[Redditolavoro] napoli cariche antirazziste

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Thu Apr 15 21:08:07 CEST 2010


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Deportati" in serata al CIE di Brindisi i 9 migranti sequestrati per giorni 
nel porto di Napoli... domani conferenza stampa, ore 12, p.zza Bellini
Deportati" in serata al CIE di Brindisi i 9 migranti sequestrati per giorni 
nel porto di Napoli... domani conferenza stampa, ore 12, p.zza Bellini
Mercoledì 14 Aprile 2010 23:44 cau    .su indymedia tutti gli aggiornamenti 
e i comunicati della rete antirazzista che ha seguito attivamente tutta la 
vicenda


E' finita con celerini e manganelli contro il diritto d'asilo e contro un 
centinaio di antirazzisti che dopo due giorni di iniziativa permanente si 
erano ancora mobilitati per contestare l'inaccettabile deportazione nel CIE 
di Brindisi! Caricati perchè facevamo resistenza contro l'ingiustizia e il 
cinismo! Ostacolando la via della deportazione fuori l'ufficio stranieri 
della Questura.

I rifugiati scesi dalla "Vera D" nel porto di Napoli grazie alla 
mobilitazione antirazzista erano uno dei primi casi quest'anno rispetto alla 
linea dei respingimenti in mare, che viola in maniera grave e sostanziale il 
diritto d'asilo.

Sarà per questo che malgrado la disponibilità esplicita di un progetto di 
accoglienza degli stessi rifugiati all'interno dello Sprar da parte del 
Comune di Napoli, la Questura, dopo lungo tracheggiare e tanta ipocrisia, ha 
preferito accodarsi pavidamente alla linea della Lega e di Maroni e 
deportare tutti nel CIE di Brindisi in attesa dell'audizione della 
commissione rifugiati!

Un segnale ottuso e ideologico a fronte di una società che in tanta parte si 
era attivata lanciando un'importante messaggio solidale.

Un provvedimento grave e illeggitimo a maggior ragione perchè tra i 
deportati ci sono sei minorenni, alcuni davvero piccoli e ridicolmente 
indicati come maggiorenni dal discutibilissimo test biometrico del polso che 
ormai sopravvive solo in Italia. Ma che per alcuni dei casi cozzava così 
tanto con l'evidenza degli occhi (e delle foto..) e col diritto di tutela 
dei minori, che è inquietante la gestione della Questura! Come del resto per 
l'escamotage del respingimento formulato senza traduttori e forse non 
notificato, ma soprattutto decretato prima di comunicare loro il diritto e 
chiedere protezione: una pratica diffusa al solo fine di giustificare il 
successivo trattenimento nei CIE ed aspramente criticata sul piano 
internaizonale anche dall'ONU. Tutti provvedimenti che saranno impugnati 
così come il trattenimento nei CIE, ma che oggi hanno rappresentato una 
scelta triste e violenta sul piano del diritto internazionale di ragazzi che 
vengono già da settimane nei containers e subiranno altra galera!


Domani alle ore 12.00 conferenza stampa in piazza Bellini (IntraMoenia) 
della rete antirazzista che presenterà le prossime iniziative in sostegno 
dei rifugiati della "Vera D" e soprattutto le integrazioni documentali alle 
denunce e agli esposti in tribunale per mancata tutela dei minori e per 
violazione del diritto d'asilo.


di seguito riportiamo un'ampia sintesi delle notizie, per ricostruire e 
diffondere ciò che è accaduto e per sottolineare che vicende specificiche 
come questa o quella che coinvolge Joy e tante altre donne rinchiuse nei 
C.I.E. non rappresentano "casi eccezionali" ma sono la "prassi non scritta" 
delle politiche migratorie dell'Italia e dell'Unione Europea, con l'appoggio 
logistico e militare di strutture come FRONTEX.


ricostruiamo i fatti: cosa è accaduto...

