[Redditolavoro] Fw: Milano, 15 giugno: Appello ai lavoratori della scuola, agli studenti, ai partiti, alle associazioni, ai sindacati, ai cittadini di Milano e provincia per un sit-in davanti l'USP

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Sun Jun 13 09:29:50 CEST 2010


: Milano, 15 giugno: Appello ai lavoratori della scuola, agli studenti, ai 
partiti, alle associazioni, ai sindacati, ai cittadini di Milano e provincia 
per un sit-in davanti l'USP


                *Milano, 15 giugno: Appello ai lavoratori della scuola, agli
studenti, ai partiti, alle associazioni, ai sindacati, ai cittadini di
Milano e provincia per un sit-in davanti l'USP dalle ore 10.00 alle 18.00 a
sostegno dello sciopero degli scrutini del 14 e 15 giugno*


Chiediamo di aderire e di partecipare numerosi, il 15 giugno prossimo, ad un
sit-in davanti all’U.S.P. di Milano, lanciato dal Coord. "3 ottobre" -
Coordinamento Precari Scuola Milano insieme ai sindacati indicenti lo
sciopero degli scrutini: Cobas scuola Milano, Rdb Scuola, Slai cobas per il
sindacato di classe, Usi Ait scuola.



Martedì 15 giugno, dalle ore 10.00 alle 18.00, in concomitanza con lo
sciopero degli scrutini indetto, in Lombardia, il 14 e 15 giugno, si
svolgerà un sit-in di protesta davanti all'Ufficio Scolastico Provinciale di
Milano, in Via Ripamonti 85.



Protesteremo contro il massacro della scuola pubblica: la "riforma"
dell'istruzione secondaria di II grado, i progetti di gerarchizzazione e
privatizzazione della scuola statale, la riduzione dei diritti dei
lavoratori della scuola (P.d.L. Aprea e D.d.L. Goisis, D.L. Brunetta), per
chiedere il ritiro dei tagli (L.133/08 art.64) e l'immissione in ruolo di
tutti i precari della scuola. La controriforma della scuola secondaria di II
grado rappresenta l'ultimo tassello del grande progetto di dequalificazione
ed impoverimento dell'istruzione pubblica italiana. Tutto l'impianto delle
leggi in tema di istruzione, all'interno del quale si collocano la L. 133/08
e il P.d.L. Aprea, mirano ad estendere anche al sistema scuola una logica
competitiva e aziendale, non solo introducendo i privati nei comitati
tecnico-scientifici degli istituti tecnici, ma anche svilendo tutte le
conquiste ottenute nel campo della ricerca pedagogica e didattica ed
annullando quella tradizione egualitaria su cui si è fondato il processo di
rinnovamento democratico della scuola pubblica statale italiana. La scuola
"berlusconiana" non tiene conto delle diverse esigenze, dei bisogni, degli
stili di apprendimento delle nuove generazioni, non dà valore al confronto
tra esperienze e culture diverse, reintroducendo profondi elementi di
conflittualità interetnica e sperequazione sociale, mentre aumenta
significativamente i finanziamenti alle "scuole-diplomifici" private.



Denunciamo non solo gli effetti devastanti della controriforma
Tremonti-Gelmini nel mondo dell'istruzione, ma anche le drammatiche
ripercussioni del più grande licenziamento di massa che l'Italia abbia mai
vissuto con la cancellazione, in tre anni, di 150mila posti di lavoro.
Denunciamo altresì il peggioramento delle condizioni lavorative dei docenti
precari e di ruolo, costretti ad insegnare in classi sovraffollate e
smembrate, nonché il disconoscimento della professionalità docente, con
provvedimenti quali l'accorpamento di classi di concorso, i contratti di
disponibilitàe gli accordi Stato-Regioni. Denunciamo infine la generale
riduzione dei diritti dei lavoratori della scuola, ad esempio con la
normativa vessatoria in tema di malattia, la riduzione della contrattazione
collettiva e del potere d'acquisto dei salari prevista dalla riforma del
modello contrattuale, l'accesso disuguale al salario accessorio e gli
inasprimenti disciplinari previsti dalla legge Brunetta.



Dopo mesi di scioperi e manifestazioni di piazza di tutti i tipi, che non
hanno scalfito la determinazione del governo a proseguire nella sua opera di
distruzione della scuola statale, siamo oggi più che mai convinti che uno
degli strumenti di lotta più significativi, rimasto nelle mani dei
lavoratori della scuola, siano le azioni di boicottaggio della burocrazia
scolastica, come lo sciopero degli scrutini, ovvero, uno sciopero
tradizionale e assolutamente legale indetto per due giorni - nel rispetto
della vigente normativa sindacale - in concomitanza con lo svolgimento degli
scrutini, in modo da farne slittare lo svolgimento e mettere in qualche modo
in crisi la macchina "burocratica" della scuola. La gravità dell'attacco
sferrato oggi dal governo alla scuola statale (l'unica veramente pubblica)
renderebbe più che mai necessario il ricorso a forme di protesta radicali
come il blocco degli scrutini. Purtroppo, però, questa forma di lotta è
ormai vietata dallaL. 146/1990, che ha sensibilmente ridimensionato la forza
d'urto dello sciopero soprattutto nei settori pubblici. Tuttavia è ancora
possibile mettere in pratica azioni che vadano al cuore della burocrazia
scolastica, inceppandone momentaneamente gli ingranaggi.



Chiediamo quindi a tutti i colleghi di partecipare assieme a noi alla forma
di sciopero più radicale praticabile in ambito scolastico in questo momento,
lo sciopero degli scrutini, che è stato indetto a livello nazionale da Cobas
Scuola e dall'Usi-Ait, dall'Unicobas, da Rdb e nella provincia di Milano
dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, Cub Scuola e Flc Cgil dando
seguito all'appello lanciato a tutte le organizzazioni sindacali dal
movimento dei precari, nel corso dell'assemblea nazionale dei precari della
scuola del 31 gennaio scorso a Napoli.



*Coordinamento Lavoratori della scuola "3ottobre" - C.P.S. Milano*

*Cobas scuola Milano*

*Rdb Scuola*

*Slai cobas per il sindacato di classe*

*Usi Ait scuola*



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