[Redditolavoro] AI LAVORATORI LE BOTTE, AI CAPORALI LE MAZZETTE Dietro la logistica lombarda, un giro di sporchi affari.
SLAI Cobas Cremona
slaicobascremona at gmail.com
Mon Mar 15 12:41:13 CET 2010
*A**I LAVORATORI LE BOTTE**, **AI CAPORALI LE MAZZETTE*
*Dietro la logistica lombarda, un giro di sporchi affari.*
*Una storia che nasce dallo sfruttamento degli operai e finisce con le
speculazioni finanziarie.*
*d. e.*
La logistica è un settore economico strategico, che rende bei quattrini a
padroni e padroncini.
Soprattutto rende a quei moderni «mercanti di schiavi», che gestiscono la
forza lavoro.
Nella stragrande maggioranza, i lavoratori della logistica sono extra
comunitari, sottoposti a un estremo sfruttamento, in condizioni lavorative
prive della minima tutela, in un clima di ricatti e di minacce, grazie alla
legge Bossi-Fini.
Ma anche la pazienza ha un limite e, di fronte all’ennesimo giro di vite, i
lavoratori hanno detto basta! E così negli ultimi mesi sono scoppiate lotte
in alcuni importanti centri logistici delle province di Varese, Milano,
Pavia e di Lodi, la cui attività riguarda soprattutto grandi catene
commerciali.
Le vertenze, sostenute dallo Slai-Cobas, hanno messo in luce molte
porcherie.
Per prima cosa, si è visto che in queste lotte erano assenti, se non
avversi, i tre sindacati confederali: CGIL, CISL, UIL. E presto si è capito
perché fossero assenti.
- La gestione dei lavoratori è affidata a cooperative, dove i
soci-lavoratori hanno tutti i doveri e nessun diritto. In poche parole
devono solo obbedire ai soci-caporali.
- Le cooperative sono organizzate e dirette da molti ex sindacalisti, ben
ammanicati con il «mondo del lavoro», ovvero con le Camere del Lavoro, gli
Ispettorati del Lavoro e le Asl.
Dopo che le lotte hanno messo a nudo queste connivenze, qualche cosa è
andata storta e, finalmente, qualcuno è stato preso con le mani nel sacco.
Si è scoperto che l’amministratore delegato della Morgan Facility Management
SpA, Morgan Fumagalli, aveva a libro paga Alfonso Filosa, ex direttore
dell’Ufficio Provinciale del Lavoro di Piacenza, nonché il segretario
provinciale della CISL, Gianni Salerno, e un altro sindacalista CISL,
Giorgio Cantarelli. Costoro, in cambio di un pugno di euro, garantivano un
comportamento «morbido», in caso di ispezioni nelle aziende di logistica,
presso le quali Morgan Facility Management prestava servizi di pulizia, di
facchinaggio o di «prestazione» di manodopera [«La Cronaca», edizione di
Piacenza, 10 marzo 2010, pp. 6 e 7].
Lo scorso febbraio, nel corso della dura lotta della GLS di Cerro al Lambro
(Lodi), il sindacalista CISL si distinse per la sua azione antioperaia,
scagliandosi in particolare contro lo Slai-Cobas, che stava gestendo la
vertenza. Doveva ben guadagnarsi il suo sporco compenso.
*PRENDI I SOLDI E SCAPPA*
A noi non interessa sapere chi è il corruttore e chi è il corrotto, è un
compito che lasciamo alla magistratura. Quello che vediamo è un padrone che
paga alcune persone, tra cui un funzionario dello Stato e due sindacalisti,
al fine di ottenere un «servizio», ovvero la possibilità di fare in pace i
propri affari. Alla faccia dei diritti e della sicurezza dei lavoratori!
Questa meretricio presenta però molti altri aspetti, sui quali è molto
istruttivo fare luce. Vediamo allora chi è Morgan Fumagalli e che cosa è la
Morgan Facility Management.
Morgan Fumagalli è un giovane manager milanese che si è fatto le ossa come
capo del personale in una multinazionale del lavoro interinale, ovvero del
lavoro precario in appalto, proliferato grazie alla Legge Biagi. Dopo di
che, ha fondato la Morgan Facility Management SpA, un’impresa che si occupa
di «Facility», ovvero, detto in italiano, offre alle aziende una serie di
servizi: pulizie, manutenzione, sorveglianza, nonché la logistica (vedi il
sito: /www.mfmanagement.it/).
