[Redditolavoro] napoli cariche antirazziste
procomta
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Deportati" in serata al CIE di Brindisi i 9 migranti sequestrati per giorni
nel porto di Napoli... domani conferenza stampa, ore 12, p.zza Bellini
Deportati" in serata al CIE di Brindisi i 9 migranti sequestrati per giorni
nel porto di Napoli... domani conferenza stampa, ore 12, p.zza Bellini
Mercoledì 14 Aprile 2010 23:44 cau .su indymedia tutti gli aggiornamenti
e i comunicati della rete antirazzista che ha seguito attivamente tutta la
vicenda
E' finita con celerini e manganelli contro il diritto d'asilo e contro un
centinaio di antirazzisti che dopo due giorni di iniziativa permanente si
erano ancora mobilitati per contestare l'inaccettabile deportazione nel CIE
di Brindisi! Caricati perchè facevamo resistenza contro l'ingiustizia e il
cinismo! Ostacolando la via della deportazione fuori l'ufficio stranieri
della Questura.
I rifugiati scesi dalla "Vera D" nel porto di Napoli grazie alla
mobilitazione antirazzista erano uno dei primi casi quest'anno rispetto alla
linea dei respingimenti in mare, che viola in maniera grave e sostanziale il
diritto d'asilo.
Sarà per questo che malgrado la disponibilità esplicita di un progetto di
accoglienza degli stessi rifugiati all'interno dello Sprar da parte del
Comune di Napoli, la Questura, dopo lungo tracheggiare e tanta ipocrisia, ha
preferito accodarsi pavidamente alla linea della Lega e di Maroni e
deportare tutti nel CIE di Brindisi in attesa dell'audizione della
commissione rifugiati!
Un segnale ottuso e ideologico a fronte di una società che in tanta parte si
era attivata lanciando un'importante messaggio solidale.
Un provvedimento grave e illeggitimo a maggior ragione perchè tra i
deportati ci sono sei minorenni, alcuni davvero piccoli e ridicolmente
indicati come maggiorenni dal discutibilissimo test biometrico del polso che
ormai sopravvive solo in Italia. Ma che per alcuni dei casi cozzava così
tanto con l'evidenza degli occhi (e delle foto..) e col diritto di tutela
dei minori, che è inquietante la gestione della Questura! Come del resto per
l'escamotage del respingimento formulato senza traduttori e forse non
notificato, ma soprattutto decretato prima di comunicare loro il diritto e
chiedere protezione: una pratica diffusa al solo fine di giustificare il
successivo trattenimento nei CIE ed aspramente criticata sul piano
internaizonale anche dall'ONU. Tutti provvedimenti che saranno impugnati
così come il trattenimento nei CIE, ma che oggi hanno rappresentato una
scelta triste e violenta sul piano del diritto internazionale di ragazzi che
vengono già da settimane nei containers e subiranno altra galera!
Domani alle ore 12.00 conferenza stampa in piazza Bellini (IntraMoenia)
della rete antirazzista che presenterà le prossime iniziative in sostegno
dei rifugiati della "Vera D" e soprattutto le integrazioni documentali alle
denunce e agli esposti in tribunale per mancata tutela dei minori e per
violazione del diritto d'asilo.
di seguito riportiamo un'ampia sintesi delle notizie, per ricostruire e
diffondere ciò che è accaduto e per sottolineare che vicende specificiche
come questa o quella che coinvolge Joy e tante altre donne rinchiuse nei
C.I.E. non rappresentano "casi eccezionali" ma sono la "prassi non scritta"
delle politiche migratorie dell'Italia e dell'Unione Europea, con l'appoggio
logistico e militare di strutture come FRONTEX.
ricostruiamo i fatti: cosa è accaduto...
Una nave attraccata l'8 aprile fa nel porto di Napoli (molo Bausan, nella
periferia orientale, verso San Giovanni a Teduccio) è stata fermata perchè
aveva a bordo 9 migranti "irregolari". Di queste nove persone, che la
polizia di frontiera dichiara di nazionalità ghanese e nigeriana, cinque
sono minorenni.
Secondo la ricostruzione accreditata dal comandante russo di questa grossa
nave-merci (battente bandiera liberiana, ma di proprietà di una importante
compagnia di armatori tedesca, la Peter Dohle di Amburgo) i migranti si
sarebbero nascosti in un container al porto di Abidjan in Costa D'Avorio e
avrebbero trascorso così l'intero viaggio.
Non è ben chiaro se in un primo momento la nave sia stata fermata dalla
polizia di frontiera per la presenza di immigrati irregolari, o dallo stesso
comandante. Sta di fatto che dopo aver "scoperto" la presenza dei migranti,
il comandante rilevava di non avere più il numero legale per navigare e
chiedeva all'Italia di farsene carico.
Del resto sono in acque nazionali italiane, quindi i minori hanno diritto di
tutela mentre gli adulti devono (è un loro diritto!) potere fare domanda
d'asilo. In ogni caso le autorità italiane gli hanno impedito di sbarcare.
La notizia è trapelata solo nella mattinata del 12 aprile, per la protesta
dei lavoratori del terminal container, dovuta al fatto che il blocco del
molo Bausan aveva interrotto molte delle attività lavorative legate allo
scarico merci. Questa è sembrata essere anche l'unica preoccupazione dei
media, che hanno trattato molto superficialmente la questione umanitaria dei
migranti confinati forzatamente sulla nave sottolineando soltanto il danno
economico che l'attracco della nave potrebbe costare, la necessità ripresa
dei lavori nel terminal e i risarcimenti, dopo che i "clandestini" sarebbero
stati fatti scendere dalla nave (vedi: canale9, il mattino).
