[Redditolavoro] ieri Tremonti è venuto a Canossa

matilde matilde at inventati.org
Tue Oct 20 10:27:59 CEST 2009


 
serenamente dobbiamo adesso organizzarci praticamente
Matilde
 

   

-------Messaggio originale-------
 
Da: matilde
Data: 21.09.2009 13:27:48
A: redditolavoro at lists.ecn.org
Oggetto: nuovo modello sociale reddito lavoro
 
 
a questa lista mando un testo da discutere, se volete, che già appare su
REFF 
 
http://www.romaeuropa.org/REFF/index
php?option=com_content&view=category&id=3&Itemid=9&lang=it
 
sperando che me ne diciate di tutti i colori, lì e qui, dove vi pare
Laura
 
 
 
 
Indi per tutti una vita serena 
in una società attiva, giusta e solidale
 
Libro Verde sul futuro del modello sociale
 
 
Questo Libro Verde è dedicato ai giovani e alle loro famiglie perchè vuole
concorrere a ricostruire fiducia nel futuro. 
 
Tecnica utilizzata: remix del testo La vita buona nella società attiva.
Libro Verde sul futuro del modello sociale. Documento per la consultazione
pubblica lanciato dal Ministero del lavoro della Salute e delle Politiche
Sociali il 25 luglio 2008. Le parti originali sono citate in corsivo. 
 
 
Una vita attiva e serena
 
nella quale il lavoro retribuito dignitosamente sia costantemente
contrattualmente assicurato dai 25 ai 55 anni - cruciali per l’assestamento
di una vita familiare che abbia come risultato per i propri figli una
crescita sana -
 
nella quale, grazie alla costruzione di un ponte di solidarietà sociale, ai
giovani fino al compimento dei 25 anni venga data l’opportunità di
sperimentare flessibilmente il mondo del lavoro e scegliere la professione
più adeguata alle loro inclinazioni
 
e agli over 55 di prepararsi gradualmente all’uscita - godendo di dignitosa
pensione - verso attività non retribuite, dando spazio ai giovani
 
è obiettivo ragionevole e realizzabile che qui si propone. 
 
Nel nostro modello prevediamo che
 
mentre i lavoratori 25-55enni dedicano il loro tempo serenamente a lavoro
regolarmente ed equamente retribuito a tempo determinato trentennale
 
le due fasce del ponte che si incrociano sopra (under 25 e over 55) 
 
o lavorano flessibilmente per periodi variabili 
 
o vanno a coprire necessità di assistenza personale e di salvaguardia del
territorio
 
per un massimo di tre ore giornaliere
 
oltre a un massimo di 2 ore giornaliere di frequenza  di corsi di
aggiornamento - formazione - riconversione professionale, garantendo loro,
nei periodi di disoccupazione, un sostegno economico adeguato, tale da
permettere vita attiva e sana.
 
Il sistema che si propone affianca quindi utilmente l’indennità di
disoccupazione
 
tramite istituzione di Sportelli presso INPS dedicati all’Opera Salvaguardia
Territoriale (O.SA.TE.)
 
in rete con tutte le associazioni che nel territorio si occupano di
assistenza a bambini, anziani, disabili, persone non autosufficienti
temporaneamente (compresi lavoratori ammalati, in casa o ricoverati), o con
enti e associazioni che si occupano di tutela dell’ambiente e sicurezza dei
cittadini.
 
Nell’attuale struttura degli ammortizzatori sociali vi sono innumerevoli
iniquità di trattamento (criteri di eleggibilità, durata, ammontare dei
benefici).
 
La rigidità dei trattamenti costituisce, soprattutto con riferimento ai
gruppi più tutelati, un ostacolo oggettivo ai processi di mobilità e al
dinamismo del mercato del lavoro.
 
Le varie forme di sostegno al reddito non solo non seguono un disegno di
incentivazione per il rapido re-inserimento lavorativo, ma concorrono esse
stesse ad alimentare una fiorente economia sommersa che non ha pari nel
resto del mondo industrializzato.
 
Viene quindi istituito il Fondo a Sostegno dei Disoccupati - FO.S.D. - che
alimenta l’ammortizzatore sociale unico per tutte le situazioni di perdita
del lavoro, e che sostituisce tutti gli altri.
 
In conseguenza della proposta su indicata, viene a cadere il pregiudizio
assai diffuso che il disoccupato dotato di ammortizzatori sia un
approfittatore. 
 
Infatti, oltre a dover dedicare il suo tempo all’assistenza e alla sicurezza
del territorio, il beneficiario dovrà studiare, scegliendo da catalogo il
corso preferito, con l’obiettivo di rientrare al più presto al lavoro. 
 
