[Redditolavoro] piano marchionne e fiat termini

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Thu Jul 29 08:15:11 CEST 2010


Marchionne e la politica dei fatti compiuti!

Mentre tutti si perdevano in chiacchiere nella speranza e nell’attesa di un 
nuovo incontro Marchionne fa i fatti: “… la nuova societa' Fabbrica Italia 
Pomigliano, considerata necessaria per garantire l'applicazione dell'accordo 
per la Panda, è stata iscritta al Registro delle Imprese della Camera di 
Commercio di Torino il 19 luglio. Il prossimo potrebbe essere la disdetta 
del contratto nazionale di lavoro con l'uscita da Federmeccanica, 
comunicazione attesa per giovedì dai sindacati convocati dall'azienda” 
(ansa).
Quindi già il 19 luglio era nata la nuova azienda senza aspettare nessuno e 
senza fare nessun incontro perché Marchionne l’americano ha deciso di fare 
la guerra agli operai e ai loro rappresentanti, è costantemente all’offensiva, 
non dà il tempo di respirare tanto che le interviste, vedi quella di Landini 
di ieri sul sole 24 ore, lasciano proprio il tempo che trovano.
Non ha cambiato idea dunque, come speravano in tanti, l’“industriale 
illuminato” che è il presidente della newco, per dirla all’americana, che 
sarà controllata al 100% da Fiat Partecipazioni.
È più che una sfida aperta a tutti gli operai innanzi tutto perché si 
tratta di cambiare le regole del gioco tentando di “riscrivere” queste 
regole e quindi determinare tutti i rapporti di forza tra padroni e classe 
operaia.
Per fare questo ha detto apertamente che serve un contratto ad hoc per la 
Fiat Group Automobiles e per il settore automobilistico e se questo 
significa uscire da Confindustria lo farà!
“Il problema non è che noi dobbiamo andare in Cina, disse Marchionne quando 
presentò il piano industriale e si parlava dei nuovi assetti mondiali dopo 
la crisi, “il problema è che la Cina sta arrivando qua”. E per Marchionne 
questo vuole dire che gli operai europei devono diventare come gli operai 
cinesi, lo stesso grado di sfruttamento, è questa la modernità di 
Marchionne.
La nuova compagnia prevede il licenziamento collettivo, stile anni ’80, che 
è stato preceduto dai licenziamenti per rappresaglia e tutto questo non è 
“il grande balzo all’indietro”, agli anni ’50, come dice Luciano Gallino, ma 
un balzo in avanti, il moderno, la nuova fase dell’imperialismo… non ci 
saranno più per gli operai “isole felici” all’interno dei paesi imperialisti 
avanzati dove si stanno “esaurendo” le risorse da distribuire…
L’azzeramento di tutte le relazioni sindacali significa azzeramento di tutte 
le condizioni di salvaguardia della salute e sicurezza previste dai 
contratti; le nuove assunzioni saranno preferibilmente di giovani non 
sindacalizzati; la ricerca spasmodica della produttività per la concorrenza 
internazionale significa, all’americana, una vera e propria “licenza di 
uccidere”.
Continua ad applicare il suo stile da capitalista Marchionne: mettere operai 
l’uno contro l’altro sia in Italia che all’estero, creare attese per 
investimenti in questi momenti di crisi per tutti, mettere con le spalle al 
muro, con i fatti compiuti governo e sindacati: ha cominciato a fare le 
prove con Termini Imerese  poi è passato a Pomigliano, Mirafiori, e il 
tentativo di normalizzare Melfi e adesso vuole TUTTO!



comitatosostegnooperaifiat at gmail.com>
Subject: fiat termini


Gli operai dello stabilimento di Termini Imerese, sono entrati da lunedì
scorso in cassa integrazione per altre tre settimane - ancora una forte
perdita di salario - che unite alle “ferie” di agosto li porterà a
riprendere il lavoro a metà settembre, sempre ammesso che si riprenda, come
commentano alcuni operai che adesso vedono davvero nera la possibilità che
la produzione continui.

Ad aggravare queste preoccupazioni c’è la “novità” della nuova società
creata dalla Fiat di Marchionne, la Fabbrica Italia Pomigliano, che
significa la conferma del suo piano industriale che prevede che lo
stabilimento di Termini al 31 dicembre 2011 cessi di produrre auto.

E su questo è stato preciso e categorico!

Marchionne concentra quindi sugli altri stabilimenti l’attenzione: devono
diventare “produttivi”, in stile cinese, per far fronte alla concorrenza
mondiale.

La parola d’ordine “Termini non deve chiudere”, quindi, ripetuta dagli
operai e sbandierata da politici e sindacalisti anche all’ultima assemblea
pubblica della Fiom, ha bisogno ancor più adesso di un passo avanti concreto
nella mobilitazione!



__________ Informazione NOD32 5318 (20100727) __________

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