[Redditolavoro] Fw: anno zero: una nuova trasmissione

[fra]

Laboratorio Eudemonia ha scritto:
> Sei gentile ad aver considerato le mie parole, e volentieri rispondo 
> alle tue note, anche se non ti nascondo il dispiacere di non sapere 
> con chi sto comunicando.
Che cosa importa chi sono? Di sicuro non sono un sociologo.
> fra wrote:
>> Cito alcune frasi sul sito, nonostante provi una forma di riluttanza 
>> quando mi arriva al cervello la parola "mercato".
> Anch'io provo avversione per lo strapotere delle imprese, 
> dell'economia, della finanza, tuttavia sono cose come il potere 
> assoluto, il monopolio, ad esserci nemici, non le varie espressioni 
> umane in sè. Anzi: l'apertura di un mercato in ambito sociopolitico, 
> in pratica nient'altro che una "Assemblea Popolare Permanente 
> Premiata", toglierebbe il monopolio delle leggi ai politici ed 
> aprirebbe una giusta via di democrazia diretta alla popolazione. Vi 
> sarebbe uno riequilibrio. Così come in ambito economico è necessario 
> molto meno mercato, in ambito sociopolitico la comparsa del mercato 
> potrebbe compiere più di un prodigio. IMHO, s'intende.
Senza dubbio una partecipazione più diretta del popolo può portare a 
qualche cambiamento e a un riequilibrio. Che si cambi in meglio non è 
matematico, appunto resta una tua opinione, diciamo che è molto 
probabile. Teorie e teorie sono state già formulate (mi viene in mente 
Malatesta), alcune sono state messe in pratica, poi tutte sono fallite 
per un motivo o per l'altro. Io ho come l'impressione che un processo di 
cambiamento "in grande" che punti a salvaguardare tutte le strutture 
principali dello status attuale (avanzamento tecnologico, leggi 
economiche, accumulazione, potere decisionale tramite voto e 
rappresentanza, ecc) sia destinato a fallire. Non credo che sia 
possibile implementare un progetto di questo tipo di questa portata, non 
ci sono riusciti fior di rivoluzionari quando le cose funzionavano molto 
più semplicemente, com'è può essere possibile oggi che gli uomini sono 
completamente alienati?

Piuttosto credo che in situazioni specifiche e limitate ognuno di noi 
può attaccare l'ambiente producendo dei cambiamenti spontanei, non 
necessariamente in beneficio di una popolazione enorme, ma anche solo in 
beneficio di chi li produce (è già tanto). Lotte sindacali specifiche, 
comuni e spazi occupati, cooperative, economia informale, baratto, ecc, 
non voglio escludere attività illegali come furti a danni di chi detiene 
dei privilegi (saccheggi nei centri commerciali, rapine in gioielleria, 
in banca, ecc). In questo senso il cambiamento non è un progetto da 
realizzare ma è un processo spontaneo che è in corso da sempre.
> Anche rimanendo come siamo la presente Costituzione potrebbe essere 
> cancellata e la società riacquisire una forma oltremodo spiacevole. I 
> patti sociali esistono appunto per evitare che cose del genere 
> accadano. Anche questo mercato, come qualsiasi altro, sottostarebbe 
> quindi a delle regole di contenimento della fantasia politica dei 
> partecipanti.
La nostra società sta riacquisendo ugualmente quella forma spiacevole 
(nazismo) sotto certi punti di vista, nonostante la Costituzione. Questo 
significa che i patti sociali non sono immutabili e adattabili ad ogni 
situazione nuova che si può creare nel tempo.
> Ed allora: come fare per presentare riforme di rilievo, che rimuovano 
> le ingiustizie, che mettano da parte il vecchio e spalanchino le porte 
> al nuovo? E soprattutto: come fare per mettere insieme una maggioranza 
> in grado di condurre al successo queste riforme?
>
> La soluzione, onorando quel paradosso che sempre caratterizza la 
> realtà di cui siamo parte, si trova proprio in quello stesso rapporto 
> che lega coloro che godono di privilegi e coloro che ne sono privi. Il 
> mutamento, che con tanto desiderio stiamo aspettando, potrà avvenire 
> per la stessa legge del privilegio che si basa sul contento di pochi e 
> sullo scontento di molti.
Scusa ma non ho capito. Di quale legge stai parlando?