[Redditolavoro] Fw: sicurezza

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Fri Jan 8 07:50:25 CET 2010




SICUREZZA - KNOW YOUR RIGHTS - NEWSLETTER N.34 DEL 07/01/10


SONO DAVVERO DIMINUITI GLI INFORTUNI SUL LAVORO ?

Per il 2009 i dati ufficiali INAIL (per ora sono disponibili solo quelli
relativi al primo semestre, vedi allegato, reperibile anche all' indirizzo:
http://www.inail.it/repository/ContentManagement/node/N670420288/DatiInail%20N11-2009.pdf)
mostrano una drastica riduzione degli infortuni:
infortuni in generale = -10,6%
infortuni mortali = -12,2%

Sembrerebbe un grande risultato, enfatizzato dal governo, dalla stessa
INAIL, dagli organi di informazione.
Qualcosa evidentemente non quadra, perché sappiamo benissimo che nello
stesso periodo la produzione è crollata e la disoccupazione aumentata.
Infatti, anche la stessa INAIL ammette che tale risultato "trova spiegazione
anche nella crisi in cui versa l'economia nazionale in questo periodo".

In realtà le cose sono peggiorate e vediamo di capire perché.

Non ha senso un' analisi del fenomeno infortunistico che si limiti a contare
il numero di infortuni in generale e di quelli mortali in particolare.
Infatti un' analisi corretta si effettua mediante lo studio degli "indici di
frequenza" degli infortuni. Vediamo di cosa si tratta.

Gli eventi a cui in genere ci si riferisce quando si parla di infortuni sul
lavoro in Italia sono quelli tutelati dall' INAIL e registrati da tale
Istituto, che "copre" la quasi totalità dei lavoratori.
Anche l'ISPESL fa riferimento a questa definizione. L'INAIL viene a
conoscenza di un infortunio attraverso la denuncia di esso: per l'industria,
per i servizi e per i lavoratori agricoli a tempo indeterminato la denuncia
è del datore di lavoro, corredata di certificato medico; per i lavoratori
agricoli autonomi o a tempo determinato la denuncia è del medico che presta
la prima assistenza.

Gli infortuni tutelati dall'INAIL sono:
- infortuni che sono avvenuti in occasione di lavoro e rispondono a
particolari caratteristiche;
- infortuni "in itinere".

Gli infortuni sul lavoro, per essere indennizzati dall'INAIL, devono godere
di particolari caratteristiche:
- hanno avuto una causa violenta
- hanno provocato
   a. morte
   b. (oppure) inabilità permanente
   c. (oppure) inabilità temporanea (assenza dal lavoro per più di tre
giorni).

Anche gli infortuni "in itinere" sono indennizzati, se soddisfano certi
requisiti. Per infortuni "in itinere" si intendono gli infortuni
verificatisi durante il percorso tra l'abitazione del lavoratore e il luogo
di lavoro. Le condizioni per la tutela (e quindi per l' indennizzabilità)
degli infortuni "in itinere" sono le seguenti:
a. essi sono avvenuti procedendo su un percorso obbligato
b. (oppure) il mezzo di trasporto utilizzato è stato prescritto o
autorizzato dal datore di lavoro.

La dimensione del rischio infortunistico si misura attraverso gli indici di
frequenza, presi in esame dalla norma UNI 7249:2007 "Statistiche degli
infortuni sul lavoro".
Gli indici di frequenza previsti dalla norma UNI hanno al numeratore gli
infortuni verificatisi in un anno ed al denominatore le ore lavorate nello
stesso anno. Allo scopo di rendere più leggibile il risultato, tale rapporto
viene poi moltiplicato per 1.000.000 (un milione). L' indice dunque fornisce
il numero di infortuni avvenuti ogni milione di ore lavorate.

indice di frequenza (ore) = (numero di infortuni / ore lavorate) x 1.000.000

In alcuni casi l'indice di frequenza è calcolato ponendo al denominatore il
numero di operai (o di addetti) anziché le ore lavorate. Questa soluzione,
benché sia più agevole, è teoricamente meno accurata nel definire un
indicatore del rischio di infortuni. Allo scopo di rendere più leggibile il
risultato, tale rapporto viene poi moltiplicato per 1.000 (mille). L' indice
dunque fornisce il numero di infortuni avvenuti ogni mille operai all' anno.

