[Redditolavoro] appello
procomta
ro.red at libero.it
Sat Jul 3 06:54:28 CEST 2010
ROMA CITTA' APERTA, PALESTINA LIBERA
Giovedi 1 luglio è stato operato alla mandibola il giovane palestinese di
Gaza rimasto ferito - insieme ad altri per fortuna meno gravi - nell'aggressione
di una settimana fa sulla scalinata del Campidoglio.
Che un palestinese sfuggito all'inferno di Gaza venga ferito nella capitale
del nostro paese da parte di un gruppo paramilitare, appartenente ad una
minoranza oltranzista della comunità ebraica romana, suscita in noi un
sentimento di vergogna ed indignazione, ma non quello della rassegnazione.
Al contrario.
Riteniamo che su quanto avvenuto non sia accettabile che scenda una comoda
cortina di silenzio o una colpevole rimozione, né che si affermi una sorta
di impunità per gli aggressori.
Sono state fatte le dovute denunce in sede penale, è stato richiesto un
incontro al Prefetto e al Sindaco di Roma, ma la questione non presenta solo
problemi di carattere giuridico e penale.
Con questo appello, intendiamo denunciare con forza le responsabilità e le
connivenze con gruppi squadristici che da anni aggrediscono e intimidiscono
attivisti, esponenti politici e della società civile impegnati nella
solidarietà e nell'informazione sulla situazione palestinese. I numerosi e
ripetuti episodi di aggressione sono stati ricostruiti e denunciati, anche
recentemente.
L'agibilità democratica delle piazze e del dibattito politico sulla
situazione in Medio Oriente non può essere messa in discussione da gruppi
ultrasionisti che importano nel nostro paese una logica di scontro militare
e che ritengono applicabile anche nel nostro paese l' impunità consentita -
purtroppo - alle azioni del governo israeliano.
In questo senso, se non condividiamo sul piano politico la subalternità del
governo italiano alla politica delle autorità israeliane (il voto negativo
dell'Italia sul Rapporto Goldstone e sulla commissione internazionale di
inchiesta sul massacro della nave Navi Marmara sono indicativi), ci
preoccupa altrettanto la subalternità delle istituzioni locali alle scelte
israeliane.
Due esempi aiutano a comprendere quanto intendiamo denunciare con questo
appello.
Il Sindaco di Roma Alemanno ha affermato che la foto del soldato Shalit
tiene lontano i sostenitori della causa palestinese dal Campidoglio (e mezz'ora
dopo un gruppo di picchiatori appartenenti alla minoranza più aggressiva
della comunità ebraica ha reso coerente questa affermazione sulle scale del
Campidoglio).
La Regione Lazio ha avviato iniziative per l'acquisto di tecnologia di una
azienda israeliana nel trattamento rifiuti che impiega tecnologie già
esistenti e prodotte da aziende italiane con costi e ricadute occupazionali
ovviamente molto diversi.
Riteniamo innanzitutto che la piazza del Campidoglio sia di tutti i
cittadini e non solo di alcuni e che criteri di opportunità politica nelle
relazioni con un altro paese non possano sostituirsi a quelli del vantaggio
per l'economia delle istituzioni pubbliche.
L'aggressione squadrista avvenuta giovedì 24 giugno sulle scale del
Campidoglio è solo l'ultimo di una serie di episodi che urgono essere
affrontati nel merito e che il silenzio, l'inerzia, la connivenza delle
istituzioni locali e nazionali rischiano di aggravare pesantemente, sia
nelle relazioni interne alla nostra società, sia nelle relazioni
internazionali.
Con questo appello vogliamo impedire la rimozione su quanto avvenuto, sia
sul piano politico sia sul piano legale e siamo determinati a tornare in
piazza al fianco del popolo palestinese, pretendendo dalle istituzioni la
garanzia della piena agibilità democratica nella nostra città.
Luglio 2010
Per adesioni collettive (associazioni, reti, comitati, partiti) o
individuali scrivere a:
romaperlapalestina at libero.it
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