[Redditolavoro] Fw: lettera a Berlusconi da L'aquila

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Tue Jun 15 06:56:00 CEST 2010


da Antonietta Centofanti, del comitato vittime della casa
dello studente

“Bisogna rispondere, ma con le dovute maniere”.
E’ questa la prima cosa che ci siamo detti noi familiari delle giovani
vittime della casa dello
studente a fronte delle stupefacenti   esternazioni di Berlusconi.
Noi, che abbiamo  perso tutto, che non avremo più un futuro perché la morte
di un figlio azzera ogni
prospettiva, siamo stati e siamo  capaci di autocontrollo e di rispetto.
Due atteggiamenti che hanno scandito il nostro  percorso di dolore, la
nostra richiesta di giustizia.
Atteggiamenti di cui il premier dovrebbe fare largo uso in situazioni
estremamente delicate, anziché
attaccare, come è ormai consuetudine, la magistratura e accusare coloro che
sono stati colpiti da
lutti immedicabili e che, forse, si sarebbero potuti evitare, di
incontrollabile furia omicida.
Non si può che gridare Vergogna dinanzi a tanta insensibilità e ad un
linguaggio profondamente
offensivo.
E non si può non pensare che, magari, ci troviamo di fronte ad un gioco
sporco, che si fa beffe
anche dell’etica istituzionale: utilizzare pretesti, calunnie e sospetti per
abbandonare L’Aquila al
suo destino. Ma sarebbe veramente troppo e drammaticamente triste, poiché
significherebbe usare il
nostro dolore.
  Berlusconi farebbe bene a leggere la lettera che Bertolaso, Capo della
Protezione Civile, in data
5 luglio 2009, inviò a Sergio Bianchi, padre di Nicola, che non c’è più,
nella quale al disperato
grido di dolore di questo padre risponde:”I morti dell’Aquila potevano non
esserci e soprattutto
essere molto meno tra i giovani.
Confido in coloro che devono, per loro compito, individuare responsabilità
personali dirette,
omissioni dolose, irresponsabilità colpevoli, perché è giusto che non si
chiami disgrazia o fatalità
ciò che poteva essere evitato, ma accetto di essere parte di una classe
dirigente che, nel suo
insieme, non ha saputo fare ciò che era possibile per evitare lutti e dolori
a tante, troppe persone”.
Al premier, inoltre, sfugge un piccolo, non trascurabile dettaglio: gran
parte degli studenti che
hanno perso la vita, in quella tragica notte, erano “fuori sede”, ossia
provenivano dalle regioni
limitrofe.
Cosa farà allora? Richiamerà la Protezione Civile anche dalla Basilicata,
dalla Puglia, dalla
Campania, dal Lazio ecc. ecc.?
COMITATO FAMILIARI VITTIME CASA DELLO STUDENTE


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