In realtà le cose hanno rischiato di prendere una piega ancora peggiore: la
nave è stata fermata e sequestrata dalla stessa magistratura in maniera
preventiva rispetto alla eventuale copertura dei danni in seguito alla
denuncia del Conateco, il consorzio napoletano terminal container, per il
blocco del molo.
Quando il 13 aprile è scoppiata la protesta dei portuali, la mediazione tra
polizia e comandante della nave è stata quella di far scendere solo tre dei
cinque minori a bordo, esclusivamente per rientrare nel numero massimo di
persone che consentisse alla nave di fare manovra.
La rete antirazzista si è subito mobilitata, cercando di entrare in contatto
con i migranti, facendo notare che i minorenni non possono essere respinti e
hanno diritto alla massima tutela da parte dello stato italiano, mentre gli
adulti potrebbero voler presentare domanda di asilo politico o protezione
umanitaria.
Ogni contatto è stato impossibile in un primo momento, perché la polizia di
frontiera ha accampato una scusa dopo l'altra, impedendo di fatto che si
rispettassero i diritti di queste persone. La motivazione della polizia di
frontiera è stata che ci voleva l'autorizzazione del capitano della nave con
cui è stato a lungo impossibile entrare in contatto diretto. Un chiaro
escamotage, dal momento che lo stesso capitano ha tutto l'interesse e la
volontà, più volte esternata, di far sbarcare gli immigrati.
Possibile infatti che oltre alle motivazioni umanitarie ce ne siano altre di
carattere economico, perchè la perdurante presenza a bordo dei migranti, una
volta appurata, potrebbe portare al divieto di scalo anche nel porto di
Genova, dove la nave è diretta. Infatti, per fortuna, la Vera D non ha a
bordo le gabbie in cui vengono a volte rinchiusi gli immigrati trovati sulle
navi! Gabbie in cui vengono segregati fino al ritorno nei presunti paesi di
origine in spregio a ogni aspetto del diritto internazionale, specie per
profughi e rifugiati, ma tranquillizzando così le autorità di frontiera...
Dopo un'estenuante trattativa con l'armatore tedesco della nave, la
capitaneria di porto, la questura di Napoli e la polizia di frontiera, nella
tarda serata di ieri 13 aprile, un'ampia delegazione della rete antirazzista
che presidiava la nave Vera D è riuscita ad ottenere che tre persone
salissero sulla nave e incontrassero i migranti. Fra queste tre persone
l'avvocato del CIR (Centro Italiano Rifugiati) a Napoli. Durante la visita
tutti e nove i migranti hanno firmato la delega all'avvocato manifestando,
anche davanti a un pubblico ufficiale (il comandante della nave), la volontà
di chiedere asilo politico, di cui l'avvocato ha preso richiesta scritta.
Inoltre cinque persone si sono dichiarate minorenni.
Quando la delegazione è scesa dalla nave ha chiesto subito alla Questura di
prendere atto delle istanze di asilo e di venire a prendere i migranti per
formalizzarle e provvedere all'accoglienza a terra, come è suo dovere
legale. Il Questore (che ha interloquito anche con diversi parlamentari) ha
invece preso tempo sostenendo che gli uffici potevano formalizzare tutto
solo nella mattinata successiva.
[mercoledì 15] Dopo una intera notte e mattinata trascorsa a picchettare
ininterrottamente la nave "Vera D" i immigrati sono scesi dalla nave (video)
e il presidio si è spostato sotto l'ufficio stranieri, che dovrà determinare
il percorso con cui i migranti arriveranno alla Commissione asilo, se in
condizioni ordinarie e sacrosante di libertà e di accoglienza o con forme di
restrizione della libertà (come ad esempio nei CIE) che rappresentano una
grave coercizione all'esercizio del diritto alla protezione.
In ogni caso, nella gestione di questa vicenda molti restano i lati oscuri!
Anzitutto la questione dei minorenni: ieri la questura dichiarava che "sulla
nave non ci sono minorenni", dopo aver fatto dei discutibilissimi esami
biometrici solo a tre ragazzi sui cinque che pure erano stati censiti...!!
Oggi, in seguito alle insistenze della rete antirazzista e alle varie forme
di pressione, altri tre ragazzi sono stati portati a fare gli esami (ancora
un'altra persona è risultata nella fascia anagrafica giusta). "Dobbiamo
dedurre che se l'espulsione fosse avvenuta oggi, avrebbero proceduto senza
verificare le esigenze di tutela dei minori! E' una responsabilità grave!"
"Dobbiamo pensare che senza la protesta dei portuali del molo Bausan tutto
sarebbe avvenuto in silenzio e senza alcuna tutela?!"
Poi il misterioso decreto di respingimento, che ai migranti non è stato mai
notificato e che in questura sostengono aver prodotto il 7 aprile... perchè
finora non è stato notificato? L'espulsione sarebbe comunque sospesa dalla
richiesta di asilo, ma l'ipotesi decreto sembra francamente solo una forma
di accanimento per rinforzare l'ipotesi di una reclusione nei CIE dei
migranti maggiorenni in attesa della valutazione in Commissione della loro
richiesta di protezione umanitaria. Una condizione cui sicuramente faremmo
ricorso, ma che secondo noi "testimonia ancora una volta il contesto
irrituale in cui si svolgono i cosiddetti "respingimenti in mare", che
comportano sempre una violazione sostanziale dei diritti minimi e delle
tutele dei rifugiati. Una "pratica" che almeno oggi ila rete antirazzista è
riuscita a inceppare!"
Rete antirazzista napoletana
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