[Redditolavoro] cronache da melfi

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Wed Jun 3 17:43:53 CEST 2009


 riteniamo necessario che questa informativa circoli
slai cobas per il sindacato di classe

CRONACHE DA MELFI

Da più di una settimana continua la lotta degli operai della Plastic 
Components, ex
Ergom di Melfi. Gli effetti si fanno sentire in tutto il distretto 
industriale. La
SATA e le fabbriche dell´indotto sono tutte ferme. Gli spiazzali della FIAT 
sono
ancora pieni di auto nuove, accumulate nel picco produttivo degli ultimi 
mesi e non
ancora smaltiti a causa dell´andamento delle vendite, che sia pur 
favorevole, è stato
inferiore alle aspettative. Ma la direzione aziendale comincia a temere di 
non
riuscire più a rifornire il mercato e il suo nervosismo si è fatto sentire 
con un
duro comunicato di ieri, in cui la FIAT lamenta la mancata produzione di 
7000 auto e
i grossi danni che ciò comporta.
Le provocazioni aziendali non si sono limitati a questo. La Fiat non sta più
avvisando i lavoratori della situazione di blocco produttivo. Gli operai 
lunedì sono
entrati al primo turno e dopo appena un´ora sono stati rimandati a casa con 
il "senza
lavoro", che, se non sostituito dalla cassa integrazione, comporta la 
mancanza di
salario. Poiché la maggior parte degli operai arriva con gli autobus da 
paesi lontani
molti chilometri da Melfi e gli autobus già erano ripartiti, questi sono 
stati
costretti ad attendere comunque la fine del turno. Scopo dell´azienda era 
provocare
una reazione contro i lavoratori in sciopero della ex Ergom, reazione che 
non c´è
stata, mentre il malumore contro la direzione dello stabilimento Fiat è alle 
stelle.
La lezione della lotta dei 21 giorni, scatenata appunto da una serie di 
"senza
lavoro", non è evidentemente bastata alla FIAT, che anche per il turno di 
notte fra
martedì e mercoledì (martedì 2 giugno è stato ovviamente festivo) non ha 
avvisato gli
operai della sospensione delle attività, minacciando addirittura chi non si
presentava di sanzioni disciplinari. Da notizie in diretta interne alla 
fabbrica
sappiamo che stanotte sono in corso cortei interni contro la già avvenuta e 
scontata
dichiarazione di "senza lavoro".
In attesa di ulteriori sviluppi della situazione, facciamo il punto di 
questa
importante lotta.
Alla ex Ergom lavorano oltre circa 700 operai fissi e fino a luglio scorso 
anche 110
circa operai precari, assunti direttamente dall´azienda. A luglio, 10 di 
questi
vengono assunti a tempo indeterminato, mentre gli altri attendono a breve 
una eguale
sorte, lavorando oramai con l´azienda da più di tre anni. All´improvviso, 
però, a
settembre, l´azienda, invece di rinnovare o stabilizzare i contratti, 
licenzia tutti
i precari rimasti e li riassume, ma non tutti, bensì circa una settantina, 
mediante
un´agenzia di lavoro interinale, con contratti brevi. La brevità dei 
contratti viene
giustificata da una richiesta dello stesso sindacato. Infatti, la cassa 
integrazione
scatenata dopo lo scoppio della crisi interessa solo gli operai fissi, 
mentre gli
interinali non possono né accedervi né avanzare richiesta di sussidio di
disoccupazione, fino a quando sono vincolati dal contratto. La brevità del 
contratto
dovrebbe permettere loro proprio di richiedere questo sussidio nei periodi 
di
mancanza di attività. Ben presto, però, si scopre che questa misura, come 
tutte
quelle che aumentano la flessibilità del lavoro, si ritorce contro gli 
operai stessi.
Il numero degli interinali presenti in fabbrica scende velocemente, mentre 
l´azienda
comincia ad utilizzare ed in misura via via crescente i lavoratori in cassa
integrazione degli altri stabilimenti di Pomigliano e Cassino. Fino a 
giungere ad
oggi, con l´annuncio del licenziamento definitivo degli ultimi 25 interinali 
rimasti
a partire dal 1° giugno. La risposta è stata immediata e non solo da parte 
degli
interinali, ma di tutta la fabbrica. Gli stessi operai distaccati da 
Pomigliano e
Cassino hanno solidarizzato, rifiutandosi di entrare in fabbrica. La 
compatta e
determinata solidarietà di tutti gli operai ha finora positivamente 
influenzato
l´andamento della lotta. Gli interinali richiedono l´immediata riassunzione 
di almeno
una pattuglia di circa 50 di loro, che sarebbero tutti quelli che hanno 
lavorato in
fabbrica da gennaio e che sono presenti nella lotta, ma anche una corsia
preferenziale per gli altri che non sono presenti perché ricollocati da 
precari in
altre fabbriche dell´indotto. Chiedono anche di avere garanzie su una loro 
futura
assunzione a tempo indeterminato e, come primo passo, di non essere più 
interinali,
ma di tornare ad essere assunti, anche se a tempo determinato, dalla stessa 
azienda.
Diversa è la linea del sindacato. E´ stato costretto dalla compattezza degli 
operai
ad appoggiare la lotta, anche se c´è un accordo, firmato dalle segreterie 
nazionali
già a luglio scorso, che prevede l´uso su scala interregionale degli operai 
Fiat in
cassa integrazione. E´ pronto però ad accontentarsi di poco. Puntava già 
alla
riassunzione di solo 25 interinali, ma poi, sull´onda delle critiche operaie 
che
hanno ripreso di slancio lo sciopero a metà turno il venerdì, ha richiesto
l´assunzione di altri 13 licenziati il 16 maggio, dimenticandosi però di 
quella
pattuglia già mandata a casa il 30 aprile e il 9 maggio (in tutto poco più 
di dieci
lavoratori circa). Né il sindacato si sogna di richiedere l´assunzione 
diretta da
parte dell´azienda.
Staremo a vedere se gli operai si accontenteranno di quanto saprà offrire 
loro il
sindacato e se soprattutto l´eventuale futuro accordo raggiunto spezzerà 
l´unità
degli operai interinali e di questi con gli operai fissi. Continua intanto 
il braccio
di ferro con il padrone, gli operai scioperano in massa. L´idea di 
contrapporre
operai lucani e operai campani e laziali è finora saltata. Per tutti gli 
operai è
chiaro che solidarietà non vuol dire togliersi il posto l´un con l´altro, ma 
lottare
insieme uniti. Lo stanno dimostrando e, cosa molto importante, lo stanno 
praticando
anche nell´unità fra operai fissi e precari.

AsLO




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