[Redditolavoro] Fw: processo strage molfetta

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Tue Oct 6 14:54:47 CEST 2009






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PER LE 5 MORTI SUL LAVORO ALLA TRUCK CENTER DI MOLFETTA CHIESTE 3
CONDANNE PER DIRIGENTI FS LOGISTICA

*(ANSA) - TRANI, 5 OTT - Tre condanne a cinque anni di reclusione (per i
dirigenti di Fs Logistica Mario Castaldo e Alessandro Buonopane e della
società Loa cinque biotrans, Pasquale Campanile), assoluzione per
l'autista Filippo Abbinante: sono le richieste del pm Giuseppe Maralfa
al processo per la morte, per avvelenamento, dei cinque lavoratori della
Truck center di Molfetta (il 3 marzo 2008), in corso dinanzi al giudice
monocratico del Tribunale di Trani Lorenzo Gadaleta. Gli imputati sono
accusati, a vario titolo, di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e
violazione delle normative sulla sicurezza sul lavoro. Il pm ha anche
chiesto la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per
valutare eventuali responsabilità di dirigenti dello stabilimento Eni di
Taranto (ex proprietario della cisterna in cui avvenne la tragedia),
Nuova Solmine e Meleam Puglia. Maralfa ha anche sottolineato la mancanza
dell'autorizzazione della Truck center al trattamento di rifiuti
derivanti dal tipo di bonifiche come quelle di cisterne che trasportano
prodotti chimici e derivati di idrocarburi. (ANSA). *

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PER APPROFONDIRE:
http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/cronaca/incidenti-lavoro-4/fs-omissioni/fs-omissioni.html

L'incidente nel marzo 2008, imputati due dirigenti del settore logistica
Il pubblico ministero: superficialità e mancanza di diligenza nella
manutenzione

*Molfetta, le accuse per la morte di 5 operai
"Cisterna killer, troppe omissioni di Fs"*

/di CARLO BONINI e GIULIANO FOSCHINI/

Il luogo dell'incidente

*ROMA* - C'è un filo sottile che lega due stragi. Viareggio e Molfetta
(marzo 2008). E non tanto perché tra il deragliamento del merci 50325 e
la morte di cinque operai (Molfetta) impegnati nella pulizia di una
cisterna che aveva trasportato zolfo fa capolino sempre la stessa
società: quella Fs logistica che in un caso e nell'altro gestiva il
contratto di trasporto. O perché a Viareggio, come a Molfetta, hanno
ucciso delle cisterne. Quanto perché, in una curiosa coincidenza
temporale, proprio in questi giorni, a Trani, il processo per la morte
degli operai arriva a stringere su una questione chiave. Che preoccupa
le Fs, non solo perché vede tra gli imputati di omicidio plurimo colposo
i dirigenti *Alessandro Buonopane* (*responsabile dei trasporti di merci
pericolose della Fs logistica*) e *Mario Castaldo (responsabile legale
della società)*. Ma perché denuncia un "metodo" nel gestire le
cosiddette "esternalizzazioni". Nel maneggiare, attraverso la catena dei
subappalti o dei contratti a terzi, materia delicata come quella delle
sostanze chimiche altamente pericolose. Un "metodo", che nelle parole
del sostituto procuratore Giuseppe Maralfa suona così: "*Superficialità,
omissioni, mancanza di diligenza e prudenza nella gestione delle
cisterne di proprietà Fs". *

L'origine del processo è nota. Cinque dipendenti del lavaggio "Truck
Center" di Molfetta muoiono in un capannone nella zona industriale della
città, dove Fs Logistica, attraverso la società "La Cinque Biotrans",
invia per la pulizia nove cisterne che hanno trasportato zolfo allo
stato liquido. La morte è immediata, per le esalazioni di acido
solfidrico sprigionate dai residui di zolfo di una delle cisterne. Gli
operai non indossano nessuna protezione. Niente maschere. Nessuna
imbracatura di sicurezza.

Meno noto quel che accade dopo. Perché, come scoprono l'istruttoria e un
dibattimento ormai al termine, a condannare i cinque operai non è
semplice imprudenza. La Procura di Trani accerta che gli operai non
conoscevano a fondo i rischi di quell'operazione di lavaggio. Che né il
titolare della "Truck" (Vincenzo Altomare, morto anche lui in quella
cisterna), né Fs
Logistica li avevano mai avvisati del pericolo.

Attraverso una serie di consulenze tecniche, l'accusa documenta che *Fs
Logistica non ha mai consegnato la "scheda dati sicurezza"*, un
documento conosciuto tra gli addetti come "scheda a 16 punti". Un
attestato di rischio con cui si indica l'agente chimico trasportato dal
tank container. In quella scheda - scrive il gup Grazia Miccoli nel
decreto di rinvio a giudizio - esistevano "tutte le informazioni
necessarie per la completa valutazione del rischio conseguente al
lavaggio interno". Compresa la specifica sull'idrogeno solforato.
Epperò, la sua mancanza non è distrazione. Ma routine.

La "scheda dati sicurezza" - accerta il processo - è infatti assente
anche per le altre cisterne inviate al lavaggio a Molfetta, nonostante
la legge ne imponga l'obbligo. Di più. La Procura accerta che per la
pulizia dei tank, di proprietà di Fs Logistica e realizzati da una ditta
italiana e da una cinese, *le Ferrovie si affidano, "in violazione delle
regole di diligenza e prudenza", a ditte prive di qualsiasi competenza,
non in grado di svolgere le operazioni. *Si scopre insomma che il Truck
Center non è un lavaggio industriale, in grado di trattare carichi
chimici. Ma poco più che un lavaggio camion.

I dirigenti di Fs Logistica si difendono segnalando di aver ricevuto le
"schede di rischio" solo in un secondo momento. Quindi, scaricano la
responsabilità sull'Eni, sostenendo che lo zolfo di quella cisterna
avrebbe avuto concentrazioni di acido solfidrico più alte rispetto a
quello che dovrebbe essere. Anche cinque volte maggiore. Secondo
l'accusa, una giustificazione di cartapesta. *Una toppa peggiore del
buco, perché dimostrerebbe che Fs logistica non conosceva neppure
l'esatta composizione chimica di ciò che trasportava. *

(/9 luglio 2009/)





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