Ovviamente, questi servizi sono svolti da lavoratori, che qualcuno provvede
ad «arruolare». Infatti, questi lavoratori non sono certo dipendenti diretti
della Morgan Facility Management SpA, che risulta averne meno di dieci
(vedi il sito:
http://www.impresaitalia.info/MSTDB81017252/morganfacility-management-a/milano.aspx/
).
Il fatturato, «sorprendentemente», è compreso tra i 5 e i 13 milioni di
euro. Una bella cifra, per un’impresa che conta meno di dieci dipendenti!
Per farla breve, la Morgan Facility Management SpA subappalta i lavori a
cooperative compiacenti. Solo nel Piacentino, è stato stimato un giro di
affari annuo attorno ai due milioni di euro. Cifra raggiunta grazie al
supersfruttamento dei lavoratori, condito con l’evasione fiscale e
previdenziale (Inps e Inail), assicurata da un sistema di «scatole cinesi»,
chiudendo le vecchie cooperative e aprendone di nuove, secondo le necessità
[vedi:
http://www.inail.it/repository/ContentManagement/information/P1214322374/QDU2F.pdf/
].
Questa gallina dalle uova d’ora ha consentito a Morgan Fumagalli di tentare
nuove avventure.
Seguendo la carriera del giovin rampante milanese, sappiamo che ha aperto
filiali in Inghilterra e anche in Russia [vedi:
http://www.morganhunt.com/about-us/morgan-hunt-group/], ... ma soprattutto
veniamo a sapere che ha preso la residenza nel noto paradiso fiscale di
Lugano, dove ha inaugurato un’attività finanziaria (*hedge funds*?), la
Morgan Fumagalli & Partners SA, con interessi anche nel campo immobiliare e
in qualche altro promettente settore (biotecnologie) [vedi:
http://www.foglioitaliano.com/pdf/Foglio_106_settembre_07.pdf/].
Come si vede, i soldi ricavati dallo sfruttamento dei lavoratori delle
cooperative padane finiscono in quell’infernale girone speculativo, in cui
oggi il capitalismo si dibatte, senza soluzione di continuità.
E domani, non stupirebbe scoprire che il brillante Morgan non è altro che
una «testa di turco» di un ben più alto giro di affari.
*RITORNO AL PASSATO? NO, AL FUTURO**!*
Tutta la faccenda rivela quello stretto legame tra lavoro schiavistico e
speculazione finanziaria, che è l’aspetto tipico dell’attuale fase economica
e che la crisi sta solo portando alle sue estreme conseguenze.
Le cooperative della logistica dimostrano in modo esemplare che oggi lo
sfruttamento degli operai viene esasperato, in quanto è l’unica fonte da cui
ricavare la ricchezza, ovvero il plusvalore. Non ci sono cazzi: è solo il
plusvalore estorto agli operai che fornisce i capitali per le più
spericolate speculazioni, di cui ci parlano le cronache quotidiane. La folle
illusione di creare ricchezza in tempi sempre più brevi è una sfida
permanente al rischio inevitabile di bruciare ricchezza, condannando alla
miseria i proletari.
Ma per quanto traballante, la baracca capitalista assicura sempre grandi
privilegi a una folta schiera di sfruttatori e di faccendieri.
Si capisce allora che, per mantenere i propri privilegi, costoro sono
disposti a tutto, pur di sottomettere gli operai, facendoli lavorare nelle
più bestiali condizioni.
Le mazzette elargite a sindacalisti e a funzionari dello Stato, per quanto
ricche, sono una piccola cosa, rispetto alla ricchezza ottenuta dallo
sfruttamento degli operai. Oltre alle mazzette, ci sono gli onorari e i
compensi, pagati a diverso titolo a commercialisti e ad avvocati, a
professionisti e a faccendieri, ai consulenti finanziari e alle «escort»,
per finire con gli indispensabili guardaspalle.
Tutti costoro formano una vasta rete di interessi, e di quattrini,
alimentata solo dallo sfruttamento degli operai.
Si capisce infine la violenza repressiva dello Stato, che viene scatenata
contro ogni minima protesta operaia, che può mettere in discussione questo
sistema di sfruttamento e di oppressione.
Milano, 15 marzo 2010.
--
SLAI Cobas
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