[Redditolavoro] Fw: [BSF] L'ACQUA NON SI VENDE
Massimo Reggiani
remax1961 at libero.it
Wed May 5 23:28:32 CEST 2010
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Sent: Wednesday, May 05, 2010 1:31 PM
Subject: [BSF] L'ACQUA NON SI VENDE
L'ACQUA NON SI VENDE
Firmiamo i tre referendum per difendere l'acqua pubblica
Una battaglia di civiltà, una battaglia contro il capitalismo
GIOVEDI 06/05
DALLE ORE 17 E' POSSIBILE FIRMARE AL BANCHETTO DAVANTI AL CIVICO 87 (FRONTE
COOP) DI VIA SAN DONATO.
OGNI LUNEDI DALLE ORE 21 E' POSSIBILE FIRMARE IN VIA CUCCOLI 1/C PRESSO LA
SEDE DEL PCL
La privatizzazione dell'acqua è un capitolo dell'offensiva capitalistica
contro i diritti dei cittadini e dei lavoratori perappropriarsi dei beni
comuni (i beni di tutti). Il capitale vuole mettere le mani sull'acqua -
bene comune essenziale, da cui dipende la vita e la prosperità di tutti -
per fare profitti sicuri su una risorsa che in seguito alla crisi ecologica
e aicambiamenti climatici sta diventando sempre più scarsa e preziosa.
Ma dove l'acqua è stata privatizzata, la situazione è drasticamente
peggiorata: le tariffe sono aumentate, i servizi peggiorati, gli
investimenti ridotti, l'accesso è diventato impossibile per i più poveri.
Ciò ha provocato proteste generali (come ad Aprilia in Lazio) e vere e
proprie rivolte (a Cochabamba in Bolivia nel 2000), ma anche la decisione di
tornare indietro, di tornare alla gestione pubblica: così ha fatto Parigi,
dopo 25 anni di gestione privata fallimentare...
In Italia la privatizzazione è ora obbligatoria!
In Italia negli ultimi anni tutti i governi (di centrodestra e
centrosinistra) hanno promosso la privatizzazione dell'acqua.
Ma il governo Berlusconi ha addirittura stabilito l'obbligo di privatizzare
i servizi pubblici locali. Ciò significa che dal 1 gennaio 2012 l'acqua
finirà nelle mani di qualche società privata, magari una multinazionale, a
cui, per sovrappiù, sarà garantito per legge un profitto del 7% sul capitale
investito!
In altre parole: ormai l'acqua è una merce come le altre, soggetta alla
speculazione e al profitto, e sta per essere definitivamente privatizzata.
Da cittadini-padroni diventeremo clienti-dipendenti; le comunità locali
perderanno il controllo su una risorsa vitale e d'ora in poi dipenderanno da
una qualche multinazionale lontana. Tutto ciò è inaccettabile!
Con i referendum possiamo decidere noi!
Con i referendum, promossi da un larghissimo fronte di associazioni e
soggetti di vario orientamento politico e ideale, possiamo fermare questa
deriva, possiamo decidere noi. Con i tre referendum si chiede:
1. di fermare la privatizzazione dell'acqua, cancellando l'art. 23 bis della
legge 133/2008 che obbliga a privatizzare i servizi pubblici locali;
2. di aprire la strada a una vera gestione pubblica, cancellando l'art. 150
del decreto legislativo 152/2006 cheaffida l'acqua a società di capitale;
3. di stabilire che l'acqua non è una merce, cancellando l'art. 154 del
decreto legislativo 152/2006 che prevedeche le tariffe dei servizi
garantiscano un profitto sul capitale investito.
Che cosa rivendichiamo
. il riconoscimento dell'acqua come bene comune e diritto universale
incondizionato;
. un concreto miglioramento del servizio offerto ai cittadini e un serio
impegno contro l'inquinamento e gli sprechi;
. la difesa di tutte le risorse idriche (fonti, acque di superficie, falde,
acque di scarico...) per il loro fondamentale valore ecologico e una
gestione razionale integrata di tutti gli usi (civili, produttivi,
ricreativi...);
. una gestione sottratta alla speculazione e al profitto, in cui sia data
priorità ai bisogni e ai diritti delle persone e delle comunità e siano
rispettate le compatibilità ambientali;
. il controllo dei lavoratori, degli utenti e delle comunità locali.
Vincere questa battaglia per dare un segnale di svolta
Conquistare e vincere i referendum per l'acqua è molto importante anche per
dare un segnale più generale di svolta:
. per fermare la privatizzazione dei beni comuni, il saccheggio
privatistisco del territorio e lo smantellamento dei servizi pubblici
(scuola, sanità, previdenza, casa, trasporti ...);
. per difendere i diritti dei lavoratori e combattere la precarizzazione del
lavoro;
. per rivendicare una gestione della cosa pubblica sottratta alle clientele
e alla corruzione e sottoposta al controllo dei lavoratori e degli utenti;
. per rilanciare la lotta per un'altra economia, in cui la produzione e la
distribuzione dei beni e dei servizi
fondamentali siano sottratte all'anarchia del mercato, alla speculazione
privata e alla molla del profitto e siano affidate alla proprietà comune e
alla gestione collettiva, fondate sulla pianificazione democratica e sul
controllo dei lavoratori, degli utenti e delle comunità, e in cui a contare
siano i bisogni e i diritti delle persone, nel quadro di un equilibrato
rapporto con l'ambiente naturale e della preservazione del pianeta per le
generazioni future.
Oggi la battaglia per l'acqua può e deve diventare l'occasione per unire in
un vasto fronte contro il capitale e il governo tutte quelle domande
democratiche, sociali ed ecologiche che hanno bisogno di una prospettiva
generale per esprimersi, che chiedono un'alternativa di società e di potere.
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