[Redditolavoro] sciopero corea sud

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Tue Jun 23 06:55:14 CEST 2009


Continua lo sciopero di Pyeongtaek in Corea del Sud da Loren Goldner Seoul, 
19 giugno Riceviamo, traduciamo e diffondiamo: Uno sciopero, che ora sta 
completando la sua quarta settimana alla Ssangyong Automobili a Pyeongtaek, 
Sud Corea, resta uno scontro quasi a parte rispetto alle cose che sto 
scrivendo. Lo scio-pero ripete in molti sensi la dinamica manifestata nella 
recente agitazione di Visteon nel Regno U-nito e nelle battaglie intorno 
alla ristrutturazione dell'industria automobilistica nel mondo. Poiché esso 
comporta, da un altro lato, un autentico sequestro e occupazione della 
fabbrica e la preparazio-ne per la difesa violenta dell'impianto se 
necessario, è la prima lotta di questo genere in Sud Corea da anni. 
L'azienda è stata rilevata tre anni fa dalla China´s Shanghai Automotive 
Industry Corporation, che ne detiene la proprietà del 51%. A quel tempo, l'impianto 
di Pyeongtaek aveva 8700 addetti; ora ne ha 7000. In febbraio l'azienda ha 
chiuso per fallimento, proponendo una ristrutturazione ed offrendo l'impianto 
di Pyeongtaek come garanzia di ulteriori prestiti per riemergere dal 
fallimento. La corte ha approvato il piano fallimentare, in attesa di 
licenziamenti sufficienti a rendere l'azienda nuovamente in grado di far 
profitti. La strategia dell'amministrazione sembra essere stata uno 
sminuzzamento a lungo termine del personale, combinato con l'acquisizione di 
tecnologia per operazioni in Cina. Dal cambio di gestio-ne della Shanghai 
Automobili, non c'è stato nuovo investimento alla Ssangyong Motor e nessun 
nuovo modello di automobile è stato lanciato. (I procuratori coreani hanno 
sollevato questioni sulla legalità del trasferimento di tecnologia in Cina, 
poiché la tecnologia in questione è stata sviluppata con i sussidi del 
governo coreano, ma finora nessuna azione legale è stata intrapresa.) Gli 
operai nell'impianto hanno risposto con scioperi contro i licenziamenti in 
corso ad aprile, che sono andati crescendo fino ad uno sciopero generale, ad 
un cambio di gestione dell'impianto e ad un'occupazione da parte di 1700 
operai il 27 maggio, quando è stata annunciata la lista degli operai da 
congedare. Lo sciopero si è concentrato su tre richieste principali: 1) 
Niente licenziamenti 2) cer-tezza dell'occupazione per tutti e 3) nessuna 
delocalizzazione. L'azienda vuole spingere 1700 operai al pensionamento 
anticipato ed ha dimesso 300 occasionali. Gli operai di Ssangyong sono 
organizzati nel Sindacato dei Lavoratori Metallurgici Coreano (KMWU) ed 
hanno lavorato per una media di 15-20 anni in fabbrica. Un operaio normale 
percepi-sce una paga base di circa 30.000.000 di won (attualmente circa 
25.000 $) all'anno; un occasionale ne percepisce circa 15.000.000 per lo 
stesso lavoro. (In Corea, la paga base è l'unica parte del sala-rio, che - 
per l'operaio regolare - comprende benefici come notevoli ore straordinarie 
pagate ad una tariffa più alta, spesso 10 ore in una settimana, ed 
accettate, o persino volute, dalla maggior parte dei operai come necessario 
supplemento di reddito.) A partire da metà-giugno, circa 1000 operai stanno 
continuando l'occupazione, mentre le mogli e le famiglie provvedono il cibo. 
Circa 500 operai non in lista per il licenziamento restano tuttora a casa, e 
circa 1000 del personale di sorveglianza fanno i crumiri, principalmente 
nella manutenzione delle macchine, mentre nessuna automobile è stata 
prodotta da quando è cominciata l'occupazione.
