[Redditolavoro] S.I. COBAS Lavoratori Autorganizzati (Sindacato Intercategoriale COBAS)

fuldigior at libero.it fuldigior at libero.it
Wed Apr 7 13:48:28 CEST 2010


Sindacato
Intercategoriale Cobas
S.I. COBAS


Lavoratori Autorganizzati







In questi giorni abbiamo
depositato l’atto costitutivo del nuovo sindacato: S.I. COBAS - Lavoratori
Autorganizzati (Sindacato Intercategoriale COBAS) . 



 


CHI SIAMO


Il S.I. COBAS nasce da una scissione
dello SLAI Cobas che vede coinvolti numerosi comitati di base di tutte le
categorie: industria, pubblico impiego, servizi, coope­rative della logistica,
più una serie di singoli militanti che sono stati in prima linea nell’attività
politica-sindacale, nei luoghi di lavoro e sul territorio, e nelle lotte di
questi anni . Una scissione quindi, ma una scissione subita e non voluta. Una
scissio­ne determinata di fatto dal gruppo dirigente in carica nello SLAI, che
ha proceduto, dal congresso dell’aprile 2009 ad oggi, con interventi e prese di
posizione contrari alle decisioni politiche congressuali, ed ai principi stessi
dello statuto dell’organiz­zazione. Fino ad arrivare a compiere azioni
ingiustificabili persino sotto il profilo etico prima che politico, come quello
di mettere a rischio i diritti conquistati con dure lotte dai lavoratori delle
cooperative, esclusivamente per ragioni di interesse personale e di gruppo
(cobas Alfa Romeo). Su questo tema abbiamo ampiamente argomentato nel
notiziario del coordinamento dei cobas dello SLAI di marzo, ed a questo
rimandiamo per una migliore comprensione del problema. 

(download dal sito http://sicobas.org)

 


L’IMPOSSIBILITÀ DI UNA RICOMPOSIZIONE


Abbiamo detto che il S.I. COBAS nasce
da una scissione dello SLAI. Ripetiamo che si tratta da una scissione che
abbiamo subito e che non abbiamo determinato volontariamente. Questo dato deve
essere chiaro ai compagni che sono ancora attualmente nello SLAI - e non ci
riferiamo ovviamente al gruppo dei DIRIGENTI! - per fare le giuste valutazioni
su quanto è accaduto e su quanto accadrà in quella organizzazione. 

Responsabili a tutti gli effetti sono i
capi del cobas Alfa Romeo e i loro caporali, promossi a gradi di colonnello,
dopo aver sposato la causa dei generali. E’ la terza scissione dalla nascita
dello SLAI, tutte maturate e determinate dal cobas Alfa (Sin Cobas- Malabarba -
Alfa; AL Cobas - Canavesi - Alfa; ora questa imposta da Delledonne - Alfa).

Le ragioni per cui siamo stati
costretti ad uscire dovrebbero essere note a tutti i compagni che hanno seguito
l’evolversi dei fatti da dopo il congresso. Sintetizzando, ribadiamo ancora una
volta che, per seguire una strada che non porterà a nulla (il sindacato
metropolitano), se non a garantire un futuro a qualche capo in cerca di
sistemazione, è stata compiuta una strage di principi, valori, regole, proprie
di un’organizzazione autorganizzata, nata con l’ambizione di proporre
un’alternativa a questo sistema e alla società che lo esprime. 

Azzerati spazi di democrazia in nome di
una presunta necessità organizzativa, i diri­genti hanno deciso di usare anche
l’arma della calunnia, delle minacce, delle falsità spacciate a piene mani.
L’abisso è stato raggiunto con le cooperative e le porcherie che hanno
realizzato - e stanno realizzando ancora - ai danni dei lavoratori.

Inutile dilungarci, i compagni presenti
nello SLAI, hanno tutte le informazioni per poter capire e decidere con chi
stare; speriamo in una loro saggia decisione... Potevamo restare e battagliare
ancora all’interno? NO, il degrado era diventato insostenibile, e un’alternativa
non c’era, salvo svendere - appunto come hanno fatto i capi del cobas Alfa -
valori e principi.

