[Redditolavoro] Solidarietà con Francesca Cerreto ex scuola 8 marzo - Magliana Roma

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Sun Nov 15 20:53:50 CET 2009




Riceviamo e trasmettiamo dalla ex scuola 8 Marzo di Magliana - Roma.
Continuiamo a fare iniziative di pressione affinchè termini questa forma
di repressione che tiene ancora con restrizioni della libertà personale alcuni
degli attivisti e delle attiviste, specie a Francesca.
Tasmette Unione Sindacale Italiana   

Care amiche, cari amici, 


vi mando un  aggiornamento sulla situazione degli arrestiti dell'exscuola "8 marzo" dopo due mesi ancora privati dellalibertà con conseguenze gravi sul loro lavoro e sulla loro vita.
Vi prego di farlo girare- Patrizia Bonelli
 

Continua la persecuzione per gli arrestati dell’ex scuola occupata 8 Marzo di Magliana: spietata   la pena inflitta all’unica donna.
 
Francesca è stata arrestata il 14 settembre, insieme ad altri  quattro giovani, nel blitz dei carabinieri contro l’occupazione dell’ex scuola 8 marzo e, dopo due mesi di misure cautelari nei suoi confronti, temiamo oggi che facciano difficoltà a darle il permesso di andare a lavorare. Lei, incensurata, ha scontato 17 giorni di carcere preventivo durante i quali è stata trasferita due volte, da Rebibbia a Civitavecchia e da Civitavechia a Perugia, senza contare i trasferimenti in tribunale per il riesame, sempre  in gabbiotto chiuso posto dentro il cellulare (modello Hannibal del “Silenzio degli Innocenti”). Dal 30 ottobre è agli arresti domiciliari  con un unico permesso di andare a trovare il nonno novantenne, nello stesso condominio, col divieto assoluto di incontrare chiunque, anche la badante. 

Ma di chi stiamo parlando, di una nuova Sig.ra “Gabetti” che a Milano  “vendeva” gli alloggi popolari o di quale orrenda megera che potrebbe inquinare le indagini o perpetrare i crimini? E quali sono i crimini? 

 

Francesca è laureata in sociologia e lavora con le cooperative per le carceri. Fa parte del  Centro Sociale “Macchia Rossa” che   nel quartiere si batte da decenni contro gli sfratti ed in sostegno dei senza tetto.  Nel giugno 2007,  40 famiglie hanno occupato uno stabile abbandonato da più di 20 anni, l’ex scuola 8 marzo, lo hanno reso abitabile rifacendo gli impianti e mettendo in sicurezza persino il tetto, hanno aperto il giardino e gli spazi al piano terra al quartiere.
Quando c’è stato un grave episodio di violenza ad ottobre 2007 e Iwona – una senzatetto ospite nell’ ex scuola occupata - è stata accoltellata dal suo convivente, Francesca ha passato giorni e notti al suo capezzale all’ospedale Forlanini. Sempre disponibile per qualsiasi tipo di necessità, non  si sottraeva neanche al lavoro manuale, persino quando si trattava di aggiustare il tetto. Mi sono chiesta più volte perché una brillante giovane donna dedicasse gran parte della sua vita a quella piccola comunità. 

 

Poi  “l’inchiesta- teorema”  dei carabinieri e le  denuncie di alcuni stranieri allontanati dall’occupazione perché violenti, raccolte sempre dallo stesso maresciallo e perfettamente sovrapponibili l’una all’altra e contemporaneamente una campagna di stampa diffamatoria dei quotidiani Il Tempo ed il Messaggero (proprietà dei noti costruttori Bonifaci e Caltagirone), fino alla violenta irruzione di decine, se non centinaia di carabinieri   per arrestare i cinque e perquisire lo stabile. 

Gran parte delle accuse sono subito cadute come l’associazione a delinquere,  le bottiglie incendiarie (armi da guerra)  non sono state trovate, il furto di rame dichiarato inesistente dalle perizie. Dell’impianto accusatorio rimane la presunta estorsione  di 15 euro a persona al mese che  l’assemblea degli occupanti   gestisce per le spese comuni, le cui ricevute sono state presentate al GIP.  Rimangono poi accuse di  violenze  senza un riscontro,  un referto  medico o del pronto soccorso, se non la denuncia di immigrati irregolari e senza tetto, strumentalizzati e ricattabili. 

 

Nonostante il castello accusatorio si vada sgretolando perchè privo di ogni ragionevole fondamento,  continua la persecuzione giudiziaria contro di loro cui non è estraneo il sindaco e la sua amministrazione. Tra le accuse  dei carabinieri, infatti, anche l’aver  contrastato la propaganda elettorale di Alemanno. Il risultato è che tre  degli arrestati sono ancora privati della loro libertà. 

 

Per fortuna a  Gabriele, il compagno di Francesca, ricercatore di fisica, è stato almeno concesso di andare a lavorare, mentre Francesca non ha ancora ricevuto risposta alla sua istanza. Il terzo è  Simone, il più giovane del gruppo, anche lui molto penalizzato, ha perso il lavoro e continua ad subire la forma più restrittiva di misura cautelare ai domiciliari,  non potendo neanche ricevere visite o telefonate. Insieme a Francesca ci sembrano le vittime designate e chiediamo a tutti e in particolare alle donne di esprimere solidarietà e di far crescere la mobilitazione perché sia loro restituita la libertà. 

 







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