[Redditolavoro] Fw: [BSF] L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA
Massimo Reggiani
remax1961 at libero.it
Mon Apr 19 08:16:03 CEST 2010
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Sent: Sunday, April 18, 2010 5:07 PM
Subject: [BSF] L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA
L'ARTICOLO 18 NON SI TOCCA
Dopo il fallito tentativo nel 2002 di cancellare l'art. 18 dello Statuto dei
Lavoratori (Legge 300 del 20 maggio 1970), il Governo Berlusconi ci riprova
con il Ddl lavoro, introducendo l'arbitrato nelle controversie di lavoro.
Un “arbitro” al posto del giudice: lo prevede l’articolo 31 del Ddl lavoro.
Con l’articolo 31 cambiano le modalità di dirimere le controversie sul
lavoro. Da oggi invece del giudice può intervenire una nuova figura,
l’arbitro.
L’articolo 18 stabilisce che il giudice reintegri il lavoratore che sia
stato licenziato senza giusta causa. Con la nuova norma invece sarà il
lavoratore a decidere a chi affidarsi, se al giudice (come prima) o
all’arbitro.
La scelta andrà fatta al momento dell'assunzione: il lavoratore dovrà
decidere quali delle due “vie” seguire. Se sceglie la via arbitrale, poi non
si torna più indietro.
É facile immaginare che al momento dell’assunzione il lavoratore non sia
propriamente libero di decidere autonomamente. I lavoratori saranno più
deboli e ricattabili.
In questo modo l'articolo 18 diventa un optional !!!
Le responsabilità non sono solo di questo Governo ma anche del PD, visto che
le acque sono state mosse dal giuslavorista Senatore Treu, già ministro del
Lavoro, ispiratore del famigerato "Pacchetto Treu" che iniziò la demolizione
del diritto del lavoro in Italia, dopo gli anni d'oro dello Statuto dei
diritti che aveva garantito pace sociale, dignità ai lavoratori, sicurezza
alle loro famiglie, prosperità al Paese. Dal pacchetto Treu si è passati
alla legge Biagi che ha aumentato a dismisura la possibilità
d‘intermediazione parassitaria sul lavoratore ed ha accentuato, fino
all'inverosimile assunzione settimanale senza festivi, la precarietà della
prestazione lavorativa, diventata merce da vendere e rivendere.
Ebbene Treu, dopo anni di lavoro sottotraccia e spesso bipartisan svolto in
Parlamento da squadre di guastatori del diritto capeggiati da Cazzola e
Ichino, è complice del disegno di legge che sottrae al lavoratore la
possibilità di farsi scudo dell'art.18 in caso di licenziamento senza giusta
causa.
Non è paranoico pensare che questo lavoro parlamentare di aggiramento
dell'art.18 con un sotterfugio leguleio ed un intrigo di palazzo bipartisan
ghigliottinerà la manodopera a tempo indeterminato, specialmente quella che
i padroni ritengono "pesante" per dieci, venti anni di anzianità e che si
vorrebbe sostituire con carne fresca senza tante pretese e diritti
acquisiti. Ciò è frutto anche della "consulenza" delle Confederazioni
Sindacali, da tempo oramai collegate strettamente all'ufficio "risorse
umane" delle aziende e collaborazioniste della Confindustria e del Governo.
Cisl e Uil, accogliendo la linea della complicità coi padroni suggerita da
Sacconi, sono già d'accordo mentre la CGIL non firma ma assiste come Ponzio
Pilato, ruolo che pare essere diventato la sua vocazione. Ricordiamoci che
in occasione degli accordi separati sulla riforma dei contratti ha preteso
appunto di presenziare senza firmare.
É terribile che i lavoratori siano governati dalla burocrazia sindacale
delle tre Confederazioni che da vent’anni a questa parte campa sulle loro
spalle accrescendo il proprio potere di gestione del salario da lavoro
dipendente tramite la partecipazione agli enti bilaterali. Intanto i diritti
e il reddito della classe lavoratrice stanno franando sotto la scure della
crisi economica.
É giunto il momento di stravolgere lo scenario del mondo del lavoro in
Italia che ci riporta indietro nel tempo, cancellando le conquiste ottenute
nel corso degli anni.
Decidano i lavoratori il loro futuro. Basta delegare a schiavi servi del
potere. Abbiamo lottato duramente per migliorare le condizioni di lavoro e
ritorneremo a farlo. Non guardatela come una minaccia ma come una promessa.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
SEZ. PROV. DI BOLOGNA
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