[Redditolavoro] LETTERA APERTA A DON GALLO
Vittoria OLIVA
huambos at virgilio.it
Fri Jul 3 14:57:01 CEST 2009
Per prendere un "cattocomunista" a caso
Caro Don Gallo,
ti parrà strano ricevere una lettera da una come me, mi sono detta anche se tanto diversi con uno che 80 anni dalla parte del torto ci si può intendere, forse.
Come sai nella tua Genova anche, come nel resto d'Italia , è iniziata la caccia all'uomo del clandestino, dopo il pacchetto sicurezza approvato: io e anche te sappiamo che non servirà né ad alcuna sicurezza, solo a quella fittizia, né a fermare l'esodo dei migranti.
Però servirà a creare dolore e sofferenza ancora di più.
Ora anche te, Don Gallo, un clandestino in finale sei stato, anche te ti cacciarono dal quartiere del Carmine le gerarchie vaticane...ti volevano promuovere all'isola di Capraia e tu dicesti: NON SON DEGNO!
Ti volevano cacciare perché stavi dalla parte degli emarginati.« da quell'inferriata da cui sono partito - ho promesso che sarei sempre tornato al Carmine, dove ho imparato il mestiere di uomo, di prete e di militante».
E sulla sicurezza tu pure e io agnostica alla stessa maniera la pensiamo
"Ecco cos'è la sicurezza -spiega - che la gente occupi le proprie piazze, che si incontri e si guardi negli occhi. Addirittura ci vogliono mandare l'esercito ...... Siamo noi che dobbiamo riconquistare gli spazi, loro che se ne stiano nelle loro casette».
E anche tu sei stato un migrante e un clandestino, che poi, ciascun essere umano un migrante e un clandestino è, padroni "esclusi",:un migrante primo da sé stesso (qualcuno diceva alienato), un clandestino da tutto il resto e per tutto il resto, un clandestino che sempre deve conquistare, con la lotta, la possibilità di non essere clandestino.
Poi ,per un credente come sei tu, caro Don Gallo, e tutti migranti siamo su questa terra!
Questo per dirti che aspetto te e tutti i preti che parlano contro questa legge, vi aspetto a vedere se aprite le porte delle chiese, se accogliete questi esseri umani fuggitivi nelle vostre chiese.
IO VOGLIO VEDERE ALLA PROVA TUTTI QUELLI COME TE!!!
che a fare spettacolo è facile!, e essere uomini totalmente è...la semplicità che è difficile a farsi.
http://sinistraeuropea.splinder.com/post/19845389/Intervento+di+don+Andrea+Gallo
http://archiviostorico.corriere.it/2009/giugno/13/Don_Gallo_poesia_incontrata_tra_co_9_090613096.shtml
Angelicamente anarchico, così si è definito don Andrea Gallo in uno dei suoi libri. Prete da strada, prete degli ultimi, pellegrino, sono altrettante definizioni di questo sacerdote che ha fondato una delle prime comunità per accogliere coloro che avevano perso la via, la comunità di San Benedetto, la sua chiesa di fronte al porto di Genova. «Angelicamente anarchico» è diventato una performance teatrale che andrà in scena in prima assoluta il 21 giugno nell' ambito del Festival. «La poesia - dice don Gallo - io l' ho incontrata nei barboni, nelle puttane, nei tossicomani». E quando dice di averla incontrata non parla per metafore: «Molti anni fa, quando è morto Claudio Parodi, l' ultimo vero hippy di Genova - racconta - nelle sue tasche hanno trovato una poesia d' amore e l' hanno consegnata a me. La leggerò a Parma. È una poesia bellissima, in cui Claudio dice di non credere a molte cose ma finisce così: mi hanno detto che l' uomo è morto, io non ci credo». E che dire del barbone genovese trasportato moribondo al pronto soccorso del San Martino? Girava sempre con una valigia, tutti lo vedevano con quel bagaglio malconcio ma nessuno sapeva che la valigia era piena soltanto di poesie. Anche queste faranno parte dello spettacolo di don Gallo, insieme a quella che inizia «Caro Faber...» dedicata a Fabrizio De André, scritta dai ragazzi della comunità di San Benedetto e letta ai funerali del cantautore dieci anni fa. Le tasche di don Gallo sono piene di poesie, scritte e non scritte. «Sono un prete in cammino che ha ancora tanta speranza nell' uomo - afferma - e così sarò anche sul palco: un pellegrino che inizia il suo viaggio nel porto di Genova e incontra le vite degli altri, il tossicomane ma anche il cardinale, la puttana e l' artista. Con me ci saranno due ragazzi della comunità che porteranno la loro testimonianza. Un ragazzo tossicodipendente e omosessuale e una ragazza che ha affrontato un percorso molto difficile e ora ne sta uscendo». Nessuna presunzione, dice don Gallo, «non sono un intellettuale, né un artista e non lo diventerò mai, sono un prete». Neppure ha fatto delle prove di scena: «Mi scriverò una scaletta e andrò a braccio. Magari riusciremo a fare una prova generale a Parma un po' prima dello spettacolo». «Faccio tutto questo - racconta - sulla spinta della mia incoscienza, lo so, e lo faccio perché spero che lo spettacolo ci frutti un po' di ossigeno per la comunità. Tutti tagliano sovvenzioni e aiuti, con l' incasso pagheremo almeno qualche debito. Per questo devo andare su un palco ormai ottuagenario? Ci andrò». E potrebbe anche doverci ritornare. Appena la notizia della messa in scena di «Angelicamente anarchico» si è diffusa a Genova, più di un direttore di teatro si è fatto avanti per le prossime rappresentazioni. Lo spettacolo avrà una parte musicale, si aprirà con «Il pescatore» di Fabrizio De André: «Quella canzone - dice don Gallo - mi è sempre piaciuta e mi ha spesso accompagnato nelle mie uscite pubbliche. Mi sarà d' aiuto». E ride stringendo il sigaro. Innegabilmente si sta divertendo. Erika Dellacasa
vittoria
L'Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
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