[Redditolavoro] Fw: Fw: NOG8 economia Lecce

CobasSindacatodiClasse cobasta at libero.it
Wed May 13 08:10:45 CEST 2009






si inserite
proletari comunisti
----- Original Message ----- 
From: "INFO - Coordinamento NO G8 Lecce" <INFO at nog8lecce.org>
To: "maoist" <ro.red at fastwebnet.it>
Sent: Wednesday, May 13, 2009 1:57 AM
Subject: Re: Fw: NOG8 economia Lecce


Vi ringraziamo per il contributo e per la diffusione che darete al
nostro appello.

Vorremmo sapere se possiamo inserirvi fra le adesioni ufficiali al
Manifesto per il controvertice sull'economia.

NoG8Lecce
Coordinamento No G8 economia


Citando maoist <ro.red at fastwebnet.it>:

> noi consideriamo assolutamente necessario opporsi- lungo la strada
> segnata da Londra e strasburgo -antiNATO-  ai g8 in preparazione in
> italia e in particolare a quello più importante
> rappresentato dal G8 provocatoriamente indetto all'aquila per
> luglio- in questo quadro assume la sua importanza l'appuntamento di
> lecce per temi l'economia, quindi di grande impatto sociale nella
> crisi dell'imperialismo - per questo facciamo appello a tutte le
> forze comuniste rivoluzionarie, antimperialiste ,
> dell'autorganizzazione proletariea della puglia e del sud in genere
> a organizzare la partecipazione alle manifestazioni antiG8 di Lecce
> e in particolare alla manifestazione del 13 giugno
>
> proletari comunisti
> ro.red at fastwebnet.it
>
>
>
>
>       Inoltro il manifesto-appello discusso e approvato ieri sera
> dal coordinamento provinciale NoG8 economia di Lecce, nel quale si
> lancia la proposta di una mobilitazione che culmini in un convegno
> ed una manifestazione nazionale il 12 e 13 giugno a Lecce in
> occasione del vertice dei ministri dell'economia dei Paesi del G8.
>       Le adesioni, che possono essere sia collettive che
> individuali, vanno inviate all'indirizzo che trovate in fondo.
>       Seguirà programma dettagliato delle iniziative e tutte le info
>  utili per chi intende partecipare.
>
>
>
> ***************************
>
>
>
>
>
>       Manifesto per il controvertice sull'economia del G8 di Lecce
> (12-13 giugno 2009)
>
>
>       Nel 2001 il G8 si riunì a Genova. Furono giorni di violenta
> sospensione dei diritti civili che ancora pesano nella coscienza
> collettiva, insieme al ricordo e al dolore per la morte di Carlo
> Giuliani.
>
>       Furono anche giorni in cui i “grandi della terra”
> snocciolarono il nuovo credo della globalizzazione liberista come
> fosse una nuova religione universale. A detta loro, il mondo
> sembrava avviato verso una marcia trionfale economica e politica: il
>  nuovo capitalismo transnazionale avrebbe garantito profitti a tutti
>  coloro che avessero voluto arricchirsi, grazie alle opportunità
> della mondializzazione. Le ricette che venivano proposte
> accoglievano l'invito a delocalizzare le produzioni là dove i
> lavoratori venivano pagati con salari da fame, menomando i diritti
> maturati in Occidente attraverso una politica di precarizzazione
> selvaggia del lavoro (loro la chiamavano “flessibilità”). Una nuova
> corsa al profitto veniva proposta ai possessori di capitali,
> sventrando Welfare e diritti maturati in anni di lotte e
> mobilitazioni di popolo. Una nuova panacea sembrava a disposizione
> del capitale globale: investire i surplus nella finanza, realizzando
>  denaro dal denaro, dando vita ad una “architettura finanziaria
> globale” che avrebbe consentito di  armonizzare ogni situazione di
> difficoltà da parte di governi consapevolmente complici
> dell'inasprirsi delle disuguaglianze sociali.
>
>
>
>       Oggi,  mentre i potenti della terra si apprestano a riunirsi a
>  Lecce per un vertice mondiale sull'economia, è tempo di bilanci.
> Rispetto alle promesse del G8 di Genova, siamo di fronte ad uno
> scenario capovolto. Il bilancio è impietoso e la parola che risuona
> in tutte le zone del pianeta è una soltanto: crisi. Non una crisi di
>  passaggio:  tutti gli addetti ai lavori concordano, si tratta della
>  crisi più grave degli ultimi 80 anni.  La situazione è sotto gli
> occhi di tutti: milioni di lavoratori disoccupati, aziende sul
> lastrico o in ristrutturazione selvaggia, crescita esponenziale del
> debito pubblico e diminuzioni del Pil, classe media impoverita
> ovunque.  Non è un caso che questo processo abbia preso le mosse
> dalla guerra , considerata dai Paesi guida del G8 la miglior
> risposta all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001. In
> particolare la feroce guerra in Iraq ha assorbito una impressionante
>  quantità di denaro, il cui finanziamento è stato reso possibile
> dalla vendita di buoni del tesoro statunitensi sul mercato
> internazionale contando su una forte diminuzione dei tassi
> d'interesse, collegando a questa politica il via libera a prodotti
> finanziari sofisticati che impegnavano il consumatore a spendere un
> denaro inesistente, con margini di rischio nascosti da analisi di
> rating manipolate.
>
>
>
