[Redditolavoro] [Fwd: I: 25 Giugno SCIOPERO GENERALE!]

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Thu Jun 24 11:06:18 CEST 2010


---------------------------- Original Message ----------------------------
Subject: I: 25 Giugno SCIOPERO GENERALE!
From:    "anna kaufmann" <annadifrancia77 at yahoo.it>
Date:    Thu, June 24, 2010 9:42 am
To:      qu_bi at yahoogroups.com
         telviola at ecn.org
         telviola_t28 at inventati.org
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--- Mer 23/6/10, Centro Sociale Vittoria - Milano <vittoria at ecn.org> ha
scritto:


Da: Centro Sociale Vittoria - Milano <vittoria at ecn.org>
Oggetto: 25 Giugno SCIOPERO GENERALE!
A: annadifrancia77 at yahoo.it
Data: Mercoledì 23 giugno 2010, 16:23













NEWSLETTER CSA VITTORIA-Milano
via Friuli ang. Muratori 43
www.csavittoria.org
vittoria at ecn.org














SCIOPERO GENERALE!
Facciamo pagare la crisi ai padroni e ai loro governi di centrodestra e
centrosinistra!
 
 
I compagni e le compagne del C.S.A. Vittoria invitano a partecipare alla
mobilitazione e sciopero generale di venerdì 25 giugno 2010 e sostengono
con forza la decisione dei lavoratori/trici riuniti in assemblea alla
Maflow di convergere sino all'ASSOLOMBARDA, sede in cui riduzione dei
salari, diffusione della precarietà, aumento dello sfruttamento e tagli
alla spesa sociale sono programmati dai padroni, reali responsabili della
crisi in cui versa l'economia mondiale.
Riteniamo questa la scelta politica più coerente con l'ineludibile
obiettivo della ricomposizione dei percorsi di lotta che agitano il
territorio metropolitano: obbligo (e sfida) che, in questa fase, dovrebbe
caratterizzare l'azione politico-sindacale prescindendo da sterili logiche
di bandiera e/o di appartenenza per sviluppare un fronte di classe il più
ampio e determinato possibile che rifiuti e denunci con chiarezza l‘
“opposizione concertativa” della CGIL comunque pronta, ove venissero
ristabilite le condizione per una “corretta concertazione”, a tornare
al proprio ruolo di gestione e di garante della perpetuazione dell'attuale
organizzazione capitalistica dei rapporti di classe.    
Alla ferocia dell'attacco classista sferrato dal padronato e dai suoi
complici di classe (governi, partiti e sindacati conniventi) deve essere
necessariamente opposta, da coloro che subiscono le conseguenze della
crisi, l’unità  dei lavoratori (e, in generale, degli strati popolari)
per recuperare un rapporto di forza tale che permetta la costruzione di
una risposta efficace in una prospettiva anticapitalista.
Le diverse forme in cui si sta sviluppando l'offensiva capitalistica alle
condizioni di vita e di lavoro di milioni di proletari (comunque non
limitata ai confini nazionali di ogni paese) è infatti sempre più
stringente e tesa alla conclusione di quel percorso di devastazione delle
residue garanzie e del salario dei lavoratori necessario per recuperare
margini di profitto sempre più risicati.
La socializzazione delle ingenti perdite e dei debiti accumulati che, sin
dall'esplosione della crisi ha caratterizzato le prime misure adottate per
attenuarne le conseguenze, è necessaria ma non sufficiente al
capitalismo italiano che, conscio dell'occassione irripetibile che
comunque la crisi offre, ha programmato la cancellazione definitiva tra
gli altri del diritto di sciopero e del contratto collettivo nazionale di
lavoro.
Il contratto separato sottoscritto da Federmeccanica con la complicità di
FIM e UILM, il collegato lavoro, la manovra finanziaria, il progetto di
riforma dell'art. 41 della costituzione per eliminare qualsiasi vincolo
sociale all'azione economica capitalistica e il ricatto cui sono
sottoposti i lavoratori e le lavoratrici di Pomigliano d'Arco (laboratorio
per un futuro di sfruttamento non limitato a quella singola fabbrica),
svelano la volontà di annientare la capacità di resistenza collettiva e
sindacale dei lavoratori contro l’arroganza e lo strapotere padronale.
L’affondo sulle privatizzazioni di scuola e università, il tentativo di
smantellare definitivamente la pubblica amministrazione anche attraverso
l’attacco ai lavoratori pubblici e i tagli al personale, il razzismo
diffuso, sono ulteriori strumenti utilizzati per recuperare quote di
profitto in una situazione di crisi generalizzata.
E, ribadiamo, per combattere tutto questo è necessario che ogni momento
di conflittualità, ogni vertenza che si sviluppi sia nei luoghi di lavoro
su salario e condizioni di lavoro che sul territorio sul diritto alla
casa, a una sanità pubblica ad una socialità non mercificata, debba
superare le proprie specificità ed essere finalizzata a rafforzare un
fronte di contrapposizione sociale alle politiche neoliberiste per creare
e organizzare percorsi di lotta generalizzati per migliori condizioni di
vita dei lavoratori e delle lavoratrici e porre la questione del
superamento dell’attuale organizzazione capitalistica del lavoro. 
La lotta e l’unità  tra lavoratori di ogni settore è l’unica arma
che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di
pagare i costi della loro crisi! 
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