[Redditolavoro] Fw: Appello assemblea unitaria promossa dai disoccupati di Napoli e taranto

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Mon May 17 09:06:40 CEST 2010





In allegato il file/appello di convocazione dell'assemblea



Appello assemblea unitaria
Napoli il 21 maggio 2010 ore 16.00 presso l'università di v.
Mezzocannone 16 aula T3

PER L'ALLARGAMENTO DELLA LOTTA AUTORGANIZZATA E L'UNIFICAZIONE DI TUTTI
I SOGGETTI COLPITI DALLA CRISI.

DISOCCUPATI ORGANIZZATI BANCHI NUOVI DI NAPOLI
DISOCCUPATI ORGANIZZATI-SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI TARANTO

Per adesioni:
banchinuovi at hotmail.it / cobasta at fastwebnet.it

prime adesioni:
M.D.A. Acerra (B. Buozzi) – M.D.A. Acerra (ex macello) – Corsisti
I.SO.LA. Scampia – Zona Orientale – Idea Nord – Rete Anticapitalista
Campana – Rete Campana Salute e Ambiente

Appello assemblea unitaria
Napoli il 21 maggio 2010 ore 16.00 presso l’università di v. Mezzocannone 16 
aula T3

PER L'ALLARGAMENTO DELLA LOTTA AUTORGANIZZATA E L’UNIFICAZIONE DI TUTTI I 
SOGGETTI COLPITI DALLA CRISI.

