[Redditolavoro] Fw: Brindisi la protesta per l'annullamento dell'hiroshima-day

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Thu Aug 12 16:04:21 CEST 2010




BRINDISI 14 AGOSTO ANNULLATA L'INIZIATIVA HIROSHIMA-DAY : IL COMUNE NON 
CONCEDE PIAZZA VITTORIA

La lettera aperta degli organizzatori al Sindaco.

                                                                             
   Illustrissimo signor Sindaco di Brindisi



Oggetto : non concessione di utilizzo Piazza  della Vittoria per 
l'Hiroshima-day



Ieri mattina un impiegato dell'ufficio traffico mi ha comunicato che la mia 
richiesta di poter utilizzare una porzione di Piazza Vittoria,  per 
un'iniziativa culturale-politica , in occasione delle giornate mondiali 
dell'Hiroshima day e di celebrazione del 65° della fine della Seconda 
Guerrra Mondiale non era possibile esaudirla ed in sostituzione mi si 
concedeva l'utilizzo di Piazza Cairoli.



Sinceramente sono rimasto sconcertato per il ripetersi  per la seconda volta 
, nello stesso anno, di un copione di ciò che era accaduto il 25 aprile , in 
occasione della festa della Liberazione, quando l'Unione degli Studenti, 
insieme all'Archivio Storico Benedetto Petrone ed il sottoscritto,  si erano 
visti negare Piazza Vittoria  con motivazioni discutibili e costretti in 
tutta fretta a modificare programma ed organizzazione della Festa,  poiché 
spostati di ufficio a Piazza Cairoli.



Sappiamo tutti  a Brindisi la differenza che passa tra  il fare 
un'iniziativa in una Piazza centrale come quella della  Vittoria, in piena 
zona pedonale,   all'incrocio dei Corsi,  e farla invece a  Piazza Cairoli, 
più decentrata, l'ex piazza dei "cafoni" dove,  con la morte dell'Upim,  ma 
ancor più dell'agricoltura brindisina  e dei tanti braccianti e coltivatori 
diretti che avevano fatto di quella Piazza il loro luogo di ritrovo serale", 
oggi è ad ogni ora  praticamente deserta  ad immagine di una città che parla 
tanto di rivolgersi al mare e al suo porto e volge le spalle ad un suo 
millenario passato,  negando le radici di un territorio un tempo prosperoso 
e felice, di cui io e lei abbiamo un ricordo nettissimo con la  vera Festa 
del popolo brindisino , quella dell'UVA.



In quell'occasione vino e specialità del luogo scorrevano a fiumi, offerti 
da un popolo agricoltore che ringraziava Iddio, la Terra, ma anche i loro 
fratelli "cittadini"  ( compresi gli amministratori) che la sera 
preferivano affollare l'altra Piazza , quella della Vittoria ( oggi a noi 
negata) e godersi del passeggio sul lungomare.



Uno spirito di solidarietà  d'altri tempi quello dell'offrire senza 
richiedere nulla in cambio, cosa che forse oggi da molto fastidio,  caro 
signor Sindaco, in un epoca in cui il mercenariato, scusi l'espressione, è 
fonte di vita, di successo e modello a cui attingere da parte delle nuove 
generazioni e a cui la nostra classe politica non ne è esclusa.



Le vorrei ricordare signor Sindaco che la nostra iniziativa 
culturale-politica oltre ad avere un carattere preminentemente archivistico, 
voleva lanciare un messaggio ad una città che per troppi anni ha ritenuto la 
cultura un optional, un veicolo al massimo di promozione del mercantilismo, 
e dove lo scopo ultimo di molti brindisini è l'accumulazione del denaro 
nelle banche, salvo poi fare la fila negli ipermercati, riempiendo i 
carrelli  di merci inutili pur di far rimanere vuote le proprie teste e 
quelle dei propri figli.



Nella nostra iniziativa volevamo mettere a disposizione di tutti il nostro 
materiale di archivio su argomenti come l'Olocausto Nucleare, ma anche di 
testimonianza su di una generazione di brindisini che dagli anni 60 agli 
anni 80 volle cercare di cambiare la nostra città, opporsi a scelte che solo 
oggi ci accorgiamo nefaste o perlomeno discutibili.

Volevamo anche ricordare, attraverso l'esposizioni di oggetti d'epoca,  una 
vicenda , quella della Seconda Guerra Mondiale, che Brindisi, visse in prima 
persona, con le sue tragedie , i suoi lutti , ma anche la voglia di 
riscattarsi grazie anche a uomini come il partigiano Vincenzo Gigante , ma 
anche dei tanti uomini in divisa che , dopo l'8 settembre, seppero ridare 
onore alla nostra Patria,  pagando di persona senza chiedere nulla.

Umilmente volevamo fare così anche noi, senza chiedere nulla , né 
finanziamenti, né implorare patrocini ,  mettendo nella giornata del 14 
agosto a disposizione quanto ognuno di noi, collezionisti, e non,  aveva 
nella proprie case gli oggetti che ci ricordavano quell'epoca.

Si trattava di alcune radio militari ed i loro accessori, cuffie , 
microfoni, altoparlanti, utilizzate dai belligeranti durante la Seconda 
Guerra Mondiale, ci sarebbe stata  una bellissima Moto Guzzi modello Alce, 
verde oliva, un ricordo del sacrificio dei nostri bersaglieri ad El Alamein, 
sarebbero state esposte  una serie di radio degli anni 40, tutt'ora 
funzionanti,  dalle quali i nostri padri e nonni ascoltavano  le notizie 
provenienti da lontani fronti di guerra.



Questo nostro voler regalare alla città un evento che non procurasse una 
sola lira di spesa , (anzi eravamo ben  felici di pagare le tasse di 
occupazione di suolo pubblico) ci aveva illuso che sarebbe stato preso a 
buon cuore dai suoi amministratori , in un periodo in cui si parla di 
risparmi e di intelligenza e di partecipazione dei cittadini nel controllo 
dell'uso del denaro pubblico.

Dobbiamo purtroppo dire che ci eravamo sbagliati, invece di un grazie  , 
mandati a  fare. l'iniziativa nella Piazza " dei cafoni" , deserta, 
scarsamente illuminata  e dove da qualche mese un muro di tavole e ferro 
recinge la omonima Fontana  rendendo il luogo  poco attraente.



 Vorremmo augurarci che l'alternativa di spostarci presso quella recinzione 
sia dovuta ad una svista di qualche impiegato che,  credendo di farci un 
favore, ha pensato che volevamo commemorare la caduta del Muro di Berlino , 
o protestare  contro l'inumano Muro di recinzione che divide Israele dalla 
Palestina  ma, a questo punto  dubitiamo di ciò e dobbiamo convenire che 
invece trattasi del Muro più duro del cemento, nelle menti e nei cuori, 
contro il quale la mia generazione ha dovuto scontrarsi e contro il quale i 
giovani che oggi si affacciano alla vita sociale di questa città dovranno 
tener conto.



Per questi  motivi annulliamo l'iniziativa ,  sperando in una sua risposta 
chiarificatrice



                                                                     Distinti 
saluti

                                                                 Antonio 
Camuso

                                               Osservatorio sui Balcani di 
Brindisi

                                                  osservatoriobrindisi at libero.it



Brindisi 12 agosto 2010







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