Una nave attraccata l'8 aprile fa nel porto di Napoli (molo Bausan, nella 
periferia orientale, verso San Giovanni a Teduccio) è stata fermata perchè 
aveva a bordo 9 migranti "irregolari". Di queste nove persone, che la 
polizia di frontiera dichiara di nazionalità ghanese e nigeriana, cinque 
sono minorenni.

Secondo la ricostruzione accreditata dal comandante russo di questa grossa 
nave-merci (battente bandiera liberiana, ma di proprietà di una importante 
compagnia di armatori tedesca, la Peter Dohle di Amburgo) i migranti si 
sarebbero nascosti in un container al porto di Abidjan in Costa D'Avorio e 
avrebbero trascorso così l'intero viaggio.

Non è ben chiaro se in un primo momento la nave sia stata fermata dalla 
polizia di frontiera per la presenza di immigrati irregolari, o dallo stesso 
comandante. Sta di fatto che dopo aver "scoperto" la presenza dei migranti, 
il comandante rilevava di non avere più il numero legale per navigare e 
chiedeva all'Italia di farsene carico.

Del resto sono in acque nazionali italiane, quindi i minori hanno diritto di 
tutela mentre gli adulti devono (è un loro diritto!) potere fare domanda 
d'asilo. In ogni caso le autorità italiane gli hanno impedito di sbarcare.

La notizia è trapelata solo nella mattinata del 12 aprile, per la protesta 
dei lavoratori del terminal container, dovuta al fatto che il blocco del 
molo Bausan aveva interrotto molte delle attività lavorative legate allo 
scarico merci. Questa è sembrata essere anche l'unica preoccupazione dei 
media, che hanno trattato molto superficialmente la questione umanitaria dei 
migranti confinati forzatamente sulla nave sottolineando soltanto il danno 
economico che l'attracco della nave potrebbe costare, la necessità ripresa 
dei lavori nel terminal e i risarcimenti, dopo che i "clandestini" sarebbero 
stati fatti scendere dalla nave (vedi: canale9, il mattino).

In realtà le cose hanno rischiato di prendere una piega ancora peggiore: la 
nave è stata fermata e sequestrata dalla stessa magistratura in maniera 
preventiva rispetto alla eventuale copertura dei danni in seguito alla 
denuncia del Conateco, il consorzio napoletano terminal container, per il 
blocco del molo.

Quando il 13 aprile è scoppiata la protesta dei portuali, la mediazione tra 
polizia e comandante della nave è stata quella di far scendere solo tre dei 
cinque minori a bordo, esclusivamente per rientrare nel numero massimo di 
persone che consentisse alla nave di fare manovra.

La rete antirazzista si è subito mobilitata, cercando di entrare in contatto 
con i migranti, facendo notare che i minorenni non possono essere respinti e 
hanno diritto alla massima tutela da parte dello stato italiano, mentre gli 
adulti potrebbero voler presentare domanda di asilo politico o protezione 
umanitaria.

Ogni contatto è stato impossibile in un primo momento, perché la polizia di 
frontiera ha accampato una scusa dopo l'altra, impedendo di fatto che si 
rispettassero i diritti di queste persone. La motivazione della polizia di 
frontiera è stata che ci voleva l'autorizzazione del capitano della nave con 
cui è stato a lungo impossibile entrare in contatto diretto. Un chiaro 
escamotage, dal momento che lo stesso capitano ha tutto l'interesse e la 
volontà, più volte esternata, di far sbarcare gli immigrati.

Possibile infatti che oltre alle motivazioni umanitarie ce ne siano altre di 
carattere economico, perchè la perdurante presenza a bordo dei migranti, una 
volta appurata, potrebbe portare al divieto di scalo anche nel porto di 
Genova, dove la nave è diretta. Infatti, per fortuna, la Vera D non ha a 
bordo le gabbie in cui vengono a volte rinchiusi gli immigrati trovati sulle 
navi! Gabbie in cui vengono segregati fino al ritorno nei presunti paesi di 
origine in spregio a ogni aspetto del diritto internazionale, specie per 
profughi e rifugiati, ma tranquillizzando così le autorità di frontiera...