Associazione Culturale PonSinMor
www.ponsinmor.info
NewsLetter 10 del 21.06.09
pon-sin-mor at libero.it
Fino ad oggi c'è stata poca presenza in massa di polizia in Pyeongtaek. Ciò 
è dovuta almeno in parte alla crisi politica corrente nel Sud Corea seguita 
al suicidio recente dell'ex presidente No Mu Hyeon e successive 
manifestazioni su larga scala che esprimono indignazione crescente contro il 
corrente governo della destra di Lee Myong Bak, manifestazioni che ci si 
aspetta che guadagnino impeto in luglio. Il governo di Lee, eletto nel 
dicembre 2007 su un programma di forte sviluppo e-conomico ed ora screditato 
dalla crisi mondiale, è stato preso in contropiede dalla profondità 
dell'indignazione che si evidenzia in dimostrazioni che mobilitano fino a 1 
milione di persone. Do-po lo scatenarsi dello sciopero, la polizia ha 
provocato un ulteriore sdegno e spinto più persone nel-le strade, il governo 
è poco disposto a rischiare una ulteriore disillusione con un'aggressione 
alla fabbrica di Pyeongtaek. Il 16 giugno, un grande raduno antisciopero di 
più di 1500 persone si è tenuto fuori dei cancelli della fabbrica. Al raduno 
hanno partecipato le 1000 guardie di sorveglianza, 200 teppisti assunti e 
300 operai non sulla lista di licenziamento e in disaccordo con lo sciopero. 
400 poliziotti anti tumul-to hanno fatto una pausa, senza intervenire, ed 
infine hanno dichiarato illegale l'assemblea dei guar-dioni. Durante il 
raduno dei sorveglianti, circa 700-800 operai dalle fabbriche vicine, come 
l'azienda Kia Motor, sono venuti a difendere l'impianto di Ssangyang, in 
parte in risposta ad un appello del KMWU. Gli operai occupanti hanno 
elaborato programmi di difesa armata contro ogni tentativo della po-lizia di 
riprendere l'impianto, immagazzinando tubi di ferro e bottiglie Molotov. 
Come ulteriore programma di riserva, intendono concentrarsi nel reparto 
vernice, dove i materiali infiammabili (se-condo la loro convinzione) 
dissuaderebbero la polizia dallo sparare candelotti di gas lacrimogeno e 
dallo scatenare una conflagrazione. Secondo un attivista critico del ruolo 
del sindacato, il KMWU sembra rimanere nel controllo del-lo sciopero. 
Contrariamente al ruolo dei sindacati nella lotta di Visteon nel Regno Unito 
e nello smantellamento dell'industria automobilistica degli Stati Uniti, il 
KMWU finora ha sostenuto le a-zioni illegali di occupazione dell'impianto e 
di preparazione per la sua difesa armata. Da un lato, sta concentrandosi 
sulla richiesta di non licenziamenti e di gestione soft delle richieste di 
sicurezza dell'occupazione per tutti e contro la delocalizzazione. 
L'occupazione essenziale dell'impianto è portata avanti da 50 o 60 gruppi 
della truppa di 10 ope-rai ciascuno, che a turno scelgono un delegato 
(chojang) per l'azione coordinata. Secondo lo stesso attivista critico, 
questo chojang è l'operaio più combattivo e più cosciente. Il risultato di 
questo sciopero rimane sospeso nell'aria. Esso trae giovamento da un clima 
politico momentaneamente favorevole, che ha messo il governo coreano in 
ginocchio, ma è sorto contro la crisi profonda dell'industria 
automobilistica mondiale e contro la crisi economica mondiale in gene-rale. 
L'impianto vicino della Kia Motor Company è pure esso nel bel mezzo di 
trattative critiche per misure di crisi e GM-Daewoo è sotto il colpo della 
riorganizzazione mondiale della GM. La strate-gia dell'azienda, come nel 
caso di Visteon, sembra essere nel migliore dei casi un logorio lento (già 
in corso dal 2006) o addirittura una vera e propria chiusura dell'impianto. 
La lotta della Ssangyong Motor può appiccare un incendio nell'industria 
automobilistica coreana e oltre, o, più probabilmen-te, essere strangolata, 
lentamente o non così lentamente, nel suo attuale isolamento. L'Associazione 
Culturale PonSinMor utilizza la posta elettronica per diffondere 
informazioni sulla propria attività pubblicistica, critica e culturale, 
secondo l'art. 21 della Costituzione: "Tutti hanno diritto di manifestare 
liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo 
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