[Redditolavoro] paderno dugnano - la voce della rete

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Thu Dec 9 08:45:18 CET 2010


E non perdono le speranze. Un semplice appello «all'unico che forse può 
aiutarci, là dove la legge ci impedisce di concretizzare un
sogno». Poche parole «per chiedere una dispensa speciale, che ci permetta di 
celebrare un matrimoniofissato da tempo, previsto per
sabato prossimo». Un progetto interrotto dall'esplosione della Eureco di via 
Mazzini. Ora Salvatore Catalano, che il 20 novembre
avrebbe dovuto celebrare le nozze con la sua compagna Antonella Riunno, è in 
coma farmacologico all'ospedale Niguarda. Domenica
sera Antonella, supportata dalla famiglia, ha inviato un appello al 
presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Sì, perché Salvatore è incapace di intendere e di volere e non 
può pronunciare quel fatidico «sì» che rende valide le nozze.
IL SINDACO di Paderno, Marco Alparone, ha più volte ribadito di essere a 
completa disposizione della famiglia: «Non appena sarà
possibile, sarò pronto a celebrare le nozze». Intanto, le condizioni di 
Salvatore Catalano, ricoverato nel reparto di terapia intensiva di
Niguarda, sono stazionarie. Già operato per limitare le infezioni dovute 
alle gravissime ustioni e
per aiutarlo a respirare meglio, dovrebbe subire nuovi interventi nei 
prossimi giorni. Nello stesso ospedale si trova un altro operaio
gravissimo, Leonard Shehu, con bruciature che gli hanno compromesso il 90% 
del corpo. Anche per lui i medici non si sbilanciano:
la prognosi resta inevitabilmente riservata. Si tira un sospiro di sollievo, 
invece, per il più giovani fra i feriti della Eureco, Kasem
Xhani, appena 21 anni. Riesce a parlare, anche se a fatica, e addirittura a 
mangiare. Anche Erjon Nezha, 29 anni, comincia a destare
meno preoccupazioni: è cosciente ed è riuscito a ricordare i drammatici 
minuti dell'esplosione del 4 novembre. Parole, le sue,
che saranno preziose anche per la ricostruzione che gli inquirenti stanno 
facendo dell'accaduto.
Fuori Milano, al centro ustionati di Torino, è ancora in coma farmacologico 
Harun Zeqiri. Ottimista suo nipote Adrian, che è anche
titolare della Tnl, la cooperativa di cui facevano parte tutti e cinque gli 
albanesi coinvolti nello scoppio: «Sta migliorando, prego
per lui».

«BASTA con questi omicidi». È il grido della rete nazionale per la sicurezza 
sui posti di lavoro che ierisi è presentata a Paderno, alle porte
del palazzo municipale. «Doveroso dopo quanto successo. Una nuova Thyssen», 
ha sottolineato Giuseppe Gaglio che ha annunciato una
prima iniziativa. Nel quadro della settimana nazionale di mobilitazione - in 
programma dal 4 all'11 dicembre - la prima manifestazione
sarà organizzata proprio a Paderno Dugnano. «Ancora una vittima e tre operai 
in pericolo - ha sottolineato Gaglio -nell'esprimere le condoglianze
alla famiglia e ai compagni di lavoro, ribadiamo il nostro impegno contro le 
morti sul lavoro. Mancano le condizioni
di sicurezza e purtroppo a pagarne sono sempre i lavoratori.
Stiamo cercando di contattare le famiglie dei feriti, ad oggi non c'è stato 
permesso per ragioni di privacy e purtroppo ieri non sono stati invitati
a partecipare alla commissione. Speriamo di riuscirci al più presto per 
prestare loro supporto».
UN PRIMO contatto, un primo appello in vista della manifestazione. 
«Purtroppo è soltanto
l'ultimo crimine sul fronte della sicurezza sul lavoro; dalla Thyssen all'Ilva, 
da Palermo a Molfetta,
da Roma al porto di Ravenna. E adesso a Paderno- continua -. È ora di dire 
basta».

È TRASCORSO un mese dal drammatico incidente all'Eureco di Paderno che è 
costato la vita adue operai, Sergio Scapolan e Harun Zeqiri,
 e che vede ancora in pericolo due colleghi, LeonardShehu e Salvatore 
Catalano. Per ricordarlo e «abbattere il muro
del silenzio», la Rete nazionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro è 
scesa in piazza ieri pomeriggio,
cercando di risvegliare il cuore di Paderno. Un presidio, alle porte del 
municipio, con una commovente lettura teatrale di Massimode Vita del Teatro 
Officina,
dall'emblematico titolo: «Cos'èmorto con i ragazzi della Thyssen». Ovvero 
cos'è morto con i «ragazzi» dell'Eureco, oggi.
E a SergioScapolan e a Harun Zeqiri èstata dedicata l'iniziativa. «Nel 
quadro della settimana nazionale di mobilitazione in tutta Italia, abbiamo
deciso di iniziare da Paderno Dugnano - ha spiegato Giuseppe Gaglio, della 
Rete -. Siamo qui, in piazza, per rendere omaggio a Sergio Scapolan e a 
Harun
Zeqiri, i "nostri" morti. Siamo qui perché siamo solidali nel dolore,  ai 
loro familiari,
anche se questo sappiamonon potrà consolarli dalla perditadei loro cari. A 
un mese di distanza
dall'esplosione, non possiamo restare ad aspettare in silenzio che aumenti 
il tragico bilancio di
lavoratori, senza manifestare lanostra rabbia. È quando le cose finiscononel 
dimenticatoio che accadono le peggiori nefandezze».
PRESENTE in piazza anche un operaio della Thyssen, Mirko Pusceddu,
32 anni, in cassa integrazioneda quel drammatico 6 dicembredel 2007. 
«Lavoravo proprioalla linea 5. Quel giorno avevo
finito il turno solo quattro oreprima - racconta -. Il collegache mi aveva 
dato il cambio è statodivorato dalle fiamme. È stato
l'ultimo a morire». Un'esperienza che ha stravolto la sua vita e quelladei 
suoi colleghi ma davanti allaquale non è rimasto inerme.
«Abbiamo creato un'associazione"Legami d'acciaio" che poi è confluitanella 
Rete nazionale-spiega-. Purtroppo l'esperienza della
Thyssen non ci ha insegnato niente, non è seguita una riflessione seria 
sulla tematica della sicurezza.
Lo vediamo anche oggi, sapevamoche sarebbe successa unanuova Thyssen, non 
sapevamo inquale ditta e in quale paese, ma lo
sapevamo. Ed eccoci qui, davanti

«GLI INFORTUNI non sono in calo, bisogna contestualizzare i dati». È la 
denuncia della Retenazionale per la sicurezza
sul lavoro. «Si parla di mille morti bianche e di un'Italia che si avvicina 
ailivelli europei, ma non siconsiderano la crisi, la
cassa integrazione, tanto lavoro nero e precario. Non dobbiamo abbassare la 
guardia», commenta Giuseppe Gaglio. E il
pensiero va anche ai lavoratori stranieri, come Harun Zeqiri, vittima dell'Eureco. 
Prima di concludere la settimana di
mobilitazione per la Thyssen di Torino, la Rete manifesterà al porto di
Ravenna, tragico scenario dell'ultimo incidente in cui ha perso la vita un 
operaio egiziano di 51 anni.



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