[Redditolavoro] Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 01-07/05/09

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Thu May 7 22:00:30 CEST 2009


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* Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 01-07/05/09 *
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SOMMARIO: Mahle, Rockwool, New co.cot, Firema, Caserta e Benevento, Fma, Tecnostampi, Tirrenia, Pompei, Sat, Albatros, Argaip, Istituto papa Giovanni, Cosmo, Malpensa

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05 maggio 2009

MAHLE: PRESIDIO DEI LAVORATORI http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
 
I lavoratori e i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm hanno organizzato oggi un presidio davanti allo stabilimento "Mondialpiston" di Potenza - di proprietà del gruppo Mahle, in cui fino allo scorso ottobre si producevano pistoni per automobili. I sindacati hanno organizzato un'assemblea permanente davanti allo stabilimento "in seguito alla notizia che alcuni lavoratori esterni sarebbero venuti a Potenza, per attività di cui i sindacati e la Rsu sono all'oscuro". Cillis ha evidenziato che "se si tratta del trasferimento dei macchinari, questo è previsto dagli accordi, ma è anche stabilita la ricollocazione dei lavoratori e la salvaguardia del sito produttivo per il processo di reindustrializzazione, che non può avvenire senza gli impianti. Per questo - ha concluso - chiediamo un chiarimento da parte dell'azienda e la presenza delle Rsu all'interno dello stabilimento". La Mahle - il gruppo industriale che fino alla fine di ottobre del 2008 produceva in
 Basilicata  pistoni per automobili - può legittimamente trasferire i  macchinari dallo stabilimento "Mondialpiston" di Potenza a  Torino in base agli accordi firmati con la Regione, i sindacati  e Confindustria il 12 marzo e il 7 aprile scorsi.  

ROCKWOOL http://www.sardegnaindustriale.it/

Una delegazione dei lavoratori della Rockwool di Iglesias è stata ricevuta questo pomeriggio dalla presidente del consiglio, Claudia Lombardo. I lavoratori hanno chiesto alla Presidente di continuare a insistere con i vertici dell'azienda perché la fabbrica non chiuda e i duecento lavoratori non perdano il posto. La delegazione ha anche auspicato l'apertura di un tavolo di confronto a livello nazionale per tentare di salvare questa importante realtà produttiva del Sulcis Iglesiente. 


06 maggio 2009

NEW CO.COT http://www.ecodelchisone.it/

Si è svolto a Perosa Argentina l'incontro sul futuro dei lavoratori della New Co.cot. Per i tessili perosini il rischio era la cassa integrazione straordinaria per 90 dipendenti (su 195) per un anno, senza anticipo di stipendio. Quasi dimezzata, quindi, la forza lavoro dell'ultima industria manifatturiera della valle. Per più di due settimane le lavoratrici della New Co.cot - le donne assunte superano l'80 per cento del totale delle maestranze - hanno presidiato i cancelli della ditta, montando anche una tenda. Hanno coinvolto la cittadinanza, distribuendo volantini e chiedendo alla valle di unirsi alla  lotta. Lunedì, all'Unione industriale di Torino, sindacati e azienda hanno raggiunto un accordo: un anno di cassa integrazione straordinaria a rotazione, per tutti quindi, pagata direttamente dall'Inps. Questa è una bozza di accordo: martedì 5, infatti, è stata presentata ai lavoratori in assemblea, che con tutta probabilità dovrebbero averla
 accettata.

FIREMA http://www.denaro.it/
 
In piena crisi economica la Firema Trasporti di San Nicola la Strada, gruppo leader nel settore del materiale industriale, non sembra risentire del particolare momento. L'azienda casertana, infatti, continua a ricevere nuovi ordinativi, tra cui quelli per le nuove vetture per la metrò di Napoli e della metropolitana leggera regionale. Rimane invece il nodo sulla piattaforma integrativa di secondo livello. Un nuovo incontro sul tema è in programma in Confindustria il prossimo 13 maggio.  
Nonostante la solidità dei piani industriali non è stato possibile ancora raggiungere un accordo anche se il discorso sulla piattaforma integrativa di secondo livello è stato avviato da tempo. Tra due settimane si discuterà anche del futuro degli ultimi interinali rimasti in azienda. Dopo l'assunzione di massa del 2007, e vista l'abbondanza di commesse, i sindacati sperano di riuscire a convincere la società a stabilizzare quanti più precari possibile. 