La crisi economica mondiale è ancora lontana da una prossima fine:
Governi, padroni e banche ne scaricano i costi sui lavoratori, sui 
disoccupati, sui precari, sulle masse popolari.
Mentre migliaia di miliardi vengono stanziati per salvare le banche e 
puntellare le grandi multinazionali, per i proletari si è aperto un sempre 
più nero periodo di lacrime e sangue. Licenziamenti, abbassamento dei 
salari, aumento della precarietà e disoccupazione, difficoltà a farsi o 
mantenersi una famiglia, mettere su una casa, taglio alle spese sociali, 
dalla scuola alla sanità, sono diventati una dura realtà per milioni di 
proletari, strangolati anche da tasse, mutui multe e bollette.
L’OCSE e l’ONU ci fanno sapere che nel corso di quest’anno avremo 40 milioni 
di nuovi disoccupati nel mondo e centinaia di milioni saranno quelli ridotti 
alla fame.
In questo quadro, la situazione italiana è, checché ne dicano i 
Berlusca-Bossi-Tremonti ecc.ed i loro giornali-tv, tra le peggiori. La cassa 
integrazione ha toccato i suoi massimi dall’inizio della crisi. Secondo l’INPS 
la cassa integrazione ordinaria è cresciuta del 123,49% rispetto allo scorso 
anno: ad oggi siamo già a 179.617.307 ore. Per la cassa integrazione 
straordinaria va anche peggio: a febbraio è aumentata del 28,07% rispetto a 
gennaio. A soli tre mesi dall’inizio dell’anno, complessivamente sono un 
milione e duecento mila i lavoratori in cassa integrazione e per la metà di 
questi non c’è futuro. Sono destinati a fare la stessa fine dei 380.000 
licenziati nel solo 2009 e ad incrementare i numeri della disoccupazione che 
continua a crescere senza sosta. Secondo l’ISTAT siamo ormai all’8,6%, che 
guardando ai giovani arriva al 26,8%. Dati sottostimati (la stessa 
Bankitalia calcola il 10% di disoccupazione che per il Sud si triplica) se 
si considera che sono 3 milioni gli scoraggiati a trovare il lavoro e 
milioni le donne che non ci provano neppure.
A pagare un prezzo molto alto sono i precari, quella marea di giovani con 
contratti a tempo determinato, di collaborazione (co.co.co.), a progetto, a 
chiamata, e tutte la altre forme atipiche introdotte prima dal pacchetto 
Treu -voluto dal governo di sinistra- e poi dalla legge 30 Biagi del governo 
Berlusconi. Una manodopera usa e getta, con un salario che è un sogno quando 
arriva agli 800- 900 euro, e che una volta buttata fuori non gode nemmeno 
degli ammortizzatori sociali. Sono decine di migliaia ora quei precari 
licenziati e la strage maggiore è opera dello stato con veri e propri 
licenziamenti di massa nella scuola (insegnanti, personale ATA, ditte di 
pulizia) e nel resto del pubblico impiego statale e degli enti locali.
Per chi un lavoro stabile ancora ce l'ha, aumenta il ricatto dei 
padroni -alimentato anche dalla minaccia di chiusura e/o di trasferimento 
delle produzioni all'estero- per imporre tagli al salario e l'aumento dello 
sfruttamento mentre nel settore pubblico le varie riforme di Brunetta e soci 
stanno peggiorando condizioni di lavoro con ulteriori riduzioni salariali.
Padroni e governo, inoltre, usano la crisi come una clava contro i diritti 
dei lavoratori. Con la recente approvazione del decreto legge 1167-collegato 
lavoro- si smantellano tutte le barriere allo strapotere dei datori di 
lavoro. L'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, in difesa del quale 
erano scesi in piazza 3 milioni di lavoratori, viene ridotto a carta 
straccia grazie alla imposizione dell'arbitrato come risoluzione delle 
controversie di lavoro. In buona sostanza, questo cosiddetto “collegato al 
lavoro” trasforma in legge la deroga ai contratti nazionali attraverso la 
legittimazione dei contratti individuali contenenti clausole peggiorative e 
l'impossibilità per i lavoratori di rivolgersi al giudice per tutelare i 
loro diritti ed impugnare i licenziamenti. Prevede inoltre un alleggerimento 
delle sanzioni per il lavoro nero e le infrazioni sull'orario di lavoro, 
estende i soggetti autorizzati all'intermediazione di manodopera (il nuovo 
caporalato) e permette l'apprendistato a 15 anni come assolvimento 
dell'obbligo scolastico. Ne parliamo al presente in quanto non crediamo di 
lunga durata la battuta d’arresto posta dal temporaneo veto del Presidente 
Napolitano.
Infatti, secondo il Ministro Sacconi questo è solo il 10 per cento di quanto 
hanno intenzione di fare per riformare il mercato del lavoro. “Il nostro 
obiettivo -ha detto- è il contratto a tempo determinato per tutti”. In altre 
parole, la precarietà deve diventare la norma e i diritti pari a zero. Il 
loro obiettivo è lo smantellamento dello Statuto dei lavoratori.
Tutto questo avviene nel silenzio, di chi dovrebbe essere controparte di 
padroni e governo, anzi, da parte del sindacato confederale e dei partiti 
della cosiddetta 'sinistra' questo silenzio diventa assenso. Lo 
smantellamento delle conquiste operato da tutti i governi dei padroni, anche 
quelli considerati amici, e la politica dei sacrifici, della 
compatibilità-concertazione con gli interessi delle aziende e della 
cosiddetta 'economia nazionale', portate avanti in tutti questi anni dai 
sindacati confederali, hanno determinato un arretramento non solo nelle 
condizioni salariali e di lavoro ma soprattutto sul piano dell'unità e della 
tenuta di tutta la classe operaia e le masse proletarie
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Le lotte dei disoccupati, dei 
precari e le lotte operaie in difesa del posto di lavoro non riescono a 
superare la frantumazione e la divisione per diventare lotta unitaria e 
generale.
E mentre Cisl-Uil si oppongono con sempre più determinazione a queste lotte, 
la CGIL si guarda bene dal chiamare ad un vero scontro con padroni e 
governo, limitandosi a mobilitazioni in ordine sparso, per settore, per 