Per quanto riguarda gli stage, questi saranno riservati unicamente agli
under 25, scattando successivamente l'obbligo di assunzione regolare. 
Nessuno stage/tirocinio terminerà senza che sia data scheda orientativa al
giovane beneficiario, e questo presuppone che i tutor assegnati siano
motivati ad affiancare e capaci di valutare e orientare, pertanto over 55
esperti nelle varie professioni e mestieri, secondo il modello indicato del
ponte solidale entrata-uscita dal trentennio lavorativo contrattualmente
sicuro. 
 
Non ancora applicata, per quanto già operativa sul piano normativo grazie
alla «legge Biagi», è una elementare regola di responsabilità che vuole
sanzionato con la decadenza dal beneficio o dalla indennità il percettore
del trattamento che rifiuti una occasione congrua di lavoro o un percorso
formativo di riqualificazione professionale.
Deve essere sanzionato quindi chi viene trovato a lavorare in nero mentre
percepisce indennità di disoccupazione (che dovrà restituire), e il suo
datore di lavoro in nero deve essere condannato ad assumerlo, tenendolo in
carico fino alla pensione, con un contratto regolare. 
Ma è piuttosto difficile che questo avvenga, se per 3 ore al giorno il
disoccupato deve essere reperibile e disponibile per le attività di
assistenza e salvaguardia del territorio, e altre 2 ore per la formazione. 
 
Chi orienta e come. Criticità  nei Servizi per il lavoro
 
La sperimentazione di progetti per l’orientamento e l’accompagnamento al
lavoro è gravemente compromessa nei risultati dal fatto che per queste
attività vengono utilizzate figure precarie, che non riescono a trovare né
motivazione né possibilità concrete di relazione duratura con il tessuto
produttivo del territorio per agevolmente inserire le persone, secondo
capacità e potenzialità da testare e quindi verificare negli esiti
occupazionali. 
Appare quindi una presa in giro per il disoccupato andare a depositare il
proprio curriculum vitae in mille luoghi, dichiarando i propri bisogni
all’infinito a persone che l’indomani sono lasciate a casa perché altre
progettazioni e gare decidono per loro, senza tenere in alcun conto e 
rispetto sia il lavoro degli operatori, se fatto bene o fatto male, nè tali
dichiarazioni fatte con il cuore in mano e chiuse in armadi senza
possibilità di utilizzazione. Questo non è sistema.
 
Politiche educative e formative, lavorative, abitative, sociali e sanitarie,
devono concorrere tutte all’obiettivo di facilitare le grandi scelte
personali dei giovani, e non solo, aiutandoli a progettare un futuro solido
e accompagnandoli con adeguate politiche di prevenzione (delle patologie) e
di sostegno (nei casi di insuccesso). 
 
Alle politiche di incentivazione dell’autonomia personale nelle scelte
giovanili, e non solo giovanili, devono corrispondere reti di prevenzione e
di condivisione sociale dei rischi connessi. 
 
Il sistema di Welfare non deve essere smantellato. E la spesa sociale non va
tagliata. 
 
Essa va governata e riorientata in modo da rendere il sistema non solo
finanziariamente sostenibile, ma anche più equo ed efficiente perché
realmente in grado di incoraggiare la natalità, abbattere le barriere,
facilitare la mobilità, anche in situazioni di mobbing, combattere le
discriminazioni, prevenire i bisogni, contrastare la povertà.
 
Inoltre, ponendo un tetto alle retribuzioni dirigenziali sproporzionate
rispetto a qualsiasi valutazione di resa umana nel lavoro, avremo risorse
sufficienti da destinare a chi attualmente si trova in condizioni di povertà
estrema. 
 
Il giusto equilibrio si può trovare in un sistema in cui:
 
·        per 30 anni le persone sono stabilmente produttive (25-55)
·        quelle in entrata e uscita sono flessibilmente produttive (under
25-over 55)
·        i pensionati  sono occupati con i nipoti, orientati a studi
piacevoli, a banche del tempo e simili
·        i disoccupati sono iscritti a sportello O.SA.TE. e studiano
 
 quindi tutti, comunque, sono molto attivi. 
 
Rinnovate politiche per lo sviluppo sociale non sono rivolte solo a una più
equa distribuzione della ricchezza, ma devono essere esse stesse funzionali
a una maggiore capacità di crescita della nostra economia. 
 
Quello che entra in termini di reddito - anche grazie agli ammortizzatori
sociali - viene speso per provvedere ai propri bisogni, dando impulso
all’economia. Commercio, industria, divertimento, tutti se ne avvantaggiano,
in un circolo virtuoso. Una società della ”vita buona” non trascura i
diversi aspetti costitutivi della esperienza elementare dell’uomo: la salute
 il lavoro, gli affetti e il riposo. 
 
 
 
 
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