[Redditolavoro] IL CORAGGIO VERO!

vittoria oliva huambos at virgilio.it
Fri Jan 16 09:18:50 CET 2009


Inolltro  con partecipazione e condivisione queste testimonianze di refusnik israeliani, con la speranza
che tutti gli eserciti siano rifiutati.
vittoria
L'Avamposto degli incompatibili




pacifisti israeliani si rifiutano di arruolarsi per combattere a Gaza

dannyfour
Ieri, 07:26 p.
Qui sotto il testo del video diffuso da Israel 
Social TV che riprende una manifestazione contro la guerra avvenuta 
pochi giorni fa in Israele.
Nel 2002 mi rifiutai di essere richiamata 
alle armi.?Non volevo partecipare a nessun ruolo d’appoggio, perché 
rifiuto di aiutare l’occupazione in qualunque modo. Non penso ci sia un 
modo di prestare servizio in un esercito il cui unico scopo e occupare 
un’altra nazione, nemmeno in presunti ruoli sociali destinati alle 
donne. Ho voluto unirmi ai nuovi obiettori di coscienza che rifiutano 
di combattere a Gaza. Penso che il potere dei refusenik [obiettori di 
coscienza] sia enorme: noi dobbiamo dire che non accettiamo di 
commettere questi crimini, non ci metteremo il nostro nome. Non 
commetteremo crimini di guerra, non bombarderemo bambini, non cacceremo 
la gente dalle loro case. (Noa Kaufman, studentessa dell’Università di 
Tel Aviv)
Sabato scorso ho ricevuto il richiamo alle armi per 
presentarmi il mattino seguente a prestare servizio. Ho rifiutato. Sono 
andato là e ho detto al mio comandante che rifiuto. di combattere. L’
esercito adesso deve decidere cosa fare con me. Non posso allontanarmi 
e in qualunque momento possono processarmi. Ho già preparato la borsa a 
casa, con libri e tutto ciò di cui si ha bisogno in prigione. (Noam 
Livne, ufficiale di riserva, membro di Courage to Refuse; imprigionato 
nel 2001 per essersi rifiutato di prestare servizio nei territori 
occupati)
Questa settimana ho parlato col mio comandate di brigata, ha 
telefonato per dire che non c’è ancora nessun avviso ma che voleva 
verificare la mia disponibilità. Gli ho risposto che se vengo 
richiamato probabilmente rifiuterò. (Eric Diamant, soldato di riserva, 
membro di Courage to Refuse)
Partecipo a questa protesta per 
incoraggiare più soldati e coscritti a rifiutare la chiamata alle armi. 
Sono qui per dare coraggio a più madri e padri, affinché dicano ai loro 
ragazzi costretti dalla legge a servire nell’esercito, di prestare 
attenzione a ciò per cui sono chiamati a combattere. (Racheli Merhav, 
dimostrante)
Questa protesta è diversa per la sua composizione sociale, 
è insolita e un po’ più moderata, e i riservisti che sono qui in 
compagna degli altri mandano un segnale a quei soldati che prendono in 
considerazione la loro linea di condotta ma sono meno sensibili ai più 
tradizionali appelli della sinistra. Imploro i soldati in prima linea a 
Gaza oggi, e i riservisti lì vicino che stanno preparandosi ad andarci, 
di fare ciò che devono fare, specialmente quelli che sentono di essere 
in torto, quelli che sentono di stare commettendo un errore, quelli che 
sentono che la loro ubbidienza, fedeltà e volontà di fare il proprio 
dovere sono state manipolate. Io chiedo loro di rifiutarsi. Dite no. 
Ciò ha un prezzo, non da poco, specialmente un prezzo personale, ma 
questa è la cosa giusta da fare. (David Zonsheine, ufficiale di 
riserva, membro di Courage to Refuse)
Penso che il lavaggio del 
cervello in questo Paese, che comincia alla scuola materna, funzioni e 
si metta alla prova specialmente in tempo di guerra. A 18 anni entri 
nell’esercito insieme a tutti i tuoi amici. Ti dicono che sei un eroe, 
ci sono raccolte di fondi per te, hai l’intera nazione dietro
 così 
quelli che non contestano si arruolano, ma è uno sbaglio e alla fine lo 
capiscono. Lo dimostra il numero di riservisti richiamati a combattere 
che si rifiutano di partire. (Noa Kaufman, studentessa dell’Università 
di Tel Aviv).
Ho sentito di sempre più gente che rifiuta di prendere le 
armi, si trovano a vari livelli, certi attendono l’addestramento, certi 
pensano ancora a cosa fare. Ho fatto delle telefonate al riguardo e se 
questa guerra continua sono certo che ci saranno più obiettori. (Noam 
Livne, ufficiale di riserva, membro di Courage to Refuse)
Coraggio per 
combattere, sì, coraggio per difendersi, sì, ma coraggio di rifiutare? 
Questo è tradimento. Non esiste una tal cosa “coraggio di rifiutare”. 
(civile contrario alla protesta)?- Io credo che esiste. (manifestante)?
- Nell’idealismo, non qui. Qui noi dobbiamo vivere, con l’idealismo tu 
non vivi. Se tu non avessi avuto un esercito non saresti in grado di 
camminare qui attorno.
Serve tanto coraggio per uscire fuori dalle 
righe e dire: “Mi dispiace, basta, questo non lo farò, a questo non 
voglio partecipare, questo non verrà fatto in nome mio.” (Racheli 
Merhav, dimostrante)
Sono stato arruolato per quatto anni come 
ufficiale da combattimento. Sono stato a Gaza, sono stato in Libano, ho 
ordinato imboscate, ho avuto il comando di postazioni, ho combattuto i 
terroristi, sono stato colpito dai mortai, mi hanno sparato, e ho fatto 
tutte quelle cose paurose che fanno i militari e dico questa cosa qui 
con tutto il cuore: per rifiutare di combattere ho avuto bisogno di più 
coraggio. Perché in tutte quelle cose che ho fatto mentre prestavo 
servizio ero attorniato da un gruppo di uomini che faceva la stessa 
cosa, ero in un situazione talmente gregale che quelle cose parevano 
normali. Così dico qui con tutto il cuore che mi c’è voluto più 
coraggio per rifiutarmi che per fare tutte quelle cose che ho fatto 
sotto le armi. Invito tutti i soldati, piloti, officiali e chiunque 
altro prenda parte a questa guerra a cercare questo coraggio dentro di 
sé. (Noam Livne, ufficiale di riserva, membro di Courage to Refuse)