Dopo un'estenuante trattativa con l'armatore tedesco della nave, la 
capitaneria di porto, la questura di Napoli e la polizia di frontiera, nella 
tarda serata di ieri 13 aprile, un'ampia delegazione della rete antirazzista 
che presidiava la nave Vera D è riuscita ad ottenere che tre persone 
salissero sulla nave e incontrassero i migranti. Fra queste tre persone 
l'avvocato del CIR (Centro Italiano Rifugiati) a Napoli. Durante la visita 
tutti e nove i migranti hanno firmato la delega all'avvocato manifestando, 
anche davanti a un pubblico ufficiale (il comandante della nave), la volontà 
di chiedere asilo politico, di cui l'avvocato ha preso richiesta scritta. 
Inoltre cinque persone si sono dichiarate minorenni.

Quando la delegazione è scesa dalla nave ha chiesto subito alla Questura di 
prendere atto delle istanze di asilo e di venire a prendere i migranti per 
formalizzarle e provvedere all'accoglienza a terra, come è suo dovere 
legale. Il Questore (che ha interloquito anche con diversi parlamentari) ha 
invece preso tempo sostenendo che gli uffici potevano formalizzare tutto 
solo nella mattinata successiva.

[mercoledì 15] Dopo una intera notte e mattinata trascorsa a picchettare 
ininterrottamente la nave "Vera D" i immigrati sono scesi dalla nave (video) 
e il presidio si è spostato sotto l'ufficio stranieri, che dovrà determinare 
il percorso con cui i migranti arriveranno alla Commissione asilo, se in 
condizioni ordinarie e sacrosante di libertà e di accoglienza o con forme di 
restrizione della libertà (come ad esempio nei CIE) che rappresentano una 
grave coercizione all'esercizio del diritto alla protezione.

In ogni caso, nella gestione di questa vicenda molti restano i lati oscuri! 
Anzitutto la questione dei minorenni: ieri la questura dichiarava che "sulla 
nave non ci sono minorenni", dopo aver fatto dei discutibilissimi esami 
biometrici solo a tre ragazzi sui cinque che pure erano stati censiti...!! 
Oggi, in seguito alle insistenze della rete antirazzista e alle varie forme 
di pressione, altri tre ragazzi sono stati portati a fare gli esami (ancora 
un'altra persona è risultata nella fascia anagrafica giusta). "Dobbiamo 
dedurre che se l'espulsione fosse avvenuta oggi, avrebbero proceduto senza 
verificare le esigenze di tutela dei minori! E' una responsabilità grave!" 
"Dobbiamo pensare che senza la protesta dei portuali del molo Bausan tutto 
sarebbe avvenuto in silenzio e senza alcuna tutela?!"

Poi il misterioso decreto di respingimento, che ai migranti non è stato mai 
notificato e che in questura sostengono aver prodotto il 7 aprile... perchè 
finora non è stato notificato? L'espulsione sarebbe comunque sospesa dalla 
richiesta di asilo, ma l'ipotesi decreto sembra francamente solo una forma 
di accanimento per rinforzare l'ipotesi di una reclusione nei CIE dei 
migranti maggiorenni in attesa della valutazione in Commissione della loro 
richiesta di protezione umanitaria. Una condizione cui sicuramente faremmo 
ricorso, ma che secondo noi "testimonia ancora una volta il contesto 
irrituale in cui si svolgono i cosiddetti "respingimenti in mare", che 
comportano sempre una violazione sostanziale dei diritti minimi e delle 
tutele dei rifugiati. Una "pratica" che almeno oggi ila rete antirazzista è 
riuscita a inceppare!"

Rete antirazzista napoletana



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