Perchè costituire un nuovo sindacato oggi 

 


PERCHÈ COSTITUIRE UN NUOVO SINDACATO OGGI


Altre motivazioni per questa decisione
dolorosa dipendono strettamente dalla crisi che ha investito il mondo del
lavoro nel suo complesso e i cui effetti si stanno pro­ducendo in forma più che
mai virulenta. Una crisi che mentre mette in discussione la stessa possibilità
di vita di milioni di lavoratori, che vedono venir meno la loro fonte di
reddito per la perdita del lavoro, determina nello stesso tempo un durissimo
attacco alle condizioni di lavoro, di vita, ed ai diritti elementari, di
centinaia di migliaia di “nuovi schiavi” , spremuti, ricattati, come non mai in
questo paese.

Il caso Rosarno è stato solo la punta
dell’iceberg della condizione dei lavoratori immigrati; a questa corrisponde,
tra l’altro, un tessuto di migliaia di cooperative, (in particolare della
logistica), in cui civilissimi padroni - spesso ex sindacalisti (vedi coop.
Papavero) - sfruttano in modo vergognoso gli immigrati, anche col ricorso
diretto alle “forze dell’ordine” contro le loro sacrosante rivendicazioni, ed
ora anche con la collaborazione del coordinatore nazionale dello SLAI!

A fronte di questi dati il collasso
generale di ogni forma di rappresentanza politica e/o sindacale, anche solo
tendenzialmente, o vagamente, di classe. 

Delle formazioni politiche è inutile
parlarne, necessario vedere il versante del sindacalismo di base.

 


I SINDACATI DI BASE


Cosa sta accadendo nel sindacalismo di
base? Quale la situazione e la risposta alla crisi economica, politica e
sociale? Quali le prospettive prossime e future? 

La disgregazione del “Patto” CUB-RdB,
SdL, Confederazione Cobas, ha dimostrato che questa non era la strada da
percorrere per costruire un sindacato di classe. Invece di “rafforzare” tale
prospettiva, questo modo di fare ha addirittura portato all’implosione di
CUB-RdB. L’ipotesi di arrivarci tramite accordi di vertice, accom­pagnati da una
serie di conferenze riservate ai delegati delle tre organizzazioni si è
rilevata perdente.

Contemporaneamente si è sviluppata
l’ipotesi di “sindacato metropolitano” lan­ciata da RdB e SdL, che non solo
mantiene la stessa concezione verticistica del “Patto”, ma vi aggiunge una
logica di assemblamento di forze sindacali e politiche (generalmente dell’area
dei “disobbedienti”) nell’ottica di un blocco e non di un percorso verso
l’omogeneità delle posizioni e degli obiettivi. Ciò senza aver messo in discussione
tutte quelle pratiche e posizioni di RdB e SdL, che hanno caratterizzato in
senso negativo la loro attività in questi anni. Questo percorso si compirà
formal­mente dopo i congressi delle due organizzazioni il prossimo maggio, per
realizzarsi completamente, per ragioni di opportunismo spicciolo, a gennaio del
2011.

Il gruppo dirigente SLAI, nonostante le
tesi sostenute dal congresso, ha iniziato unilateralmente, senza coinvolgere il
corpo dell’organizzazione, un progressivo e continuo avvicinamento al percorso
descritto, infischiandosene delle richieste di discussione interne. Se questo
avvicinamento si compirà già col congresso SLAI dichiarato per metà maggio o se
- anche qui per ragioni opportunistiche - sarà dilazionato nei prossimi mesi,
non è dato sapere, ma certo la concomitanza dei congressi la dice lunga.

Sembrerebbe quindi - come caldamente
auspicato da parti politiche più o meno di riferimento - che il mondo del
sindacalismo di base stia per essere interessato da una rilevante novità: la
costituzione dell’unità delle varie sigle in un unico grande soggetto, che
potrà finalmente incidere su scelte di carattere economico e politico nazionali,
dando voce agli interessi dei lavoratori (??); ma che in realtà vedrà le forze
coinvolte paralizzate da una sostanziale mancanza di prospettiva
anticapitalistica.