Credo che nel nome della legge, i soldati oggi devono prendere parte a 
qualcosa che poi non saranno capaci di sopportare, se ritornano vivi da 
questa guerra. (Racheli Merhav, dimostrante)
Il tiro intenzionale e l’
attacco contro i civili è illegale e proibito. L’obiezione non è 
soltanto morale ma piuttosto un obbligo di legge quando è conseguenza 
di ordini illegali (Michael Sfard, avvocato, esperto di diritto 
umanitario internazionale)
Ero un pilota di caccia operativo e capitano 
di Black Hawks [elicottero d’assalto]. Circa cinque anni fa noi abbiamo 
scritto La Lettera del Combattente con la quale ci siamo rifiutati di 
partecipare ai crimini di guerra dell’esercito e dell’aviazione nei 
territori occupati. La gente mi dice cose come: “Empatia e compassione 
sono parole da civili, da lasciare a casa prima di andare in servizio 
attivo.” E questo spiega come si possa bombardare una scuola, come si 
possa bombardare l’università islamica a Gaza. Ad un tratto ho compreso 
come ogni genere d’orrore sia potuto accadere nel corso della storia, 
al nostro popolo e ad altri popoli. Brave e buone persone si 
trasformano in criminali di guerra d’incredibile efferacia. Non è 
possibile bombardare e uccidere civili in quantità e aspettarsi che 
tutto continui come prima, che andremo a raccontare ai nostri amici e 
parenti di essere un po’ di sinistra e un po’ di destra, a guardare 
Erets Nehederet [un varietà televisivo] e a mettere nostra figlia a 
dormire. Non potrà davvero andare avanti per sempre tutto ciò. 
(Joanthan Shapira, pilota della riserva, Capitano di Black Hawk, 
obiettore)
In proporzione parlare di 600 morti a Gaza è come dire 3000 
morti in Israele. Se ci fossero stati 3000 morti in Israele e decine di 
migliaia di feriti cosa sarebbe accaduto alla gente qui? Quale tipo di 
odio avrebbe seminato? Quale tipo di reazione avrebbe fatto scattare? 
Razionalmente, politicamente, in qualunque modo lo si guardi, ciò che 
questi bombardamenti fanno è preparare anni e anni di lotte, di sangue, 
di sofferenza e alla fine ognuno di questi razzi tornerà a cadere su 
Sderot e altre città del sud, perché è impossibile basare la sicurezza 
di Sderot sulla sofferenza di Gaza. (Noam Livne, ufficiale di riserva, 
membro di Courage to Refuse)
Nella società il vero coraggio e quello di 
fare obiezione, questo coraggio nasce da una condizione molto 
difficile, dove tutti dicono una cosa e tu ne fai un’altra, perché tu 
solo ci credi. Questo è il vero coraggio. E a tutti quelli che pensano 
che non c’è bisogno di coraggio per rifiutarsi di combattere, 
suggerisco semplicemente di provarci e vedere cosa succede. (David 
Zonsheine, ufficiale di riserva, membro di Courage to Refuse)
fonte 
trad.italiano:?http://22passi.blogspot.com
- http://www.webmov.
org/wpress/2009/01/14/pacifisti-israeliani-si-rifiutano-di-arruolarsi-
per-combattere-a-gaza/
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