[Redditolavoro] Fw: [BSF] Due comunicati per un sabato di lotta
Massimo Reggiani
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Fri Oct 2 16:43:01 CEST 2009
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Sent: Friday, October 02, 2009 1:52 PM
Subject: [BSF] Due comunicati per un sabato di lotta
SAREMO IN PIAZZA IL 3 OTTOBRE CONTRO BERLUSCONI,
MA NON A RIMORCHIO DEL PD.
Comunicato stampa nazionale PCL (1 Ottobre 2009)
Saremo in piazza il 3 Ottobre a Roma contro il governo Berlusconi e i suoi
attacchi ad ogni voce critica. Ma non a rimorchio dell'impostazione politica
del PD e del gruppo De Benedetti.
Saremo in piazza com'è naturale, al fianco di tanta parte del popolo della
sinistra, contro un Sultanato di governo che regala miliardi a grandi
evasori e banche nel mentre finge di opporsi ai poteri forti; che prosegue e
rafforza la guerra coloniale in Afghanistan, nel mentre recita commozione
ipocrita per le sue vittime; che condanna l'immigrazione "clandestina" di
coloro cui nega ogni permesso di soggiorno; che per di più pretende il
silenzio di ogni voce critica, in un pericoloso delirio d'onnipotenza del
suo Capo.
Ma non ci arruoliamo in quell'armata ( allo sbando) di Centrosinistra che ha
spianato alla strada al Cavaliere; e che vorrebbe rimpiazzarlo con un
governo "istituzionale" benedetto da Bankitalia ed esteso a Fini e Casini
( cui "apre" incredibilmente il PRC di Ferrero).
Chiediamo a tutte le sinistre di rompere col PD e di unire le proprie forze
in una lotta generale per cacciare Berlusconi: ma dal versante degli
interessi dei lavoratori, non dal versante delle ragioni di Passera, Draghi,
Montezemolo.
Per questo porteremo in piazza del Popolo un grande striscione:"Via il
governo Berlusconi. No a un nuovo centrosinistra. Governino i lavoratori."
UNIRE E RADICALIZZARE LA LOTTA DEI PRECARI
Comunicato nazionale PCL (1 Ottobre 2009)
Il governo Berlusconi sta realizzando il licenziamento di fatto di decine di
migliaia di precari della scuola in tutta Italia, puntando oltretutto sulla
loro divisione.
Questa operazione non deve passare. Ma per bloccarla realmente non è
sufficiente la pur importante manifestazione di oggi. E' necessario puntare
ovunque sulla generalizzazione e radicalizzazione delle lotte in corso e
sulla loro unificazione con una mobilitazione vera dell'intero popolo della
scuola .
1) Va affermato l'obiettivo unificante dell'assunzione di tutti i precari:
con la cancellazione dei tagli indecenti di Gelmini- Tremonti ( tanto più
indecenti a fronte delle nuove regalie a scuole e università private già
garantite al Cardinal Bertone), e con l'obiettivo del tetto massimo dei 20
alunni per classe in ogni ordine e grado di scuola.
2) Va organizzata e praticata ovunque la forma di azione diretta già
promossa in alcune situazioni locali: a partire dall'occupazione di
provveditorati e uffici scolastici provinciali o regionali. Perché le stesse
lotte operaie (v. INNSE) dimostrano che solo la lotta dura può pagare.
3) Va ovunque ricercata non la semplice solidarietà ma l' azione comune di
lotta con il grosso della categoria degli insegnanti e con tutti i
lavoratori della scuola, puntando sulle comuni ragioni di contrasto della
politica della Gelmini: rilanciando la prospettiva di una grande
mobilitazione della scuola capace di continuità e di autorganizzazione
democratica, scuola per scuola, territorio per territorio, sino al livello
nazionale.
Un anno fa, una mobilitazione imponente di insegnanti e studenti riuscì a
mettere in difficoltà il governo Berlusconi- Gelmini, incidendo per una fase
sull'opinione pubblica e rapporti di forza. Ma quella mobilitazione e le sue
potenzialità furono tradite o disperse: dai vertici sindacali della stessa
CGIL, che giunsero allo sciopero della scuola DOPO il voto parlamentare
della controriforma; dal PD, già coinvolto nelle controriforme degli ultimi
15 anni, che s'inventò la promessa di un referendum ( in compagnia di Di
Pietro) con l'unico scopo di fermare la mobilitazione; dalle stesse
direzioni della cosidetta sinistra radicale, subalterne di fatto al PD e
all'apparato della CGIL, che infatti non avanzarono alcuna proposta di
continuità e organizzazione del movimento..
Un anno dopo la ritrovata arroganza di Berlusconi- Gelmini, e lo stesso
attacco ai precari, sono il frutto di quella occasione mancata. Ma questa è
una ragione in più per far tesoro dell'esperienza e voltare davvero pagina.
Solo una lotta dura, radicale, ad oltranza, capace di determinare
l'ingovernabilità sociale delle misure Gelmini, può fermare il governo e
strappare risultati. La manifestazione di oggi può e deve essere il momento
di rilancio di una grande battaglia di massa sulla scuola, determinata
questa volta a vincere.
Il PCL si batterà ovunque per sostenere e sospingere questa battaglia . E fa
appello a tutte le sinistre politiche , sindacali , di movimento-
all'interno e al di fuori della scuola- a promuovere unitariamente il salto
della mobilitazione, contro ogni logica di autorecinzione di sigla e di
divisione dei lavoratori
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