[Redditolavoro] 11 febbraio 1917?

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Wed Oct 21 13:55:46 CEST 2009


   	 Antonio Gramsci - Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani.
Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.
L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera
potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità;
è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che
rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza
l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti,
avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia
promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al
potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra
l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun
controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora,
perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere
tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno
naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti,
chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era
stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri
bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto
anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà,
sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro
piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha
svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di
ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter
essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover
spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare
l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in
essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non
è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini.
Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi
si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non
parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

http://www.youtube.com/watch?v=3pjSsEikZRQ


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