[Redditolavoro] Fw: [BSF] LA CRISI DELLA CHIESA, IL SILENZIO DELLE SINISTRE, ALCUNE PROPOSTE.

Massimo Reggiani remax1961 at libero.it
Thu Apr 22 20:19:18 CEST 2010


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Subject: [BSF] LA CRISI DELLA CHIESA, IL SILENZIO DELLE SINISTRE, ALCUNE 
PROPOSTE.


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LA CRISI DELLA CHIESA, IL SILENZIO DELLE SINISTRE, ALCUNE PROPOSTE. (18
Aprile 2010)

La crisi esplosa attorno al tema dell’abuso ecclesiastico sui minori investe
a fondo la Chiesa cattolica internazionale e i suoi massimi vertici. Sotto
il profilo della sua credibilità di massa presso l’opinione pubblica
internazionale e la stessa base dei credenti, si tratta -potenzialmente-
della crisi più profonda che abbia investito la Chiesa di Roma dall’epoca
della “vendita delle indulgenze” del XVI Secolo. La crisi non riguarda
infatti la superficie degli scandali ricorrenti del temporalismo
ecclesiastico, in ordine alla sue tradizionali compromissioni col potere
politico, o alla sua internità alla finanza capitalistica. Ma investe la
stessa autorità “morale” della Chiesa e del suo ordine giuridico e
gerarchico, sino al livello della Segreteria di Stato Vaticana e del Papato.
Chiama in causa non i “comportamenti”della Chiesa, in relazione alle
ingerenze confessionali nella legislazione civile degli Stati, ma la
“realtà” della Chiesa: nelle regole inconfessabili della sua vita interna,
della sua doppiezza, dei suoi crimini. La realtà di un apparato
ecclesiastico che si configura di fatto, per molti aspetti, come
“associazione a delinquere” internazionale, sigillata e protetta dal Segreto
Pontificio.
PECCATI O CRIMINI?
Coloro che si limitano a denunciare il numero impressionante di brutalità
compiute da criminali in tonaca su minori, donne, sordomuti, minoranze
aborigene -che sta emergendo come punta travolgente di un iceberg immenso,
cumulatosi nel corso dei secoli- colgono solo un aspetto parziale. Sotto
questo profilo potremmo dire persino che le barbarie prodottesi contro donne
e minori all’ombra della Croce, non sono diverse da quelle prodottesi contro
di essi sotto le bandiere della laica democrazia borghese, o che si
consumano quotidianamente in tutto il mondo in tante rispettabili famiglie.
Stupri domestici, tratta di prostitute schiave, turismo sessuale a caccia di
bambini, stanno lì a ricordarlo. No. La particolarità dei crimini di Chiesa
sta nella straordinaria copertura (e incoraggiamento di fatto) di cui hanno
goduto da parte dell’assolutismo ecclesiastico, e proprio nel nome della
difesa di quell’assolutismo. Dalle risoluzioni della Controriforma cattolica
del Concilio di Trento sino alle sentenze della Congregazione della Dottrina
della Fede sotto la direzione di Ratzinger (2002), la linea di fondo del
codice ecclesiale è stata infatti una sola: considerare “peccati” e non
crimini le violenze sui minori. E dunque punirle, nel migliore dei casi, con
sanzioni ecclesiastiche (sino al limite estremo della riduzione del
“peccatore” allo stato laicale), ma sottraendole, ovunque possibile, alla
legge ordinaria, cioè alla galera. Questa è l’infamia. E questa infamia
secolare è talmente resistente che persino le “linee guida” della normativa
ecclesiastica del 2003 in ordine alla “pedofilia” -sbandierate oggi dal
Vaticano come prova della “severità” della Chiesa contro gli abusi”-
prevedono la denuncia degli abusatori alle autorità civili SOLO nei Paesi in
cui la legge ordinaria prevede l’obbligo della denuncia e, cosa ancor più
indicativa, SOLO quando i vescovi “vengono a conoscenza di reati commessi
dai propri sacerdoti al di fuori del sigillo sacramentale della
