[Redditolavoro] Fw: Mobilitazione famigliari vittime sisma l'aquila

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Wed Feb 3 07:17:56 CET 2010




Il 28 e il 30  gennaio all'Aquila, si sono tenuti 2 presidi promossi dai famigliari vittime della casa dello studente, a cui hanno partecipato una sessantina di persone, in gran parte famigliari dei 30 studenti morti (8 nella casa dello studente e 22 in abitazioni private in affitto). Erano molto addolorati, ma anche molto arrabbiati, contro il processo breve, la commissione grandi rischi (ora sotto inchiesta per mancato allarme), i costruttori, ma anche e soprattutto le istituzioni e l'università, che in quei giorni, nonostante le forti scosse e l'imminente periodo pasquale, è rimasta aperta ed ha lasciato invariati gli orari di lezione e gli esami. In molti hanno osservato che se il terremoto fosse avvenuto di giorno le vittime sarebbero state molte di più: la facoltà di ingegneria, dove studiava Gabriele Silvestri (morto in un'abitazione privata) era parzialmente inagibile prima del sisma, ma l'accesso alle aule inagibili era semplicemente segnalato da striscie bianche e rosse, che in breve furono rimosse. Persino il corridoio di fuga, che gli studenti avrebbero dovuto usare in caso di emergenza è crollato. Anche le indagini sui crolli a ingegneria vanno avanti.

Nel corso del presidio è stata portata la solidarietà della rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, col volantino che segue.

L'associazione famigliari vittime della casa dello studente ha promosso per il 6 marzo una mobilitazione nazionale all'Aquila, di cui allego volantino



NON SIAMO I SOLI, NON SIAMO SOLI

 

Forse ce la faranno ad avere giustizia i famigliari degli 11 giovani assassinati dal crollo della Casa dello studente e del Convitto nazionale, per i quali la procura potrebbe fissare le prime udienze preliminari entro l'estate per scongiurare i rischi del processo breve almeno per questi 2 procedimenti.

Ma all'Aquila sono morte 308 vittime innocenti!

Come a S. Giuliano di Puglia, così a L'Aquila, Messina, Haiti: "non sono le calamità naturali a uccidere, ma la mano dell'uomo". La stessa mano padronale che ha ucciso a Viareggio, che ha fatto migliaia di vittime con l'eternit, che miete 4 morti al giorno sui posti di lavoro. La mano rapace del sistema capitalistico, che legalmente o illegalmente mercifica tutto: la vita, la salute, la sicurezza, l'ambiente. E' la mano famelica di questo sistema politico, che divora anche il dolore di chi resta per calcoli elettorali, utilizzando morti e macerie come palcoscenico del proprio potere, al di sopra di tutti oltre che delle sue stesse leggi. "Lasciatemelo dire, è andata bene. Il mattino del 6 aprile abbiamo pensato che i morti del terremoto potessero essere fra i 1500 e i 2000. Per fortuna invece, nonostante sia sempre doloroso, le vittime sono state 300". Così Berlusconi si beffa di quel dolore, di quei morti, quando parla del terremoto dell'Aquila ed è lecito chiedersi il perché di tali aspettative da parte del premier e dei padroni che rappresenta.

Berlusconi sapeva, la protezione civile sapeva, la Regione sapeva, l'Adisu sapeva, anche la Prefettura sapeva e il Sindaco dell'Aquila, con l'intera Commissione Grandi Rischi.

Quella commissione, che avrebbe dovuto approntare un piano di evacuazione e mettere in allerta i cittadini, ha almeno 308 vittime innocenti sulla coscienza!

Sappiamo che anche senza processo breve, i principali responsabili di queste morti annunciate sono già intoccabili, perché collusi con le istituzioni e il malaffare, perché è un intero sistema  politico-affaristico da mettere alla sbarra, un intero sistema economico e sociale da processare. Ma non ci stancheremo mai di stendere le dita verso il cielo, non ci stancheremo mai di cercare verità e giustizia.

Vogliamo giustizia e verità per tutti i morti sul lavoro, per i ragazzi uccisi dall'insicurezza delle scuole e delle case, per tutte le vittime dei disastri e devastazioni ambientali, per tutte le vittime di calamità naturali, sempre più prevedibili e prevenibili e sempre più padronali, frutto della mancanza di sicurezza a beneficio del profitto, del malaffare, del potere politico.

 

Sono tutte morti annunciate ed esigono giustizia!

 

Perché quello che è accaduto all'Aquila non sia per sempre il destino dell'Italia

 

Come rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro confermiamo la nostra solidarietà ai terremotati d'Abruzzo e ci stringiamo attorno ai famigliari delle vittime del sisma, ai genitori dei giovani studenti uccisi. La loro lotta è la nostra lotta, perché il diritto alla sicurezza, alla vita è un diritto di tutti e non privilegio dei potenti.

 

Non siamo i soli e non siamo soli, uniti saremo più forti!

 

rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro

per contatti:

bastamortesullavoro at gmail.com

 

 

 

 


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