,
>>l’autonomia dei nostri movimenti e la volontà ad andare ben oltre le
nostre
>>vertenze locali puntando alla generalizzazione della lotta.
>>Oggi più che mai siamo convinti che l'intensificazione e l'allargamento
>>della lotta autorganizzata , l’unificazione di tutti i soggetti colpiti
>>dalla crisi, sono non solo necessari ma l’unica via per fronteggiare gli
>>attacchi di padroni e governo.
>>Per questo proponiamo un assemblea nazionale per dare inizio ad un
percorso
>>unitario con parole d’ordini unificanti.
>>Ci rivolgiamo in modo particolare a tutte le realtà di disoccupati in
>lotta,
>>che, come noi, hanno in atto vertenze territoriali nella consapevolezza
>che,
>>di fronte alle centinaia di migliaia di posti di lavoro già persi e che si
>>perderanno nel corso di quest'anno, le vertenze locali non bastano. Senza
>>una loro generalizzazione rischiano di restare isolate esponendosi non
solo
>>alla più facile repressione e a diventare preda di speculazioni
>clientelari,
>>ma anche a possibili insuccessi.
>>Dobbiamo contrastare insieme le campagne di criminalizzazione delle lotte
>>dei disoccupati che ancora più di prima sono, infatti, utilizzate per
>creare
>>contrapposizioni, concorrenza e divisioni non solo con gli altri
>>disoccupati, ma con i nuovi settori di senza lavoro.
>>E', quindi, indispensabile che proprio dalle realtà organizzate, nel
mentre
>>continuano a portare avanti i percorsi avviati per ottenere risposte ai
>>bisogni immediati dei disoccupati da essi organizzati, vengano proposte
>>unificanti con tutti i senza lavoro.
>>Tra queste va rilanciata la lotta per il Salario Garantito per tutti. Una
>>parola d'ordine non nuova per i movimenti di disoccupati ma che fino ad
ora
>>non ha visto il coagularsi di forze autorganizzate capaci di imporla sul
>>piano nazionale. Le diverse proposte di legge per il reddito sociale
>>presentate negli anni passati non hanno approdato a nulla per l'assenza di
>>un forte movimento generale sul piano nazionale capace di imporre questo
>>obiettivo.
>>Organizziamo una assemblea nazionale per costruire insieme, come
>>disoccupati, precari, licenziati, cassintegrati, altri settori sociali in
>>lotta, studenti, movimenti territoriali, ecc., questo movimento.
>>Tutti insieme alziamo la testa e facciamo pagare la crisi a coloro che ne
>>sono gli unici responsabili.
>>
>>L'assemblea si terrà a Napoli il 21 maggio 2010 alle ore 16.00 presso l’
>università
>>di v. Mezzocannone 16 aula T3
>>
>>
>>DISOCCUPATI ORGANIZZATI BANCHI NUOVI DI NAPOLI
>>DISOCCUPATI ORGANIZZATI-SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI TARANTO
>>
>>Per adesioni:
>>banchinuovi at hotmail.it / cobasta at fastwebnet.it
>>aderiscono:
>>M.D.A. Acerra (B. Buozzi) – M.D.A. Acerra (ex macello) – Corsisti I.SO.LA.
>>Scampia – Zona Orientale – Idea Nord – Rete Anticapitalista Campana – Rete
>>Campana Salute e Ambiente
>>
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>>__________ Informazione NOD32 5105 (20100511) __________
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