confessione”. Il che significa che la confessione di una violenza sessuale
da sacerdote a sacerdote è una garanzia di impunità, e quindi un
incoraggiamento e reiterare il reato. E’ necessario cogliere il lato
sistemico della copertura del crimine. A differenza che in ogni formale
legislazione ordinaria, la legge ecclesiale tutela il criminale anche quando
condanna il “peccatore”. Meglio: la condanna del “peccatore” è la specifica
forma di tutela del criminale. E la tutela del criminale dalla legge dello
Stato è, a sua volta, la sanzione della separatezza e della superiorità del
proprio Stato (la Chiesa) e del proprio codice (il diritto ecclesiale)
rispetto ad ogni altro Stato e legge ordinaria. Per di più, lo stesso
sanzionamento o meno dei “peccatori”, all’interno della Chiesa, non è dipeso
e non dipende dall’entità dei “peccati”, ma dallo status dei “peccatori”
nell’ordine ecclesiastico. Ciò che ha consentito al grande criminale Padre
Maciel, violentatore persino delle proprie figlie, ma capo venerabile
dell’Ordine potentissimo dei Legionari di Cristo, di essere coperto e
tutelato per decenni da tutti i Papati, ed in particolare da Papa Woityla
(oggi in corsa per la beatificazione): e di essere invece scaricato
dall’attuale Pontefice solo post mortem (e con un occhio alla eredità degli
immensi beni terreni dei Legionari). Per non parlare delle gerarchie
cattoliche canadesi, responsabili lungo il 900 del “piccolo” genocidio di
50.000 donne e minori aborigeni, di torture e violenze indicibili nelle
cosiddette “Scuole Residenziali”, ma tuttora oggetto di protezione vaticana
per via del proprio considerevole potere. E sono solo due esempi.
IL BALBETTIO DEI LIBERALI E DELLE SINISTRE
Questa è dunque la Chiesa reale. Non semplicemente la Chiesa oscurantista
che condanna la pillola abortiva o che accosta lo stupro sui minori
all’omosessualità. Ma la Chiesa criminale. Per intenderci, la stessa Chiesa
coinvolta, col cardinal Marcinkus, nell’omicidio di Emanuela Orlandi, oppure
coinvolta nel silenzio omertoso a Potenza sull’omicidio di Elena Claps… Lo
scandalo planetario degli abusi sui minori ha aperto finalmente un fascio di
luce su questa verità rimossa.
Ma qui subentra un secondo scandalo: quello del balbettio della cultura
laica e liberale nazionale, e delle stesse sinistre italiane, di fronte alla
crisi della Chiesa. Proprio nel momento in cui il Vaticano è travolto da una
crisi mondiale di credibilità senza precedenti; proprio nel momento in cui
nel campo stesso della cristianità si moltiplicano contestazioni e proteste
contro le massime gerarchie, i liberali e le sinistre patrie (con rarissime
eccezioni individuali) restano ammutoliti. Anche soggetti politici e
culturali che hanno contestato più volte, giustamente, le posizioni
oscurantiste della Chiesa in fatto di sessualità, arretrano di fronte
all’emersione della sua criminalità sessuale. E’ un caso? No davvero. Le
classi dominanti sono organicamente intrecciate con gli interessi
ecclesiastici (banche, proprietà immobiliari, pacchetti azionari, proprietà
terriere...). I loro partiti, inclusi quelli “Democratici”, coltivano i
rapporti con le gerarchie, ne ricercano la benedizione, ne tutelano la
sacralità istituzionale. I gruppi dirigenti delle sinistre che, a loro
volta, collaborano con i partiti borghesi “democratici”, debbono presentarsi
come “rispettabili” ai loro occhi , e dunque “rispettosi” verso
l’Istituzione Chiesa. Altrimenti dovrebbero rinunciare ad assessorati o a
(futuri e ambiti) ministeri. Questo spiega, ad esempio, perché il valdese
Paolo Ferrero -di fronte all’enormità dello scandalo della pedofilia
