[Redditolavoro] NON PERMETTIAMO L'IMPUNITA' PER I PADRONI CRIMINALI! Presidio Rete sicurezzaal tribunale di Ravenna

cobas sc ravenna cobasravenna at libero.it
Mon Jan 12 07:24:04 CET 2009


NON PERMETTIAMO L'IMPUNITA' PER I PADRONI CRIMINALI!

BASTA PRECARIETA’, BASTA CAPORALI!

 

 

Venerdì 16 gennaio inizia a Ravenna l'udienza preliminare del processo per
la morte sul lavoro di Luca Vertullo al Porto.

Da un quotidiano locale apprendiamo che i padroni della Compagnia Portuale
vogliono insabbiare questa vicenda con un patteggiamento ed impedire, così,
l'accertamento delle responsabilità.

Non dobbiamo permettere che restino impuniti lavandosi la coscienza col rito
abbreviato!

E' tutto il sistema di sfruttamento al Porto che deve essere processato, è
l'assenza di formazione fornita ai lavoratori dell'azienda, è la totale
assenza di cautele e di misure di prevenzione degli infortuni, sono i ritmi
di lavoro che sono diventati veramente insostenibili, è il caporalato
camuffato da agenzie interinali come l'INTEMPO, la stessa che ha mandato a
morire Luca e un altro operaio a Marghera.

Uno dei principali indiziati è il presidente della Compagnia portuale è
Roberto Rubboli, il quale, oltre che consigliere comunale PD, siede nel cda
della Intempo, partecipata al 51% dalla Comport,società che è stata fondata
dalle Compagnie e delle imprese portuali più importanti d'Italia. Chi vende
e chi compra la manodopera è la stessa persona. Con lui tra gli altri anche
Mario Sommariva, ex segretario nazionale della Filt Cgil . A Ravenna nella
Intempo,  lavora l'ex segretario provinciale dello stesso sindacato. Altri
sindacalisti lavorano come quadri tecnici, come Moroni (CISL) e Casadio
Fulvio (CGIL). Gli altri soci dell'INTEMPO sono Meliorbanca (14%), il Gruppo
Gorla (10%) ed Obiettivo Lavoro (25%) . 

E' tutto questo sistema che tratta gli operai giovani, precari, in affitto
(staff leasing), come carne da macello, riservandogli i lavori più
pericolosi come il "rizzaggio" per fissare i carichi. 

Ancora una volta, quindi, la morte sul lavoro non è tragica fatalità ed è
per questo che il processo deve andare fino in fondo e punire severamente i
responsabili con l'accusa di omicidio volontario come per la strage degli
operai della Thyssen.

Lo Slai Cobas per il sindacato di classe ha unito altri soggetti in questa
lotta per la difesa della vita dei lavoratori contro i padroni assassini ed
ha costituito la Rete Nazionale per la sicurezza sul lavoro. 

Facciamo appello ai famigliari di Luca che, oltre al dolore per una morte
inaccettabile, hanno provato il calvario che segue sempre queste tragedie,
la solitudine, l’isolamento. Dopo più di 2 anni dalla tragedia che li ha
colpiti non hanno ricevuto neanche un’euro di risarcimento! VERGOGNA! 

Li invitiamo ad unirsi alla Rete per la sicurezza che comprende altre
associazioni di famigliari, come l'Associazione 12 giugno di Taranto e
"Legami d'acciaio" di Torino. Per il giorno 16 gennaio, in occasione
dell'udienza preliminare, lanciamo un appello ai lavoratori, al movimento
studentesco, alle associazioni, ai centri sociali, a sostenerci in questa
battaglia di “civiltà” e a manifestare davanti alle agenzie interinali per
chiederne la chiusura, a cominciare dai trafficanti di esseri umani
dell'INTEMPO , e la cancellazione delle leggi per la precarietà, la L. Treu
e la L. Biagi.

 

Facciamolo noi il processo ai padroni: a Ravenna partecipiamo al PRESIDIO
per il 16/1 alle ore 8.30 davanti al Tribunale in viale Falcone,67 (viale
Randi)

 

 

 

Rete per la sicurezza sul lavoro-Ravenna

c/o Slai cobas per il sindacato di classe, via G. Di Vittorio,32

tel. 339/8911853

e mail: cobasravenna at libero.it

 

 

 

 

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