[Redditolavoro] Scuola: Formigoni vuole spazzare via le garduatorie pubbliche dei docenti

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Sun Apr 18 10:51:41 CEST 2010


Il progetto di Formigoni per la scuola vede la Lombardia fare da primo 
laboratorio per spianare la strada all'eliminazione delle graduatorie dei 
docenti nazionali a cui fino ad oggi si ha avuto accesso attraverso i pubblici 
concorsi.

Al via la chiamata diretta degli insegnanti da parte dei Presidi, che 
attingeranno da un albo regionale, non già in base al punteggio ma in base al 
merito,  in pieno accordo con la Gelmini e il governo di cui Formigoni dice "...
Ne ho già parlato con il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e con il 
governo. La direzione è condivisa. Siamo all’inizio della legislatura 
emetteremo con forza sul piatto la nostra proposta...». E meno male che 
Formigoni dice che si vuole agire"...senza violenza e senza ledere i diritti di 
chicchessia..."!!!

Albi regionali dunque da cui le scuole dovrebbero " pescare" in base al merito 
e in cui "... Chiunque può iscriversi all’albo regionale. garantendo però 
alcuni requisiti». Quali? «Una certa permanenza nel territorio, almeno un ciclo 
di studio di 5 anni..."  che nella sostanza significa dare gambe nel campo 
dell'istruzione al modello federale  ed estromettere via via tutti quei precari 
che dal sud, a causa dei massicci tagli agli organici, per sfuggire alla 
disoccupazione accettano per un anno la supplenza annuale al Nord, lavorando 
spesso solo per garantirsi il punteggio visto il magro stipendio lo si spende 
tutto per affrontare le spese per vivere...    

Un altro passo verso la trasformazione delle scuole in scuole/azienda in piena 
e aperta concorrenza tra di loro, in cui si deve introdurre la logica del 
mercato,nell'ambito del generale e rapido processo del governo di 
smantellamento della scuola pubblica e di imposizione di una scuola 
privatizzata funzionale e a misura del sistema delle imprese, dei padroni, del 
sistema capitalistico,  la stessa Confindustria  loda il ministro 
dell'Istruzione Gelmini dicendo che "è sulla strada giusta".

Un altro vergognoso passo verso  la trasformazione delle istituzioni 
scolastiche statali in fondazioni private, la "progressiva liberalizzazione 
della professione", la trasformazione dei Dirigenti Scolastici in nuovi padroni 
che gestiranno a loro piacimento le assunzioni e il reclutamento del personale 
non più garantito dallo scorrimento delle  graduatorie pubbliche per titoli che 
si vogliono spazzare  via aprendo la strada ad inevitabili e meschine logiche 
clientelari . 

E su questo Formigoni dice "Abbiamo già trovato un terreno favorevole con i 
sindacati..." gli crediamo sulla parola!!!

Ma è la risposta finale all'ultima domanda che dà il senso della natura 
moderno fascista di Formigloni e della classe di cui esprime gli interesse 
D: Sa quale sarà la critica? La stessa che ha segnato la riforma della sanità. 
Favorite i privati a scapito del pubblico. 
R: «È il residuo degli ultimi maoisti in Lombardia. L’88 per cento della 
popolazione lombarda è soddisfatta della nostra sanità. Hanno capito che 
abbiamo puntato sulla qualità. Non si chiedono se l’ospedale è pubblico o 
privato, ma se cura o non cura. Lo stesso avverrà con il sistema scolastico». 