indice di frequenza (operai) = (numero di infortuni / operai anno) x 1.000

Se i dati di ore lavorate o di operai impiegati sono facili da determinare
per una singola azienda, diventa estremamente difficile farlo a livello
nazionale, per verificare la reale diminuzione del fenomeno infortunistico
definito dall' INAIL a livello nazionale.
Cercando dati significativi su Internet per ottenere tali indicatori ho
trovato solo i dati relativi alla produzione industriale nel primo semestre
del 2009 (quindi coerentemente con i valori relativi agli infortuni) diffusi
da ISTAT (vedi allegato reperibile anche all' indirizzo:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2009/08/comunicato-istat-6agosto.pdf?cmd=art)

Ho quindi estratto dal rapporto INAIL i dati relativi al solo comparto
industriale, comparto nel quale, tra l' altro, maggiore è stata la
riduzione:
infortuni in generale = -21,5%
infortuni mortali = -18,7%

Ho poi confrontato tali dati con quelli relativi agli indici di produzione
industriale forniti dall' ISTAT:
produzione industriale dati corretti per gli effetti di calendario = -21,5%

Supponendo che l' efficienza della produzione (cioè il rapporto tra
produzione e ore lavorate) sia rimasta la stessa tra 2008 e 2009, ipotesi
giustificata dal fatto che in periodo di crisi in pochi fanno investimenti
per migliorare tale efficienza, la riduzione della produzione industriale è
pari alla riduzione delle ore lavorate.

Confrontando tali dati con quelli INAIL si vede come:
gli infortuni in generale sono rimasti esattamente gli stessi;
gli infortuni mortali sono aumentati del 3,5%.

Mi piacerebbe avere dati relativi agli altri comparti produttivi, ma penso
che i risultati sarebbero simili.
E mi piacerebbe soprattutto che tali calcoli venissero fatti dai nostri
politici o dagli organi di informazione, per darci dati reali e non di
propaganda !

Marco

100 DOMANDE E 100 RISPOSTE SULLA SICUREZZA: LE FONTI NORMATIVE E LA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO

Ho già presentato in una mia precedente newsletter l' interessante opuscolo
"CAPIRE LA SICUREZZA: CENTO DOMANDE, CENTO RISPOSTE" realizzato da Domenico
Mannelli del Dipartimento di Basilicata dell' ISPESL (Istituto Superiore
Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro).

L' opuscolo (in formato pdf) lo potete scaricare all' indirizzo:
http://www.ispesl.it/organigramma/documenti/potenza/capirelasicurezza.pdf

L' opuscolo affronta, con l' efficiente forma delle FAQ, tutte le tematiche
relative alla sicurezza sul lavoro, con riferimento al vigente testo del
D.Lgs.81/08 (aggiornato ad agosto 2009).

Riporto nel seguito altre domande / risposte. Quelle relative alle fonti
normative e alla valutazione dei rischi.


LE FONTI NORMATIVE

34) COSA È LA "626" ?
Per 626 si intende la realizzazione di tutti gli obblighi cartacei e
documentali imposti nel 1994 dal Decreto Legislativo 626 e confermati dal
D.Lgs.81/08.

35) TUTTI DEVONO FARE LA "626" ?
No, solo i professionisti con collaboratori, le aziende, le amministrazioni
pubbliche, gli enti che hanno almeno una persona che lavora per loro,
esclusi il condominio che ha il portiere, il privato che ha collaboratori
domestici (badanti, camerieri, maggiordomi), le imprese familiari, i
lavoratori autonomi senza apprendisti.

36) COSA È UN DECRETO LEGISLATIVO ?
È una Legge fatta dal governo che ha avuto apposita delega dal Parlamento.

37) IL DECRETO LEGISLATIVO DECADE ?
No, quello che decade dopo tre mesi è il Decreto Legge che è una Legge che
il Governo fa di propria iniziativa per una situazione di emergenza. Invece
il Decreto Legislativo è come una legge ordinaria e non scade mai. Può
essere annullata o modificata solo con un' altra Legge o un altro Decreto
Legislativo.

38) COSA C' ERA SCRITTO NEL D.LGS.626/94 ?
Erano contenuti nel Decreto numerose Direttive Europee. È inutile dire
quante perché questo decreto è stato continuamente ampliato e modificato
inserendo sempre nuove Direttive. Nel 2008 è stato incorporato nel
D.Lgs.81/08.

39) COSA SONO LE DIRETTIVE EUROPEE ?
Sono norme che vengono scritte a Bruxelles e pubblicate sulla GUCE, la
Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. Ogni Stato membro della CE è
obbligato a inserirle in proprie leggi, cioè a "recepirle".