SOPRINTENDENZA DI CASERTA E BENEVENTO: SENZA STIPENDI http://www.denaro.it/

Acque agitate, intanto, per i dipendenti della Soprintendenza di Caserta e Benevento. Nei giorni scorsi l'assemblea riunitasi nella sala Giunone della Reggia vanvitelliana alla presenza delle rappresentanze sindacali, ha votato all'unanimità il documento di protesta per il mancato pagamento degli stipendi relativi alle grandi manifestazioni. Confermata e sottoscritta l'intenzione di incrociare le braccia in occasione degli eventi in programma per il futuro, se prima non verranno definiti i contratti in essere e fin quando la Soprintendenza di Caserta non si farà garante dei pagamenti arretrati.  

FMA http://www.denaro.it/
 
Si apre qualche spiraglio nel panorama produttivo ed occupazionale della provincia di Avellino. Oggi tornano in fabbrica gli operai della Fma di Pratola Serra. La ripresa del lavoro era inizialmente fissata per l'undici maggio. Tre giorni in meno di cassa integrazione che rappresentano il segnale di un cambiamento positivo. Ieri si è riunito il consiglio di fabbrica dell'azienda di Pratola Serra che ha ufficializzato la notizia. L'accordo con la Opel darebbe nuova linfa all'azienda irpina. Fma, infatti, solo fino a qualche mese fa è stata fornitrice ufficiale per Opel in Europa. 

TECNOSTAMPI http://www.denaro.it/

Giornata cruciale per la vertenza Tecnostampi, dove ottanta dipendenti rischiano il posto di lavoro. E' in programma un doppio appuntamento alla regione Campania con i sindacati. In mattinata è previsto un confronto con Corrado Gabriele, assessore regionale al lavoro, con il quale si cercherà di trovare la copertura economica necessaria per garantire la cassa integrazione ai lavoratori. Subito dopo, nel primo pomeriggio, sarà la volta dell'assessore alle attività produttive, Andrea Cozzolino, con il quale si studierà un nuovo piano industriale che possa preservare la specificità dell'azienda ma soprattutto la manodopera specializzata dei suoi dipendenti. Lo scorso 16 aprile l'amministratore Marco Goffi confermò, dietro sollecitazione del Prefetto di Avellino Ennio Blasco, la messa in liquidazione dell'azienda annunciando la vendita di tutti i beni. I sindacati stanno cercando tutte le possibili soluzioni. La situazione è al momento ancora in alto
 mare, la messa in liquidità dell'azienda rappresenta soltanto l'ultima disperata azione da parte della vecchia proprietà di difendersi dalle richieste dei creditori.

TIRRENIA http://sfoglia.ilmattino.it/

Sono ore di ansia per gli oltre tremila lavoratori del gruppo Tirrenia, soprattutto al Sud e in Campania. Un'assemblea unitaria, che si è svolta ieri nella sede napoletana della compagnia di navigazione con la partecipazione di marittimi ed amministrativi, ha sancito lo stato di agitazione dei dipendenti della società. Nelle loro parole il timore che l'avviato processo di privatizzazione della società possa generare un nuovo caso Alitalia. Si prospettano, e sono voci mai smentite a livello ministeriale, tagli di linee come la Genova-Porto Torres e la Genova-Olbia, la Napoli-Eolie, la Ischia-Procida-Napoli e la Napoli-Sorrento-Capri. Tutto questo metterebbe a rischio il lavoro di oltre 500 famiglie, localizzate quasi tutte in Campania. In un comunicato diffuso al termine dell'assemblea, i dipendenti della Tirrenia minacciano "azioni di lotta dure" e invocano l'intervento delle istituzioni locali e dei sindacati, ribadendo il loro no a "ingiustificati e
 indiscriminati tagli di servizi per decreto, a una svalutazione economico-patrimoniale dell'azienda, che porti a un'inevitabile svendita e a una privatizzazione selvaggia senza accordi sindacali". E già ieri lo stato di agitazione dei lavoratori della compagnia di navigazione ha causato i primi disagi ai passeggeri in partenza dal porto Napoli, costretti a lunghe attese sulle banchine, con tre navi interessate dal blocco di due ore deciso nell'ambito della protesta Tirrenia. 