>       I profitti della globalizzazione hanno incrementato il divario
>  tra Nord e Sud del pianeta, consentito speculazioni formidabili
> sull'ambiente e sui beni primari (a cominciare dall'acqua), imposto
> politiche di privatizzazione generalizzata. I profitti della
> globalizzazione non hanno placato la fame  e la sete nel mondo. Al
> contrario: ogni giorno la tragedia della sopravvivenza conquista
> nuovo spazio nel pianeta. La sperequazione colpisce l'organizzazione
>  sociale: aumenta ovunque la disuguaglianza, la ricchezza è
> concentrata nelle mani di un pugno di uomini, mentre milioni e
> milioni si chiedono se domani potranno contare su un salario.
>
>       La globalizzazione neo-liberista è fallita.
>
>       E' bastato un decennio per passare dall'entusiasmo ideologico
> al disastro economico-finanziario, dal trionfo del capitalismo
> post-guerra fredda alla recessione.
>
>       Che cosa possono dire al mondo di nuovo e importante un nugolo
>  di ministri economici e di banchieri che, in non pochi casi, hanno
> avuto un ruolo di primaria importanza per sospingere la situazione
> fine alla sua attuale condizione di crisi globale? Non è un G8 già
> svuotato, e neppure un G20, che possono arrogarsi il ruolo del
> governo mondiale dell’economia.
>
>       Noi, ricordando le tante dichiarazioni, gli appelli, i
> manifesti prodotti dal movimento da Seattle ad oggi, ribadiamo che
> la rotta dell'economia mondiale va cambiata. Le nostre
> preoccupazioni e le nostre dure critiche alla retorica e alla
> pratica della globalizzazione si sono dimostrate del tutto
> giustificate e fondate. Assistiamo al dibattersi dei governi in una
> spirale di provvedimenti di emergenza che rivelano liquidità
> inimmaginabili, laddove per un decennio si era detto che non
> esistevano materialmente le risorse per intervenire sui tanti fronti
>  delle tragedie umanitarie e per sanare con la dovuta forza il
> degrado dell'ambiente, violentato da decenni di produzioni di massa
> avvelenate. Liquidità utilizzata per salvataggi governativi che
> vengono operati verso le grandi banche, le stesse che hanno
> inventato una miriade di prodotti finanziari derivati a danno dei
> consumatori. Niente sembra indicare un ridimensionamento delle
> industrie delle armi, voragini di denaro che alimentano insanabili
> divisioni tra i popoli del pianeta . Nessun piano significativo, al
> passo con la gravità della situazione, sembra venire dai grandi
> vertici mondiali. Il G20 di Londra non a caso è stato deludente e
> non ha portato a nessuna conclusione degna di nota.
>
>
>
>       Il vertice politico-economico del G8 si terrà in Italia, dove
> il Mezzogiorno si impoverisce, mentre il governo inventa diversivi
> mediatici per coprire l'assenza di programma economico, mentre si
> tagliano indispensabili risorse in tutti i settori strategici del
> Welfare, abbassando la qualità della vita e pregiudicando il futuro
> delle giovani generazioni.  Questa sostanziale incapacità di
> governare la crisi è peraltro accompagnata dalla promessa di opere
> faraoniche di dubbia utilità collettiva e di certa distruttività
> ambientale, indici di un titanismo di cartapesta che sembra mal
> comprendere la gravità e la profondità della crisi.
>
>       Noi, ricordando che a Genova avevamo affermato che un altro
> mondo è possibile, troviamo improprio che le grandi potenze
> economiche della terra discutano tra di loro a porte chiuse,
> arroccate in una arrogante posizione di isolamento proprio mentre
> tutte le scommesse da esse giocate sulla pelle dei più deboli sono
> state perse.
>
>       Nei giorni del vertice di Lecce noi saremo nelle piazze e
> nelle strade per discutere della crisi globale, per dare la voce a
> esperienze di riflessione critica e a quelle realtà che, con
> progetti innovativi, stanno sperimentando  modelli economici e
> sociali diversi e alternativi a quelli, disastrosi, delle politiche
> economiche delle grandi potenze.
>
>       Saremo a Lecce per riflettere e contestare, convinti che la
> partecipazione diretta dei cittadini alle scelte politiche sia un
> diritto fondamentale che va esercitato sempre. Tanto più oggi,
> dentro una crisi che morde la vita di ognuno e che colpisce
> maggiormente le fasce più deboli.
>
>
>
>       Oggi un altro mondo non solo è possibile, ma è necessario.
> Oggi vanno ascoltate le ragioni di quanti, puntando sulla creazione
> ed estensione di reti di comunicazione partecipate, chiedono un
> mutamento radicale delle politiche economiche mondiali.
>
>
>
>       Facciamo appello alla società civile, ai movimenti, alle
> associazioni, ai sindacati e a quanti concordino con questo
> manifesto per dare vita a un percorso di iniziative che culmini il
> 12 giugno in un convegno sulla crisi globale e le alternative
> economiche e il 13 giugno in una manifestazione nazionale a Lecce.
>
>
>
>       Coordinamento NoG8 economia Lecce
>
>
>
>       info at nog8lecce.org
>
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