[Redditolavoro] Rif: tragedie familiari sltanto?
matilde
matilde at inventati.org
Mon Apr 26 11:40:53 CEST 2010
Era disoccupata. Costava troppo darle un lavoro e starle accanto nelle
eventuali difficoltà di integrazione con i compagni di lavoro? Le camicie di
forza chimiche non sono bastate, ed ora? Una intera vita di sofferenze da
ricordare chiusa fra mura ostili, persa l'"occasione" di affogare. E allo
Stato costa meno di quel che sarebbe costato un intervento di integrazione
lavorativa a suo favore, e cioè un'occasione per respirare?
Laura
Messaggio originale-------
Da: Vittoria OLIVA
Data: 26.04.2010 10:30:12
A: redditolavoro at lists.ecn.org
Oggetto: [Redditolavoro] tragedie familiari sltanto?
A Gela, Caltanisetta ,una giovane madre ha cercato di annegare insieme i
suoi due bambini: i figli sono morti, lei è sopravvissuta.:poco dopo si è
data la versione "tranquillizzante" da parte dei media e degli specialisti:
la donna era affetta da disturbi psichici. "crisi maniacale nell'ambito di
una psicosi bipolare".
Il gesto di una mente "malta", tutto lì.
Questa donna era separata da qualche mese da suo marito,un operaio , uno dei
figli era "autistico", viveva, la famiglia, nel quartiere Cantina Sociale:
il solito "agglomerato" urbano che sorge ai margini, intorno al
petrolchimico dell'Eni in quest caso: autistico pure il quartiere.
Bipolarismo o la somma di fattori che dicono la infelicità totale?: sola fra
soli dopo la separazione, con un figlio "diverso", il marito operaio, il
quartiere marginale: gesto di una mente "disturbata" o disturbo di una
società malata?:
per me la risposta è scontata.
Nel...racconto mediatico di questa solitudine ed infelicità individuale che
è il risultato di una infelicità
totale e collettiva, è stato sottolineato anche il suo messaggio in rete,
lanciato poco prima che avvenisse la tragedia: un messaggio tutto sommato
positivo che faceva vedere una presunta volontà di resistere :
“quando non si può tornare indietro, bisogna soltanto preoccuparsi del modo
migliore di andare avanti. Non si può scegliere come sentirsi, ma si può
fare sempre qualcosa per cercare di stare meglio possibile".
Sinceramente a me non sembra il messaggio di una Medea o di una donna che si
preparava al suicidio, anzi, tutt'altro: la conclusione che traggo è che una
presunta comunità virtuale non basta, non serve a colmare il vuoto di una
comunità reale che non c'è, che anzi ti è nemica.
A Gela qualche giorno prima, un'altra notizia che dice le condizioni reali
dell'insopportabilità della non vita: un disoccupato con 3 figli dopo aver
tentato due volte il suicidio si mette all'asta per la vendita di un rene o
di qualche altro suo pezzo: non lo vogliono intero e pensa: provo a vedere
se, almeno, mi si comprano a pezzi: esce in un caso e nell'altro una umanità
fatta a pezzi e spezzettata.E una "malattia" solo del Sud?
dico che è una "malattia" generale: il 14 aprile ad Altino del veneto un
uomo uccide la moglie e poi si suicida. Ieri nel mantovano un altro "fuori
di testa" , tampona la ex convivente, ferisce chi stava con lei,
poi "rivolge l'arma" contro una vicina di casa ed un campagnolo col quale
ere in lite.
Episodi similari si moltiplicano come in USA, si moltiplicano come si
moltiplica il possesso di armi, come si moltiplicano i possessi miserabili
e miserandi che dicono la miseria totale della società miserabile del
possesso totale.
E siccome non si può ammettere che tali fenomeni sono la conseguenza
scontata di una società intera, la società dell'alienazione totale si dice
che si tratta di malati e malattie individuali contro cui occorre prendere
provvedimenti: come? beh intanto così!.
http://www.lastampa
it/redazione/cmsSezioni/cronache/201004articoli/54437girata.asp
Potrei dire: solita logica del capro espiatorio che distoglie dal problema
reale e il problema reale è: anc abbiamo, forse, precaria anche quella, una
casa, una famiglia, precaria pure lei, però in realtà siamo privi della
casa comunitaria degli intenti comuni e della famiglia comunitaria, quella
della tensione comune al superamento collettivo delle proprie singole
infelicità.
"Una casa, per quanto sia piccola, fino a tanto che le case che la
circondano sono ugualmente piccole, soddisfa a tutto ciò che socialmente si
esige da una casa. Ma se, a fianco della piccola casa, si erge un palazzo,
la casetta si ridurrà a una capanna. La casetta dimostra ora che il suo
proprietario non può far valere nessuna pretesa, o solamente pretese minime;
e per quanto ci si spinga in alto nel corso della civiltà, se il palazzo che
le sta vicino si eleva in ugual misura e anche più, l’abitante della casa
relativamente piccola si troverà sempre più a disagio, sempre più scontento,
sempre più oppresso fra le sue quattro mura." "lavoro salariato e capitale":
vittoria
L'avamposto degli Incompatibili
http://controappunto.splinder.com/
doc. politici
http://controappunto.splinder.com/post/22625578/ricky-gianco-antipatico
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