[Redditolavoro] Noi donne in lotta...comunicato sugli arresti di Michela

lav tavolo4 at gmail.com
Sat Jun 19 15:10:19 CEST 2010


“In questo mondo di cyberpoliziotti noi vogliamo esplorare il nostro
universo immaginario, i nostri desideri e sogni di potere. Vogliamo
disegnare l’avvenire a nostra immagine” Rosi Braidotti

Il 31 maggio l’ultima udienza del processo per resistenza a pubblico
ufficiale a Michela, arrestata il 10 aprile scorso a Perugia mentre
trascorreva una serata tra amici, è stata rimandata al 30 giugno 2010.

Dopo un primo periodo di mobilitazione, che ha visto prevalentemente
un’attivazione sul piano personale e relazionale, noi del Collettivo
Sommosse Perugia riusciamo ad uscire soltanto adesso con un comunicato
ufficiale sull’aggressione subita, perché quanto accaduto a Michela è
da considerare la situazione più critica da noi vissuta fin dall’inizio
della nostra breve storia.

Un’azione repressiva del tutto gratuita e sovradimensionata, una vera e
propria azione dimostrativa da parte delle forze di polizia che aspirano al
governo della città di Perugia, che si conferma territorio privilegiato di
sperimentazione di politiche della paura e del controllo.

Un’azione repressiva forte e indiscriminata, criminalizzante gli stili di
vita, che ha colpito più duramente chi da sempre ha fatto sua
l’opposizione al securitarismo e alle retoriche dei divieti, delle
restrizioni, delle recinzioni .

Dal 10 aprile fino ad oggi si è andata progressivamente delineando sui
giornali come nell’aula di tribunale una ricostruzione della vicenda che
vede la stigmatizzazione dell’unica donna arrestata come la
“deviante”: colpevole di avere fatto degenerare la situazione nel corso
di un “normale” di controllo di polizia, responsabile del
coinvolgimento degli altri due ragazzi arrestati e infine legittimante la
reazione repressiva da parte delle forze dell’ordine.

La retorica con la quale si vuole dipingere Michela come il pericoloso
soggetto da cui è scaturito il “problema di ordine pubblico” riprende
lo stereotipo sin troppo facile da ricalcare della donna aggressiva,
ribelle e indisciplinata attraverso il quale da sempre si criminalizza,
colpevolizza e reprime la capacità reattiva e la forza di
autodeterminazione delle donne. Una forza sovversiva che si tenta in ogni
modo di restringere e contenere entro un sistema normalizzante e repressivo
“ordinario”.

In un momento di difficile gestione della città, a causa di diffuse e
capillari politiche di repressione con le quali anche a Perugia si tenta di
governare una crisi profonda e generalizzata che d’altro canto non vede
una risposta forte da parte di chi questa crisi la subisce in misura
maggiore (donne, migranti, giovani, precar*), noi intendiamo proseguire il
nostro percorso di riconquista della città, di riconquista dei nostri
corpi e dei nostri spazi, del nostro futuro.

Per questo saremo presenti alla due giorni su sicurezza, carcere e
proibizionismo che si sta organizzando a Perugia per il 25 e 26 giugno
prossimi, nella quale porteremo i nostri contributi sulla decostruzione del
concetto di SICUREZZA che per noi significa libertà dalla violenza di
genere, libertà dal controllo e dalle recinzioni, libertà di scelta e
autodeterminazione, accesso al reddito, alla mobilità, alla cultura, alla
felicità.

Noi ragazze in lotta, ragazze cattive, vogliamo un presente in cui poter
vivere e un futuro in cui poterci specchiare

Collettivo Femminista Sommosse Perugia






More information about the Redditolavoro mailing list