[Redditolavoro] No alla repressione alla FIAT di Termoli

Partito Comunista dei Lavoratori pclavoratoribologna at gmail.com
Thu Jul 22 09:40:11 CEST 2010


PARTITO COMUNISTA dei  LAVORATORI
                  Sezione regionale del Molise


posta: pcl.molise at hotmail.it                     sito:
http://pclmolise.altervista.org

	Ricordiamo, anni or sono, quando ad Isernia durante un’assemblea
molto partecipata tenuta da Alex Zanotelli contro la guerra,
intervenimmo e fu raccolto il nostro appello con centinaia di firme
contro il licenziamento del compagno operaio Stefano Musacchio,
licenziato per aver issato la famosa “bandiera della pace” negli spazi
adiacenti la Fiat di Termoli.
	Oggi la storia si ripete con il suo discendente sia pure in un altro
scenario: il licenziamento in tronco dell’operaio della Fiat di
Termoli, il compagno Giovanni Musacchio, è l’ennesima riprova della
barbara repressione padronale in corso alla Fiat, una volgare
rappresaglia che colpisce ancora una volta – guarda caso -  un
lavoratore sindacalista impegnato con lo Slai Cobas nella lotta di
resistenza al nuovo ordine che vuole imporre Marchionne a suon di
contratti polacchi, con il supporto del governo Berlusconi-Sacconi e
dei dirigenti dei sindacati gialli (Bananni, Anegeletti e  UGL).
	Ed infatti questo ennesimo atto sanzionatorio si aggiunge a quello
degli altre tre operai di Melfi, due dei quali delegati Fiom, e del
lavoratore di Mirafiori anche lui rappresentante della Cgil.
	Ma questa repressione padronale alla Fiat non punta solo ad
intimidire la Fiom e lo Slai Cobas: sono  segnali di minaccia nei
confronti di una giovane generazione operaia, la quale  ha iniziato a
ribellarsi al nuovo ordine di supersfruttamento della Fiat con il No
di Pomigliano.
	Di qui la valenza generale della lotta contro la rappresaglia
padronale alla Fiat che va respinta con forza, con mobilitazioni ad
oltranza unitarie e radicali dell’intero movimento operaio italiano,
sino al ritiro dei licenziamenti, dallo sciopero alle occupazioni,
alla vertenza generale unificante per il salario ed il lavoro, che
porti ad una svolta generale, a partire dalla necessità di affermare
il controllo dei lavoratori sulla produzione, di rispondere
all’arroganza di Marchionne con la rivendicazione della
nazionalizzazione della Fiat, senza indennizzo e sotto il controllo
delle maestranze, attesa peraltro la mole di denaro pubblico (tratto
dalle tasse dei lavoratori) di cui ha goduto.
	  Solo da queste lotte che partono dal basso, e non di certo dai
salotti borghesi e dagli intrighi di palazzo, che potrà aprirsi un
nuovo scenario politico e sociale.


21 luglio 2010
IL COORDINATORE REGIONALE DEL MOLISE
Tiziano Di Clemente



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