ecclesiastica- si limiti a chiedere alla Chiesa cattolica di “rivedere il
celibato dei vescovi” come rimedio agli stupri (editoriale su Liberazione
del 14-4-10). O perché il cattolico Nichi Vendola -già candidatosi a premier
del centrosinistra liberale per il 2013- non manchi occasione di ossequiare
il Vaticano (oltre a Padre Pio). E’ la riprova che la subordinazione al
capitalismo trascina con sé la prostrazione alla Chiesa. Sino al silenzio
verso i suoi crimini.
UN PROGRAMMA DI LIBERAZIONE DAL VATICANO O E’ ANTICAPITALISTA O NON E’.
Per la stessa ragione una sinistra anticapitalista -come quella che il PCL
esprime- può assumere la battaglia contro la criminalità ecclesiastica in
piena libertà e coerenza. Come non ci subordiniamo al capitalismo così non
ci subordiniamo alla Chiesa. Per questo non solo non ci allineamo
all’imbarazzata ambiguità della borghesia liberale e delle sinistre, ma
chiediamo a tutte le sinistre, a tutto l’associazionismo laico, di
promuovere una vera campagna di denuncia che vada alla radice della
questione clericale.
Rivendichiamo innanzitutto una vera e propria inchiesta popolare sui crimini
ecclesiastici e sulle responsabilità a tutti i livelli di chi li ha coperti,
dentro e fuori la Chiesa: perché solo i lavoratori e le classi subalterne
possono giungere alla verità e denunciarla, non lo Stato concordatario e
complice, non la magistratura borghese (a proposito: dov’è il giustizialismo
dipietrista o grillista di fronte ai crimini di Chiesa?). Rivendichiamo la
rimozione di ogni segreto pontificio sugli abusi verso donne e minori, con
l’apertura pubblica degli archivi vaticani: perché nessun crimine clericale
deve restare ignoto o impunito. Rivendichiamo l’abolizione di ogni
privilegio clericale (esenzioni fiscali in Iva e Ici, fondi pubblici a
scuole e cliniche private, otto per mille); anche perché è intollerabile
finanziare, con risorse pubbliche, associazioni a delinquere. Rivendichiamo
l’esproprio, sotto controllo popolare, delle grandi proprietà immobiliari e
bancarie del Vaticano: per restituire ai lavoratori e al popolo ciò che è
loro.
Da inguaribili comunisti continuiamo a considerare di straordinaria
attualità le misure della Comune di Parigi del 1871 -elogiate da Marx-
contro il capitalismo ecclesiastico. La “Comune miscredente” -che “trovò nel
convento di Picpus donne sequestrate dai monaci sotto l’accusa di pazzia e
destinate ad essere violentate e sepolte vive”; e nella chiesa di S. Lorenzo
“scheletri di donne che già avevano subito quella sorte”- non si limitò a
liberare le vittime di quegli abusi e a incarcerare i responsabili.
“Sbarazzatasi dell’esercito permanente e della polizia, elementi della forza
materiale del vecchio governo, la Comune si preoccupò di spezzare la forza
della repressione spirituale,il potere dei preti, ... espropriando tutte le
chiese in quanto enti possidenti. I sacerdoti furono restituiti alla quiete
della vita privata, per vivere delle elemosine dei fedeli, ad imitazione dei
loro predecessori, gli apostoli. Tutti gli istituti d’istruzione furono...
liberati in pari tempo da ogni ingerenza della chiesa e resi gratuiti per il
popolo ... La retribuzione dei sacerdoti, invece di essere finanziata dalle
tasse sui contadini, dipese solamente dall’azione spontanea ispirata dai
sentimenti religiosi dei parrocchiani” (MARX- La guerra civile in Francia,
1871).
Per quale ragione questo programma rivoluzionario avrebbe perso valore di
fronte ad un potere clericale ben più grande di allora, e a crimini
ecclesiastici non meno efferati?
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
info at pclacoratori.it


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