[Redditolavoro] Fw: PERDE UN BRACCIO SUL LAVORO ? NESSUN COLPEVOLE !
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Wed Jul 21 07:47:05 CEST 2010
PERDE UN BRACCIO SUL LAVORO ? NESSUN COLPEVOLE !
Dal blog di Samanta di Persio
http://sdp80.wordpress.com/
luglio 16, 2010 at 7:35 am
Manuel Pizzato aveva 24 anni. Il 18 febbraio del 2004 comincia l'
affiancamento per poter lavorare presso un raccordo ferroviario in un
paesino della provincia friulana, a 20 km dalla sua abitazione.
Per poter lavorare, con questa azienda, Manuel ha dovuto superare visite
mediche, test attitudinali, che si sono svolti a Verona presso le strutture
selle Ferrovie dello Stato. Mancava solo un ultimo tassello per completare
la sua formazione: la frequentazione di corsi per acquisire l' abilitazione
per essere fisicamente ed operativo nell' ambito della manovra ferroviaria.
Intanto, aveva iniziato l' affiancamento con colleghi già specializzati, per
prendere confidenza con la sua futura mansione. Il lunedì successivo avrebbe
cominciato il corso.
"Ed invece il venerdì, alle ore 16.00, un' ora prima di tornare a casa, il
fatale incidente che mi ha cambiato la vita".
Manuel ha avuto lo schiacciamento del braccio fra due respingenti del carro
ferroviario. "Un male ed un dolore indescrivibile, la sensazione di morire,
qualcosa che non augurerei neanche al peggior nemico. Mi sono accorto della
gravità, quando ho provato a chiudere la mano e non accadeva nulla, con il
cervello davo il comando di chiudere la mano, ma, in poche parole, non c'
era reazione ai miei impulsi."
Senza abilitazione nessuno poteva essere lì, anche Manuel non sarebbe dovuto
essere lì, per leggerezza di qualcuno, era dove non poteva essere.
Ma chi si rifiuta di fare affiancamento qualche giorno, appena assunto (e
spesso prima di essere assunti) ?
A livello psicologico si vive una situazione di fragilità, subito si pensa
"E se mi rifiutassi, perché le regole prevedono diversamente ? Verrei subito
discriminato ? Incomincerei dando una brutta impressione ?".
Non c' è troppo tempo per rispondere a tutti questi interrogativi, la
soluzione più adatta è "non si può rifiutare", e soprattutto non si può
rischiare di perdere il posto di lavoro che permetterà di progettare il
futuro.
Manuel ricorda tutto, è riuscito a non perdere i sensi.
Arrivò l'ambulanza ed è stato trasportato all' ospedale civile di Udine, in
preda a dolori sempre più acuti, lo anestetizzarono.
Si risvegliò dopo cinque giorni di coma farmacologico, nel reparto di
terapia intensiva, con la brutta realtà che aveva perso il braccio destro.
"Mi è stato amputato dopo numerosi tentativi di salvarlo con: varie
operazioni e bay pass; ma a causa dello schiacciamento che avevo subito, i
vasi sanguigni erano compromessi e dunque c' erano emorragie continue. Ho
saputo successivamente che ad un certo punto, se i medici non avessero
scelto l' amputazione all' altezza del gomito, sarei potuto morire.
Il risveglio è stato terribile, la voce dell' infermiera che mi chiamava:
'Manuel, Manuel, Manuel, dai, su, svegliati'. Poi ho aperto gli occhi. Ho
pianto, non avevo parole, non sapevo che dire, ero provato, sconvolto,
distrutto. La mia vita era già cambiata"
Dopo 6 anni e mezzo la sentenza: tutti assolti, il fatto non consiste reato
!
La storia di Manuel Pizzato è sul libro Morti bianche.
(http://grillorama.beppegrillo.it/mortibianche/)
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