azienda. Preoccupata che la situazione possa sfuggire di mano, come più 
volte ricorda lo stesso Epifani a chi vorrebbe liberarsi persino 
dell'opposizione parolaia della CGIL, si limita a chiedere qualche 
ammortizzatore sociale in più o qualche illusorio e poco credibile piano 
aziendale alternativo, magari all'insegna del “verde” e della difesa dell’italianità 
della produzioni, senza disturbare troppo il manovratore.
I tetti e le gru, fino, in qualche caso, al pacifico “sequestro” di qualche 
dirigente, sembrano essere l'unica chance lasciata ai lavoratori, precari e 
non, per attirare l'attenzione di una mano salvifica istituzionale. Ai 
disoccupati e agli immigrati, da sempre utilizzati come arma di ricatto e di 
pressione nei confronti dei lavoratori ancora stabili, si chiede di 
arrangiarsi ed aspettare tempi migliori.
E’ ora di dire basta! Noi la crisi non la vogliamo pagare!
Noi vogliamo lavoro, la fine della precarietà, il blocco dei licenziamenti, 
salari decenti, salute e sicurezza, servizi sociali a partire da scuola e 
sanità gratuita, vivere in un ambiente non devastato da produzioni e rifiuti 
tossici, dalla lobby inceneritorista e del cemento, dagli accaparratori di 
risorse (v. privatizzazione dell’acqua).
Come disoccupati organizzati Banchi Nuovi di Napoli e disoccupati 
organizzati-Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto stiamo lottando 
per questo e vogliamo contribuire allo sviluppo di un percorso unitario.
La disoccupazione, il lavoro nero, la precarietà sono le conseguenze di un 
sistema, quello capitalista, basato sul profitto. Non si esce dalla 
disoccupazione e dalla precarietà, se non si lavora per mettere fine allo 
sfruttamento ed a una vita di fatica combattendo e rovesciando questo 
sistema. Lavoratori, precari, disoccupati hanno in comune gli stessi nemici, 
gli stessi interessi di fondo, e l’unica prospettiva : quella di lottare 
insieme.
Come realtà autorganizzate siamo impegnati sui nostri territori nella lotta 
per ottenere uno sbocco lavorativo o comunque un reddito. Le nostre 
mobilitazioni, hanno ottenuto risultati positivi sia sul piano del 
riconoscimento politico-sociale che su quello specifico delle vertenze, per 
quanto ancora siamo lontani dagli obiettivi che ci poniamo. Il nostro 
risultato maggiore è aver costruito strutture organizzate e una soggettività 
non addomesticabile e con una attitudine unitaria rispetto alle altre lotte, 
legando le nostre vertenze per lo sbocco lavorativo, alle mobilitazioni per 
l'ambiente e la salute (v. la battaglia per ottenere la raccolta 
differenziata porta a porta e la bonifica del territorio), contro il caro 
vita ed il taglio alle spese sociali, contro le spese militari e le guerre, 
contro il razzismo ed a fianco dei migranti. Anche per questo su di noi - 
come sugli altri movimenti dei disoccupati organizzati - si abbatte, una 
repressione sempre più forte. Preoccupano le controparti la determinazione, 
l’autonomia dei nostri movimenti e la volontà ad andare ben oltre le nostre 
vertenze locali puntando alla generalizzazione della lotta.
Oggi più che mai siamo convinti che l'intensificazione e l'allargamento 
della lotta autorganizzata , l’unificazione di tutti i soggetti colpiti 
dalla crisi, sono non solo necessari ma l’unica via per fronteggiare gli 
attacchi di padroni e governo.
Per questo proponiamo un assemblea nazionale per dare inizio ad un percorso 
unitario con parole d’ordini unificanti.
Ci rivolgiamo in modo particolare a tutte le realtà di disoccupati in lotta, 
che, come noi, hanno in atto vertenze territoriali nella consapevolezza che, 
di fronte alle centinaia di migliaia di posti di lavoro già persi e che si 
perderanno nel corso di quest'anno, le vertenze locali non bastano. Senza 
una loro generalizzazione rischiano di restare isolate esponendosi non solo 
alla più facile repressione e a diventare preda di speculazioni clientelari, 
ma anche a possibili insuccessi.
Dobbiamo contrastare insieme le campagne di criminalizzazione delle lotte 
dei disoccupati che ancora più di prima sono, infatti, utilizzate per creare 
contrapposizioni, concorrenza e divisioni non solo con gli altri 
disoccupati, ma con i nuovi settori di senza lavoro.
E', quindi, indispensabile che proprio dalle realtà organizzate, nel mentre 
continuano a portare avanti i percorsi avviati per ottenere risposte ai 
bisogni immediati dei disoccupati da essi organizzati, vengano proposte 
unificanti con tutti i senza lavoro.
Tra queste va rilanciata la lotta per il Salario Garantito per tutti. Una 
parola d'ordine non nuova per i movimenti di disoccupati ma che fino ad ora 
non ha visto il coagularsi di forze autorganizzate capaci di imporla sul 
piano nazionale. Le diverse proposte di legge per il reddito sociale 
presentate negli anni passati non hanno approdato a nulla per l'assenza di 
un forte movimento generale sul piano nazionale capace di imporre questo 
obiettivo.
Organizziamo una assemblea nazionale per costruire insieme, come 
disoccupati, precari, licenziati, cassintegrati, altri settori sociali in 
lotta, studenti, movimenti territoriali, ecc., questo movimento.
Tutti insieme alziamo la testa e facciamo pagare la crisi a coloro che ne 
sono gli unici responsabili.

L'assemblea si terrà a Napoli il 21 maggio 2010 alle ore 16.00 presso l’università 
di v. Mezzocannone 16 aula T3


DISOCCUPATI ORGANIZZATI BANCHI NUOVI DI NAPOLI
DISOCCUPATI ORGANIZZATI-SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE DI TARANTO

Per adesioni:
banchinuovi at hotmail.it / cobasta at fastwebnet.it
aderiscono:
M.D.A. Acerra (B. Buozzi) – M.D.A. Acerra (ex macello) – Corsisti I.SO.LA. 
Scampia – Zona Orientale – Idea Nord – Rete Anticapitalista Campana – Rete 
Campana Salute e Ambiente








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