[Redditolavoro] Fw: comunicato stampa processo no global taranto
CobasSindacatodiClasse
cobasta at libero.it
Fri Feb 26 07:48:32 CET 2010
AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE
In merito al processo cosiddetto “no global” di Taranto la Confederazione
Cobas e il Comitato di quartiere Città Vecchia esprimono la solidarietà ai
propri militanti coinvolti ed a tutti gli imputati per le assurde richieste
di condanna da parte della P.M..
Altrettanto assurdi appaiono i titoloni e il largo spazio dati su tali
richieste, senza entrare nel merito di tutta la vicenda, quasi fosse un
processo alla criminalità organizzata e non un processo smaccatamente
politico, quale è in realtà.
Basti ricordare che le indagini nascono quando in questa città imperavano in
sequenza Cito e la Di Bello, contro le cui politiche gli attuali imputati si
battevano strenuamente ed alla luce del sole. A memoria degli smemorati, qui
si vuole ricordare che, senza alcuna voglia giustizialista che non fa parte
della cultura delle scriventi, nel caso di Cito c’è stata una condanna per
il 416 bis, oltre a varie forme di corruttela e nel caso della Di Bello
oltre a vari procedimenti penali in corso, Taranto ha subito il peggior
dissesto finanziario d’Italia del dopoguerra, che i tarantini stanno pagando
amaramente. In sostanza in quel periodo certamente questo territorio è stato
dilaniato e sbranato da un sistema affaristico-massonico-mafioso che per
troppo tempo ha goduto di varie connivenze anche di pezzi delle istituzioni.
Altrimenti non si spiegherebbe come mai quei sistemi sono durati nel tempo
(anche troppo) e solo quando non era più possibile nascondere tutte le
porcherie perpetrate a danno di questa città, le stesse sono venute fuori.
Nel frattempo “ovviamente” si indagava (?) su coloro i quali, a viso aperto,
denunciavano quel sistema, chiedendo spazi di libertà e di democrazia,
diritti per chi se li vedeva negati, pulizia e trasparenza nella pubblica
amministrazione. Ed è altrettanto “ovvio” che quei rompiscatole che
scoprivano e denunciavano i vari altarini andavano colpiti con ogni mezzo
necessario affinché fosse da monito a loro e a tutti coloro che sceglievano
la lotta e il rivendicare i diritti negati. A dimostrazione di ciò una
chicca su questo procedimento è che una delle accuse è “associazione
sovversiva di stampo locale”: ovvero il tentativo degli imputati era forse
costruire una repubblica autonoma tarantina? Ci sarebbe da ridere se le
accuse non fossero così pesanti.
Inoltre questa indagine ha fatto in po’ da scuola in questo paese di come si
devono colpire tutte le forme vere di opposizione politico-sindacale-sociale
di questa nazione, che non ci stanno ad assistere passivamente alle
progressive forme di diseguaglianza e di negazione di diritti, dove una
casta sempre più ristretta è sempre più ricca e potente vive ai danni del
resto dell’umanità. Un esempio per tutti è il famigerato processo di
Cosenza, nel quale, peraltro, sono finiti gli atti del processo di Taranto
e, inizialmente, buona parte dei suoi imputati (alla fine rimasti solo in
due). Stesse accuse e stessi meccanismi,, anche se con un visibilità molto
maggiore. Per la cronaca in quel processo sono stati tutti assolti con
formula piena perché il fatto non sussiste, ovvero è stato riconosciuto il
diritto ad esprimere liberamente una opposizione in questo paese (anche se
non sappiamo fino a quando!).
Ma, tornando al processo di Taranto, sarebbe bastato leggersi gli atti e
seguire le udienze per capire la insussistenza e talvolta il ridicolo delle
accuse.
Infine, ma non per ultimo, per far ben comprendere la giustezza e la
correttezza di quelle lotte, di quelle battaglie e di quelle rivendicazioni,
qui vogliamo ricordare non solo l’enorme solidarietà di migliaia e migliaia
di tarantini (oltre che da tutte le parti di Italia) che gli imputati ebbero
all’atto degli arresti, ma anche che tutt’oggi parte di loro e le loro
strutture continuano ad avere presso i lavoratori, i disoccupati, i precari,
i giovani e le donne e tutti coloro che si battono per i diritti la stessa
credibilità.
Questo rospo evidentemente non scende giù a quel sistema di potere che
certamente non è sconfitto, e che vuole continuare a farla pagare in termini
giudiziari.
Con l’auspicio che per correttezza di informazione questo comunicato stampa
venga diffuso integralmente si porgono distinti saluti.
CONFEDERAZIONE COBAS
COMITATO DI QUARTIERE CITTA’ VECCHIA
Infoline: 3387043878
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