AREA ARCHEOLOGICA POMPEI http://sfoglia.ilmattino.it/

Da otto mesi hanno perso il posto di lavoro e da due non percepiscono più la disoccupazione. Sono disperati i ventidue dipendenti dell'ex ristorante dell'area archeologica. Dall'ex commissario straordinario per l'emergenza scavi, il prefetto Renato Profili, hanno avuto le garanzie di un loro riassorbimento nell'organico della nuova gestione, garanzie riconfermate in un incontro in prefettura dal neo commissario Marcello Fiori. Sulla carta, dunque, il loro futuro lavorativo sembrerebbe essere solido. In realtà, dicono gli ex dipendenti del ristorante di Casa Bacco, "tutte le certezze vacillano con il passar del tempo". A congelare la riapertura del punto di ristoro interno all'area archeologica, servizio affidato alla società Autogrill, e a mettere a rischio i ventidue posti di lavoro, è l'inchiesta giudiziaria avviata dalla procura di Torre Annunziata che si è abbattuta sulla soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei. La guardia di finanza del
 nucleo provinciale di Napoli, infatti, su delega della procura oplontina, lo scorso marzo sequestrò tutti gli atti relativi alle procedure di affidamento dei punti vendita e di ristoro dell'area archeologica espletate dal commissario straordinario Renato Profili. "È dallo scorso marzo che non percepiamo più lo stipendio - afferma Giovanni Ambrosio, responsabile del personale dell'ex punto di ristoro dell'area archeologica -. Dopo la chiusura del ristorante era scattata la disoccupazione per tutti, della durata di otto mesi. Abbiamo scritto al ministro e a tutti i suoi collaboratori. Non abbiamo ancora ricevuto una risposta certa sul nostro futuro. Vogliamo chiarezza e certezze - continua il signor Ambrosio - altrimenti daremo inizio a una serie di iniziative che bloccheranno la normale fruizione del sito. Temo che alcuni dei miei colleghi possano arrivare a compiere gesti estremi. Mi appello, dunque, al buon senso di tutte le autorità preposte a
 risolvere il nostro problema". 

SAT: PROTESTANO I LAVORATORI http://giornale.lasicilia.it

Momenti di tensione ieri mattina ad Aci S. Antonio (Catania), nella sede della Sat, una azienda metalmeccanica a servizio della St Microlectronics ormai prossima a essere liquidata. Un centinaio di lavoratori (sono in tutto 164) dopo avere dato vita a un sit in davanti la fabbrica si sono arrampicati su un capannone alto 30 metri minacciando di restarci fintanto che non venisse riaperta la discussione sul futuro dell'azienda. La protesta, che i vigili del fuoco e le forze dell'ordine hanno cercato di contenere è rientrata solo dopo alcune difficili ore e dopo la promessa che la vertenza sarà discussa oggi alle 14,30 dalla Task force provinciale per l'occupazione presieduta da Totò Leotta. Difficile e complessa la vertenza della Sat, Società automazione e tranciatura, nata per la produzione di frames (diffusori di calori) per componenti elettronici della St. A causare la congiuntura non sarebbe stata soltanto l'improvvisa delocalizzazione - dal
 Marocco all'Asia - delle produzioni St cui erano destinate queste lavorazioni. Alla base della crisi ci sarebbe anche dell'altro. Dal 2006 sindacalisti hanno denunciato l'ipotesi di una strategia aziendale che mirava alla delocalizzazione verso le low cost area, a scapito delle maestranze. Nel ricorso per l'ammissione alla procedura di concordato preventivo depositato presso il Tribunale civile sezione fallimentare di Catania si intuisce l'intenzione di pilotare l'operazione di delocalizzazione con la presenza della società Saira srl, il cui amministratore unico risulta essere agli atti lo stesso della Sat. Inoltre è reso manifesto l'interesse da parte della società Interplex Holding Inc per l'acquisto di tutti gli asset della Sat di cui, sempre l'ex proprietario della stessa risulta essere socio. Interplex svolge le stesse attività manifatturiere che la Sat svolgeva prima di essere posta in liquidazione. I lavoratori da 5 mesi non percepiscono lo
 stipendio e neanche la cassa integrazione. Eppure - ricordano gli operai - per sostenere i piani industriali della Sat da circa tre anni avevano accettato di ridursi lo stipendio con il dispositivo dei contratti di solidarietà prima e successivamente con la cassa integrazione.
 