40) DI CHE TRATTANO LE DIRETTIVE EUROPEE ?
Le Direttive Europee ormai sono centinaia, ma hanno solo due scopi e quindi
si dividono in due tipi: le Direttive sociali e le Direttive di libero
mercato. Lo scopo delle Direttive sociali è introdurre norme per migliorare
le condizioni di vita dei cittadini europei, mentre scopo delle Direttive di
libero mercato è introdurre norme di sicurezza per prodotti e macchine
valide per tutti gli Stati europei, in modo che nessuno Stato possa
rifiutare prodotti perché non corrispondono alle norme di sicurezza statali.
Nel D.Lgs. 626/94 furono trascritte, "recepite" otto Direttive Europee.


41) QUAL ERA LA DIRETTIVA PIÙ IMPORTANTE CONTENUTA NEL D.LGS.626/94 ?
Sicuramente è la Direttiva quadro [Direttiva 89/391/CEE del Consiglio, del
12 giugno 1989], trascritta nel titolo I del decreto. Questa Direttiva ha
introdotto in Italia un nuovo modo di fare prevenzione infortuni. Nel 2008 è
stata inserita nel titolo I del D. Lgs.81/08.

42) IN COSA CONSISTE IL "NUOVO MODO DI FARE PREVENZIONE" ?
Analizzare, valutare, organizzare, controllare. Quando si doveva fare una
lavorazione, normalmente si preparavano tutti gli attrezzi, si indossavano
le protezioni abituali e si incominciava il lavoro come si era sempre fatto.
In questo modo, se non succedeva niente di nuovo tutto filava liscio, se
invece c' era qualche fattore nuovo, che non era mai capitato prima,
qualcuno si faceva male. Non c' era una valutazione iniziale e globale di
quanto poteva succedere nel corso della lavorazione, non c' era un sistema
aziendale dedicato alla tutela della salute e della sicurezza.


IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

43) COSA È IL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO ?
Il datore di lavoro deve analizzare il rischio esistente in quelle
condizioni, valutare se il rischio è accettabile e fare un rapporto scritto
chiamato "Documento di valutazione del rischio". Poi può lavorare
controllando durante l' esecuzione se la valutazione risulta fatta bene,
altrimenti deve rifare la valutazione del rischio e modificare il documento
del rischio.

44) QUALI DEVONO ESSERE I CONTENUTI CONCRETI DEL DOCUMENTO DEL RISCHIO ?
Il documento deve essere scritto dopo avere fatto un' attenta analisi del
rischio ed un' attenta valutazione del rischio per la specifica azienda.
Purtroppo l' abuso degli strumenti informatici favorisce la nascita di
documenti del rischio clonati, validi per il tipo di azienda ma poco
attinenti alla specifica azienda.

45) OCCORRE SEMPRE SCRIVERE IL DOCUMENTO DEL RISCHIO ?
Quando in azienda non ci sono più di dieci dipendenti e l' azienda non è
soggetta alla "Direttiva Seveso" o non fabbrica o ha esplosivi il documento
del rischio può essere sostituito da un' autocertificazione in cui il datore
di lavoro certifica di avere analizzato i rischi connessi all' attività
lavorativa della propria azienda e di ritenerli accettabili. Questa
possibilità scadrà il 30/06/12.

45A) COSA È IL DUVRI ?
È il Documento Unico di Valutazione del Rischio Interferenziale. Quando un
datore di lavoro commissiona ad un altro datore di lavoro lavori nella
propria azienda deve allegare al contratto un documento del rischio che
valuti i rischi interferenziali.
Tale documento è detto "unico" perché deve comprendere i rischi
interferenziali provocati da tutte le attività lavorative che si svolgono in
azienda da chiunque esse siano esercitate.
Il DUVRI non è obbligatorio per servizi di natura intellettuale, per mere
forniture di materiali o attrezzature, per lavori o servizi la cui durata
non sia superiore ai due giorni, sempre che essi non comportino rischi
derivanti dalla presenza di agenti cancerogeni, biologici, atmosfere
esplosive o dalla presenza dei rischi particolari come cadute dall' alto,
elettrocuzione elencati nell' allegato XI del D.Lgs.81/08.

45B) IL DUVRI PUÒ ESSERE SOSTITUITO DA AUTOCERTIFICAZIONE ?
No.

46) COSA È IL POS ?
E'  un Documento di valutazione del rischio (Piano Operativo di Sicurezza)
che ogni impresa che entra in un cantiere edile deve redigere. Solo i
lavoratori autonomi che entrano nel cantiere da soli (cioè senza apprendisti
e senza coordinarsi con altri) sono esentati. Nel POS occorre dimostrare che
il rischio collegato alle lavorazioni che si faranno nel cantiere sono
accettabili e occorre dimostrare di avere un sistema di organizzazione nel
cantiere conforme al D.Lgs.81/08.

46A) IL POS PUÒ ESSERE SOSTITUITO DA AUTOCERTIFICAZIONE ?
No.



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