FERMARE I PIANI DI DISTRUZIONE DEL GOVERNO DELLA SCUOLA PUBBLICA  

Slai cobas per il sindacato di classe

http://www.corriere.it/cronache/10_aprile_17/giannattasio-formigoni-scuola-
prof_0a03d4a6-49e8-11df-8f1a-00144f02aabe.shtml

Formigoni: «Le scuole lombarde sceglieranno i loro insegnanti»
Il governatore della Lombardia: «Ne ho già parlato con la Gelmini. Modello 
federale con graduatorie regionali»
«Sarà premiato il merito»


Formigoni in visita al Salone del Mobile (Fotogramma) 

MILANO — «Sono stufo di vedere la scuola italiana agli ultimi posti in Europa. 
Sono stufo di vedere i professori depressi a causa di un sistema che non 
garantisce la qualità». Roberto Formigoni, fresco di quarto mandato come 
presidente della Regione Lombardia, anticipa la svolta federalista della 
scuola. Due i principi cardine della riforma. Stop alle graduatorie nazionali 
con il reclutamento diretto dei professori da parte delle scuole su base 
regionale. Assoluta parità tra istituti statali e istituti privati grazie al 
potenziamento della dote scuola. Un modello che ricalca la riforma della sanità 
del 1997. La Lombardia chiede al governo di fare da apripista e di sperimentare 
il «nuovo modello». 
Presidente Formigoni, più che una riforma sembra una mossa per spiazzare e 
anticipare la Lega.
 
«La definirei una proposta formigoniana-pidiellina-leghista in profonda 
sintonia con il programma del governo e della coalizione». 

Una riforma che richiede un cambiamento delle leggi. 
«Ne ho già parlato con il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini e con 
il governo. La direzione è condivisa. Siamo all’inizio della legislatura 
emetteremo con forza sul piatto la nostra proposta». 

La risposta? 
«Per la sperimentazione non è necessario cambiare le leggi, c’è bisogno di un 
accordo con il governo. Individueremo delle scuole e ci confronteremo con 
tutti, senza violenza e senza ledere i diritti di chicchessia. Abbiamo già 
trovato un terreno favorevole sia con i sindacati sia con i professori». 

Su quali proposte? 
«Integrare il meglio della scuola pubblica e privata puntando su un elemento: 
la valorizzazione degli insegnanti grazie all’introduzione del merito. Dopo 
aver premiato gli studenti vogliamo premiare gli insegnanti esaltando chi vuole 
continuare a qualificarsi».

Come? 
«Deve essere la scuola a scegliere gli insegnanti. Adesso esistono le 
graduatorie nazionali. Ti iscrivi a quell’elenco, arriva il numero 1826, e la 
scuola ti deve prendere. Sia che tu sia un premio Nobel sia che tu sia uno che 
fa il professore perché non ha nulla di meglio da fare». 

Con quale strumento? 
«Costituendo degli albi regionali. Le scuole pescano in questo albo in base al 
merito». 

Albi riservati ai residenti lombardi? 
«No. Chiunque può iscriversi all’albo regionale. Garantendo però alcuni 
requisiti». Quali? «Una certa permanenza nel territorio, almeno un ciclo di 
studio di 5 anni. Per evitare turn over frenetici come succede adesso». 

Basta? 
«No, bisogna anche premiare. Estendendo la dote scuola anche agli insegnati 
meritevoli. Con incentivi di natura economica e diversificazione degli 
stipendi. Come accade in Regione per i dirigenti dove un terzo del loro 
stipendio dipende dal merito. Non voglio insegnati burocrati, ma insegnanti 
dirigenti». Sul versante delle famiglie?
«Bisogna potenziare la dote scuola. E permettere alla famiglia e allo studente 
di scegliere in massima libertà a quale scuola iscriversi, sia statale, sia 
privata. E dall’altra parte passare al finanziamento diretto delle scuole. È la 
scuola che ingaggiando l’insegnante gli garantisce lo stipendio». 

Sa quale sarà la critica? La stessa che ha segnato la riforma della sanità. 
Favorite i privati a scapito del pubblico. 
«È il residuo degli ultimi maoisti in Lombardia. L’88 per cento della 
popolazione lombarda è soddisfatta della nostra sanità. Hanno capito che 
abbiamo puntato sulla qualità. Non si chiedono se l’ospedale è pubblico o 
privato, ma se cura o non cura. Lo stesso avverrà con il sistema scolastico». 

Maurizio Giannattasio
17 aprile 2010





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