ALBATROS http://www.denaro.it/
 
Un primo spiraglio di luce si apre nella vertenza Albatros: dalla riunione tenutasi ieri mattina presso la sede dell'Unione Industriali di Avellino, sollecitata dal curatore fallimentare dell'azienda solofrana Antonio Savino, è scaturita una reale possibilità di accordo che potrebbe vedere recuperate, già a partire dal mese di giugno, 50 delle circa 180 maestranze attualmente in cassa integrazione straordinaria. 

ARGAIP: LAVORATORI SENZA STIPENDIO http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
 
Due lavoratori dell'Argaip di POtenza si sono incatenati stamani davanti alla sede di un'azienda che gestisce i servizi nelle aree industriali per conto del consorzio Argaip, per protestare contro il mancato pagamento di due stipendi. In totale, sono oltre 70 i lavoratori del consorzio in attesa di pagamenti arretrati. Chiesta alla Regione la convocazione di un incontro per risolvere i problemi dell'Argaip. L'Argaip gestisce i servizi nelle aree industriali della provincia di Potenza per l'Asi.  

ISTITUTO PAPA GIOVANNI: PROTESTANO I DIPENDENTI http://www.giornaledicalabria.it

Una folta delegazione di dipendenti dell'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra d'Aiello (CS), ieri mattina, ha vivacemente protestato davanti alla sede dell'ASP cosentina. In tarda mattinata il direttore generale dell'azienda, Franco Petramala, ha incontrato una rappresentanza dei dimostranti per rassicurarli sul loro futuro occupazionale. Petramala avrebbe prospettato nuovamente la possibilità, dopo la chiusura dell'istituto di cura, di ricollocare i lavoratori nelle diverse altre strutture presenti sul territorio provinciale. Ipotesi un mese fa rifiutata, ma che adesso sarebbe stata accolta con favore dai lavoratori. Un altro incontro interlocutorio dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. 


07 maggio 2009

COSMO: CONTESTATI I SINDACATI http://iltempo.ilsole24ore.com

Una nuova tempesta si abbatte sullo stabilimento Cosmo Industrie di Sulmona e questa volta a farne le spese sono i sindacati di categoria che vengono accusate di essere responsabili di ciò che è accaduto all'interno dell'azienda al momento della riacquisizione da parte della nuova società. L'accusa è arrivata ieri mattina dal direttore generale, Marco D'Emilio, alla presenza dei lavoratori che in maniera pacifica hanno deciso di protestare davanti ai cancelli dello stabilimento. I settanta lavoratori rimasti senza lavoro si sentono soli tanto da dire "dobbiamo difenderci da soli per avere certezze sul nostro futuro. Abbiamo bisogno di capire se l'accordo siglato sarà rispettato perchè al momento non percepiamo nemmeno la cassa integrazione e quindi non riusciamo ad arrivare nemmeno a fine mese. I sindacati e le istituzioni ci stanno prendendo in giro". 

MALPENSA: CHIUDONO I NEGOZI E SI LICENZIANO I LAVORATORI http://www.ilgiornale.it/

Le grandi firme della moda lasciano Malpensa. Diesel chiude i battenti, Valentino e Johnny Lambs pure, Trussardi cambia sede e girano voci poco rassicuranti sul futuro di Hermès e di Gucci. Abbassano la saracinesca anche un negozio di ottica, di camicie e di cravatte. Risultato: sono circa un centinaio i dipendenti che perdono il posto di lavoro. Senza ammortizzatori sociali, senza uno straccio di cassa integrazione. Così, di colpo, senza stipendio da un giorno all'altro. A lanciare l'allarme sono i sindacati che chiedono a Sea, la società che gestisce lo scalo, l'apertura di un tavolo per discutere della situazione dell'indotto che ruota attorno all'aeroporto. Dopo il drastico taglio di voli di Alitalia, Malpensa ha cambiato volto. Oltre ai 390 prepensionamenti dei dipendenti Sea annunciati per settembre, perde il posto di lavoro un popolo di commesse che parlano tre lingue, madri di famiglia con contratti a tempo determinato.
 

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