[Redditolavoro] Fw: "Lucarelli racconta" La morte sul lavoro
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Fri Dec 17 16:44:45 CET 2010
lunedì 20 dicembre 2010 su RAI TRE alle 21.05
Il lavoro, fondamento dell'Italia democratica e della sua Costituzione, non
solo è quello che permette di vivere ma è
anche l'organizzazione della nostra quotidianità, ciò che ne stabilisce
tempi e luoghi. Quando poi il lavoro è quello
giusto, è anche un bel modo per realizzarsi. E tante cose, il lavoro, ma
spesso è qualcosa che non dovrebbe essere.
Nel 2009, in Italia, si sono infortunate sul lavoro 790.000 persone: più di
2000 al giorno. Di queste, 1.050 sono
morte: quasi tre al giorno, inclusi i festivi.
Attraverso le storie tragiche di imprenditori e lavoratori tentiamo di
raccontare cosa non funziona nella sicurezza sul
lavoro, quanto è stato fatto per difenderla e quanto ancora ci sia da fare,
per impedire che il lavoro, che dovrebbe
portar vita, porti così spesso la morte.
La stagione 2010 di "Lucarelliracconta"
Dopo dieci edizioni di "Blu Notte - Misteri italiani", Carlo Lucarelli
ritorna su Rai Tre con un nuovo programma:
"Lucarelliracconta".
Lo scrittore e conduttore televisivo riprende con il suo appassionante stile
narrativo un percorso di indagine e
ricostruzione di alcune delle più controverse vicende della società
italiana.
Cinque nuovi casi della nostra storia recente: La mala del Brenta, La quarta
mafia, La morte sul lavoro,
Nelle mani dello Stato e La trattativa, per raccontare fatti che troppo
spesso rimangono nascosti o vengono
archiviati, dove la storia del crimine inevitabilmente si intreccia alla
storia di chi al crimine si contrappone o di chi
fatalmente ne rimane vittima.
Ogni puntata avrà un prologo e un epilogo con un'intervista di Carlo
Lucarelli a un personaggio che introduce e
chiude il tema trattato nella puntata.
Per quella dedicata alla trattativa tra lo Stato e la mafia sarà lo
scrittore Andrea Camilleri a introdurci nelle pieghe
di una storia di misteri, di stragi sanguinose, di apparati dei servizi
segreti deviati. Una storia a cui si aggiungono
sempre nuovi elementi, una sorta di mosaico che, giorno dopo giorno,
sembrerebbe apparire più definito. Perché
soprattutto questa è la storia di un'ipotesi, l'ipotesi di un filo che ha
legato e lega Cosa Nostra non solo
all'economia, non solo alla politica, ma a una parte dello Stato.
Un'intervista al giallista Massimo Carlotto, invece, ci accompagnerà nelle
vicende di una mafia del Nord, "La
mala del Brenta" di Felice Maniero, detto "faccia d'angelo", che con la sua
feroce organizzazione criminale dal
piccolo paese di Campolongo Maggiore arriva a controllare non solo tutto il
Veneto, ma anche altre zone d'Italia e
traffici illegali internazionali con i Balcani. La parabola di Felice
Maniero sembrerebbe quasi incarnare, da un punto di
vista criminale, l'espansione fulminea del Nord-Est, uno dei settori
geografici più produttivi del nostro Paese.
Si snoda in Puglia l'inchiesta su "La quarta mafia", la Sacra Corona Unita.
Una mafia autoctona che si ispira alla
Camorra e alla 'Ndrangheta, fatta di estorsioni e di usura, di traffico di
stupefacenti, armi e sigarette, di omicidi e di
bombe. Ma anche di rituali segreti, di parole arcaiche come formule magiche,
immagini sacre bruciate. Forse l'unico
esempio in Italia di mafia che è stata sconfitta e sradicata da una terra
che, come Don Luigi Ciotti ci racconta, può
essere 'sfruttata' in maniera positiva.
Non ha invece connotazioni territoriali la puntata su "La morte sul lavoro"
che si apre con prologo di Ascanio
Celestini sulla difficoltà di narrare un mondo del lavoro sempre più
frammentato e convulso. Carlo Lucarelli
cercherà di indagare le ragioni profonde degli incidenti, i problemi della
sicurezza sul lavoro, quanto è stato fatto per
difenderla e quanto ancora resta da fare, per impedire che il lavoro,
fondamento nella nostra Repubblica e della
nostra Costituzione, invece di portar vita e possibilità di esprimere il
proprio talento, porti così la morte.
La puntata "Nelle mani dello Stato" - introdotta dall'intervista a un
cantautore con un forte interesse per i temi
sociali come Daniele Silvestri - racconta di luoghi diversi: caserme,
questure, carceri, reparti penitenziari degli
ospedali, ospedali psichiatrici giudiziari, centri di identificazione ed
espulsione, in cui un cittadino finisce nelle mani
dello Stato perché arrestato o fermato, detenuto in attesa di giudizio,
condannato, o semplicemente bisognoso di
cure. Ci sono leggi, procedure, controlli e persone che regolano questa
tutela. Ci sono forme di garanzia che, in una
democrazia, spesso funzionano ma altre volte no. Come nei casi di Stefano
Cucchi o Federico Aldrovandi, o come in
quelli di donne e uomini che stavano dietro le sbarre e che sono morti di
morte violenta mentre erano nelle mani
dello Stato.
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