 


IL SINDACATO CHE SERVE, MA NON C’È


La
necessità della costruzione di un sindacato di classe è un dato di fatto. I
tempi e i modi per arrivarci sono da modulare in relazione alla ripresa della
lotta dei lavoratori. 

Il
congresso nazionale del 2009 dello SLAI aveva cercato di delineare una strada
verso questo obiettivo, in cui fossero coniugate l’esigenza di una difesa
conseguente sul terreno sindacale, con una politica indipendente e autonoma dei
proletari. 

Quella
presa dai dirigenti SLAI sta andando invece in una direzione decisamen­te
diversa. “L’apparentamento” con RdB, la “sintonia” espressa più volte dal
coordinatore nazionale, hanno tradito sostanzialmente l’esito del congresso,
tralasciando ogni valutazione su degli aspetti che pure dovrebbero essere
tenuti in grande considerazione. 

Firme
di “comodo” su contratti nazionali, partecipazione alla gestione di Fondi
Pensione, accordi aziendali contro le lotte e gli interessi dei lavoratori,
progetti di legge sui diritti sindacali per le sigle e non per i lavoratori,
indizione di scioperi generali rituali, costituzione di realtà aziendali per
fare concorrenza ad altre sigle, rifiuto di interventi e azioni comuni a partire
dai posti di lavoro, ecc., non sono dettagli insignificanti della pratica
quotidiana di RdB e SdL. 

La
stessa convergenza su tematiche generali (e spesso generiche) non ha ancora
creato le condizioni per un superamento di queste posizioni, che sono limiti
allo sviluppo di un sindacato di classe e che, se sottovalutate o, peggio,
accettate in nome dell’urgenza dell’unificazione delle forze, porterebbero, se
va bene, a una prossima spaccatura (avendo così perso del tempo politico) o, se
va male, ad accettarle in una prospettiva di 4° sindacato (ma non di classe!).

 


IL S.I. COBAS


Siamo
noi il sindacato di classe? I soli, duri e puri, in grado di combattere i
padroni, difendere i diritti dei lavoratori, immigrati e no? Grazie a noi,
final­mente la classe lavoratrice avrà uno strumento per realizzare grandi
conquiste, in una prospettiva radiosa di rovesciamento del sistema
capitalistico? Chi non è con noi, non rappresenta i lavoratori? Noi abbiamo la
linea e già abbiamo deciso il nostro percorso, chi ci ama ci segua! 

Magari
siamo un po’ incoscienti a costituire oggi un nuovo sindacato, ma certamente
non siamo pazzi. Il S.I. COBAS sarà uno strumento, fatto da lavoratori, nelle
mani dei lavoratori, per difendere gli interessi immediati di tutta la classe
lavoratrice, e per tentare di costruire una rappresentanza, sindacale
innanzitutto, che sappia cogliere gli elementi di contraddizione di questo
sistema per spostarne gli equilibri verso rapporti di forza più favorevoli,
attraverso il conflitto e le lotte. Un obiettivo minimalista forse, se
confrontato ai grandi progetti sbandierati in questi tempi dai grandi
dirigenti dei grandi sindacati di base, ma certamente più allineato
ad una visione di classe della realtà, e conseguentemente anche del fare
sindacato e politica, che non gli sproloqui che tutti conosciamo. 

Noi
siamo certi, questo sì, che non abbandoneremo i principi dell’autorga­nizzazione,
nè i valori fondanti di un’ipotetica nuova società: egualitarismo, solidarietà,
internazionalismo. Con chi vogliamo fare questo sindacato? Con tutti i
lavoratori che vogliono condividere con noi questo progetto. Con chi non è
disposto nè a subire dai padroni, nè a delegare a chicchessia, anche ai nuovi
burocrati dello SLAI e futuri dirigenti metropolitani, la rivendicazione e la
conquista dei propri diritti. Siamo in una fase costituente, apriremo da qui in
avanti un confronto con tutti i lavoratori, e con tutte le realtà di lotta
presenti sui territori - in parte già al nostro fianco nelle lotte delle
cooperative - per valutare con loro la possibilità di far vivere e crescere
questo progetto. L’ipotesi è quella di un’assemblea pubblica da preparare nelle
prossime settimane. 

