[Redditolavoro] da Mumia : primo report Roma
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Thu Jul 8 06:55:42 CEST 2010
primo report Roma
Roma, 7 luglio 2009
Una manifestazione fiera e combattiva quella di oggi. Più di 8000
terremotati sono arrivati
dall’Aquila stamattina per assediare Montecitorio e poi il Senato, per
contestare la manovra
finanziaria che, tra le altre cose, impone di tornare a pagare tasse,
contributi e tickets su visite
e medicinali a chi ha perso tutto.
Numerosi gli striscioni e i cartelli, tra cui “Chiodi e Letta ruffiani di
Stato contro i
terremotati”, “L’Aquila: tassati senza servizi, alloggiati senza alloggi,
lavoratori senza sede e
senza lavoro, miracolati senza ricostruzione, paghiamo il mutuo senza casa
ed il canone RAI per TG
senza notizie. Grati ringraziamo”, “forti, gentili e incazzati neri”,
“meglio i borboni che ‘sti
imbroglioni”, “se saltano i conti può saltare pure Tremonti” ecc.
Arrivati a Piazza Venezia c’è stata una leggera carica all’imbocco di Via
del corso, dove un uomo è
stato ferito sulla fronte. Abbiamo comunque rotto quel primo blocco di
carabinieri, polizia e
finanzieri in assetto antisommossa: “chiediamo la città, ci danno polizia,
questa è la loro
democrazia!” è stato urlato. Travolti dalla rabbia e dalla determinazione di
tanti giovani e donne e
ragazze combattive, i servi dei servi sono stati costretti a indietreggiare,
in maniera anche
piuttosto sconclusionata, manganellando qua e là i manifestanti che li
travolgevano e colpendo un
altro ragazzo alla testa.
Abbiamo guadagnato terreno ma per poco: all’imbocco con un vicolo che
portava a Montecitorio, un
altro blocco ci ha impedito di proseguire e c’è stata un’altra carica.
Picchiate diverse persone,
con un altro ferito e vari contusi, tra cui una donna, colpita al viso, ma
ancora in prima fila a
combattere.
Le donne, in particolare, hanno mostrato una fierezza, un coraggio e una
lucidità senza eguali. Sono
andate davanti agli sbirri armati fino ai denti e sono riuscite davvero a
farli vergognare. Una ha
detto loro: “vi parlo come una mamma di famiglia, avete picchiato i nostri
figli, siete degli
animali, vergognatevi!”. Un’altra si è staccata seccamente dall’ala
protettiva del marito ed è
andata anche lei a dirgliene 4. Un’altra ancora, arrabbiatissima, ha
iniziato a urlargli: fascisti,
pezzi di merda, bastardi ecc.
“Polizia fascista polizia assassina” è stato lo slogan più gridato in quella
carica, che quasi
nessuno si aspettava. E infatti non siamo riusciti a riorganizzarci e a
comunicare bene tra noi.
Alcuni hanno imboccato il vicolo per Montecitorio, dove però era in corso
una manifestazione dei
disabili, altri sono rimasti davanti al blocco, altri ancora sono tornati
verso Piazza Venezia per
bloccarla.
Alla fine però ci siamo ricompattati davanti Palazzo Chigi e nel primo
pomeriggio ci siamo diretti a
Piazza Navona, verso palazzo Madama, inaccessibile.
Abbiamo cercato di raggiungerla passando sotto palazzo Grazioli e dopo aver
sfondato un primo blocco
ci siamo fronteggiati con un secondo, ma quello era proprio impermeabile.
Persino il Sindaco e il
deputato Lolli sono stati colpiti e il sindaco è stato anche contestato dai
manifestanti per essersi
voltato indietro ed avere invitato gli stessi a passare da un’altra parte.
Un ragazzo gli ha gridato: “girati, che te lo mettono in culo, come ti sei
girato un anno fa e ce lo
hanno messo in culo a tutti!”
Su un blindato dei carabinieri è stato appeso un cartello: “Tagliamo il
governo, ricostruiamo
L’Aquila coi soldi della cricca e propaganda FIDE, via il governo di ladri e
assassini, FUORI I
SOLDI!”. Altri slogans “Berlusconi pezzo di merda” “Assassini” “Ladri”
“servi dei servi dei servi
dei servi” ecc., oltre naturalmente a “L’Aquila L’Aquila”, “qui fanno
entrare soltanto le escort e
gli spacciatori di coca” ecc.
Intanto il tempo passava davanti a quel blocco e si rischiava di arrivare
tardi a Palazzo Madama.
Così si è deciso di retrocedere e prendere un’altra via.
Al Presidio in Piazza Navona è stato contestato il senatore pdl Scelli, ex
dirigente della croce
rossa e ci è giunta la voce, dai palazzi del potere, che Giovavardi avrebbe
detto a Cialente di non
perdere tempo a Roma e di andare a lavorare all’Aquila.
“Tornatevene a casa vostra!” è stato anche l’invito che ci hanno rivolto 2
passanti sfidando il
linciaggio, ma complessivamente abbiamo trovato, sbirri a parte, una buona
accoglienza e solidarietà.
Al ritorno verso corso Umberto, dove erano gli autobus, abbiamo proseguito
il corteo bloccando il
traffico, anche con sit-in.
Infine siamo passati per via Ulpiano, sede del dipartimento di protezione
civile, anch’essa
blindata. Siamo arrivati sin sotto il portone per fare i nostri complimenti
e ringraziamenti a
Bertolaso, alla Commissione Grandi Rischi, alla cricca, allo schifo totale
di questo sistema
incivile. Abbiamo fatto un minuto di silenzio per le vittime del sisma e ce
ne siamo andati con una
promessa, che i guardiani della cricca possono aver preso come una minaccia,
ma abbiamo subito
chiarito l’equvoco: “Noi non vi dimenticheremo” gli abbiamo detto, “non vi
abbandoneremo, torneremo
e saremo sempre di più”
“Revenemo!”, così li abbiamo salutati e abbiamo salutato Roma
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