[Redditolavoro] [ferrovierinlotta] Elezioni e lotta di classe

Vittoria OLIVA olivavittoria at virgilio.it
Sat Jun 6 08:15:52 CEST 2009


oh meno male almeno voi le ideee chiare le avete!
qui è rincorrere a vota vota vota
vittoria
----- Original Message ----- 
From: "Fulvio" <fuldigior at gmail.com>
To: <redditolavoro at lists.ecn.org>; "il pane e le rose" 
<pane-rose at tiscali.it>; "vivalabase" <vivalabase at yahoogroups.com>; 
<ferrovierinlotta at yahoogroups.com>
Sent: Friday, June 05, 2009 11:19 PM
Subject: [ferrovierinlotta] Elezioni e lotta di classe


*Elezioni e lotta di classe*

La crisi capitalista evidenzia sempre più i contrasti di classe, ma con il
nazionalismo, il razzismo e la concorrenza fra proletari, la classe borghese
imperialista (i padroni di tutto il mondo) alimenta la guerra fra poveri
distogliendoli dal loro vero nemico: il capitale internazionale.

I dati della guerra di classe fra operai e padroni, dall'inizio dell'anno,
sono questi: 500 mila posti di lavoro in meno a causa dei licenziamenti e
della cassa integrazione. Mentre diminuiscono i lavoratori occupati si
introduce il nuovo Testo Unico sulla Sicurezza, che dà mano libera ai
padroni e licenza di uccidere in nome del profitto, scagionandoli dalle
responsabilità che verranno scaricate sui sottoposti o addirittura sulle
vittime. Intanto, aumentano in percentuale gli infortuni sul lavoro e le
morti da lavoro. Dall'inizio dell'anno al 1° maggio le vittime dello
sfruttamento sono: morti sul lavoro 343, infortuni 343.738, invalidi 8.593.

Come sempre durante le elezioni la lotta di classe viene messa in soffitta,
i crimini dei padroni nascosti e il conflitto di classe viene sostituito
dallo scontro elettorale, il nemico diventa chi non si riconosce nelle
istituzioni che legittimano lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, tutti i
partiti si trovano d'accordo sul fatto che si vada a votare e combattono
l'astensionismo crescente che è un segno evidente del fatto che strati
sempre più vasti di proletari non si riconoscono nelle istituzioni borghesi.
In queste - come in tutte le elezioni - generalmente vince la democrazia
borghese rappresentativa, che ci fa scegliere "liberamente" chi deve
rappresentare - al parlamento europeo o italiano, o localmente - gli
interessi del capitale e garantire nel modo migliore lo sfruttamento.

Con i licenziamenti e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro
si moltiplicano i centri di resistenza operaia e proletaria; tuttavia senza
un'organizzazione generale della classe, gli scioperi, i presidi, le
occupazioni delle fabbriche, i sequestri dei manager e tutte le azioni di
lotta - isolate le une dalla altre, disperse in mille rivoli locali in
scontri con il proprio padrone (lui sì sostenuto dalla sua classe e dalle
sue istituzioni) - sono destinati alle sconfitta se non diventano parte di
una lotta generalizzata e organizzata.

La crisi economica dimostra meglio di tante parole che tutti i partiti, sia
centro-destra che di centro-sinistra, compresi quelli che usano la falce e
martello fino a ieri nel governo Prodi, non hanno due visioni del mondo
alternative, diverse della società: essi sono semplicemente le due facce del
capitalismo italiano, due diversi modi di gestire la società fondata sullo
sfruttamento.

*Delegare la difesa dei nostri interessi a questi partiti e sindacati che
riconoscono la legittimità del profitto mettendolo al primo posto e poi,
solo se compatibili, gli altri diritti, da quello del lavoro, alla salute,
alla scuola, ad una vita decente, significa subordinare la nostra esistenza
alle compatibilità del capitale e nella crisi ciò che lo era ieri oggi non
lo è più.*

Operai, proletari, compagni, noi proletari di tutto il mondo siamo un'unica
classe sociale che è ancora sfruttata e oppressa e la nostra liberazione ha
bisogno di un'organizzazione indipendente internazionale che solo noi
possiamo darci. O ci organizziamo come classe o continueremo a rimanere
schiavi di un sistema che ci sfrutta e ci opprime. E' giunto il momento di
riprendere la lotta essendo nuovamente artefici del nostro destino.

La lotta per liberarci dalle nostre catene, dallo sfruttamento capitalista, 
non
può essere che opera nostra, non abbiamo altre alternative.

*SOCIALISMO O BARBARIE, SONO LE UNICHE ALTERNATIVE.*



 Da: *comitato promotore assemblea nazionale autoconvocata* <
autorganizzati.milano at gmail.com>**



Giugno 2009

*WORK*

*Notiziario per il coordinamento dei proletari e dei lavoratori comunisti*

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