 


COSA SIAMO E COSA NO


 

Cosa
NON è il S.I. COBAS:

·        
NON è
il centro del mondo del sindacalismo di base in Italia;

·      NON è la matrice, o il nucleo, da cui partire
per gene­rare il sindacato di classe;

·        
NON è un gruppetto di militanti duri e puri,
più puri e duri di tutti quanti sulla piazza;

·        
NON è organismo autoreferenziale,
ideologizzato, che vive per contemplare il proprio ombelico;

·        
NON è l’interfaccia sindacale di un gruppetto
politi­co;

·       NON è un’organizzazione gerarchica,
strutturata in modo verticale;

·        
NON è un’associazione burocratica e
formalistica.

 

Cosa
È:

·        
È uno strumento per la ricostruzione di un sindacato di classe
in Italia e a scala internazionale, aperto al confronto ed alla collaborazione
con tutte le forze sindacali, politiche, di movimento, che condividono questo
obiettivo;

·        
Promuove l’intercategorialità dei lavoratori,
per supe­rare la frammentazione e la divisione prodotti dalla concorrenza sul
mercato del lavoro;

·        
È basato sull’autorganizzazione dei
lavoratori, collet­tiva e di classe, per realizzare la difesa delle condizioni
lavorative e sociali di tutti i lavoratori in una prospet­tiva anticapitalista;

·        
È fondato sui fondamentali principi di
libertà, egua­glianza, solidarietà, lotta per l’abolizione del sistema
capitalistico basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, internazionalismo;

·        
È contrario al principio della delega
individuando nei lavoratori i protagonisti assoluti del fare sindacato;

·        
Rivendica l’applicazione della democrazia
diretta;

·        
individua nei COBAS la struttura portante
dell’orga­nizzazione, espressione dell’autorganizzazione dei lavoratori in
ciascuna realtà lavorativa;

·        
È contrario ad ogni sovrastruttura gerarchica
e buro­cratica; nega il ruolo di dirigente e/o funzionario;

·        
Pone al centro della sua attività il
conflitto inquadrato nella più ampia lotta di classe;

·        
Formula una serie di rivendicazioni, che
corrispon­dono alla difesa degli interessi delle masse sfruttate nelle diverse
fasi di sviluppo della società, contro le compatibilità capitalistiche;

·        
Ha quale fine la difesa reale delle condizioni
di lavoro e di vita dei lavoratori, con tutti gli strumenti possibili ed in
primo luogo con la lotta;

·        
Combatte lo sfruttamento dei lavoratori e la
loro mer­cificazione;

·        
Sostiene e promuove le lotte dei lavoratori
immigrati, nuovi schiavi del sistema capitalista.

 

sito
web: www.sicobas.org

e-mail:
coordinamento at sicobas.org

cell.: 3381168898 - 3400021679


fip
il 3.04.2010










-------------------------------------------------------------------
Questa mail ti arriva perchè ti sei iscritto oppure hai avuto una corrispondenza personale e/o attraverso altri con i gestore della mail. I tuoi dati non saranno in alcun modo resi pubblici o ceduti a terze persone. Serviranno solo ed esclusivamente per l'invio di NewsLetter e/o comunicati di interesse politico e/o sindacale nel pieno rispetto delle vigenti leggi sul diritto alla privacy. Se non sei più interessato a ricevere mail da questo indirizzo, o in realtà non lo sei mai stato - anche se ciò è sintomo di arida non curanza - ti preghiamo di risponderci con una mail di insulti. Sempre meglio l'odio che l'indifferenza. Oppure puoi farlo direttamente rispondendo a questa mail con la parola CANCELLAMI.  ;-)






-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: http://lists.ecn.org/pipermail/redditolavoro/attachments/20100407/090902c3/attachment-0001.html 


More information about the Redditolavoro mailing list